Molti di voi si ricorderanno di Ali Tekintamgac, giocatore tedesco di origini turche che fu capace nel 2010 di vincere il WPT di Barcellona e di raggiungere il tavolo finale dell’IPT di Venezia, squalificato per cheating dal tavolo finale del Partouche Poker Tour: arrestato a settembre, è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di prigione dal tribunale di Augusta.
A Tekintamgac veniva contestato il fatto di far parte di un’organizzazione internazionale volta a falsare le partite di poker live. Al Partouche Poker Tour venne accusato di farsi segnalare le carte dei suoi avversari da alcuni blogger compiacenti, la stessa accusa che nel 2011 costò l’espulsione dall’Holland Casino Dom Classic ad un altro personaggio, che è considerato complice di Tekintamgac.
Ali Tekintamgac al World Poker Tour: adesso è player out…
Stiamo parlando di Kadir Karabulut, noto in Italia per aver fatto due deep run sia all’EPT di Sanremo che all’IPT di Venezia, entrambi risultati del 2010. Ebbene Karabulut è scomparso dal marzo del 2013, e come riportato da calvinayre.com non è chiaro se si sia semplicemente dato alla macchia o se sia finito vittima di quello stesso ambiente di cui si crede facesse parte.
La sua automobile fu rinvenuta nello scorso aprile proprio ad Augusta, ed all’interno furono rinvenuti non meglio precisati “dispositivi elettronici” che gli avrebbero consentito di barare nelle partite dal vivo.
Proprio quest’ultimo era fra i “blogger” che furono complici di Tekintamgac al Partouche Poker Tour, e fu pizzicato appena un anno più tardi in Olanda a causa della presenza a “bordocampo” proprio di Tekintamgac e di altri personaggi tedeschi: la direzione del torneo decise di squalificarlo e rimuovere le sue fiches dal gioco, uno stack che in quel momento era pari al doppio dell’average.
Storie quindi decisamente torbide che, per una volta, sembrano far finire la farina del diavolo finalmente in crusca: consapevoli che non sempre le cose finiscano tanto “giustamente”, fa piacere constatare che di tanto in tanto chi bara venga ripagato con la moneta che merita.