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Christian Scalzi: “maggiore responsabilità per i players in questo regolamento TDA”

Christian Scalzi (direttore del WPT Europe) e Fabiano Stefanini, hanno tradotto in italiano, per conto di TDA, il nuovo regolamento per quanto concerne i tornei di poker live. Una missione prestigiosa e di responsabilità che riconosce lo spessore internazionale del nostro Tournament Director. Abbiamo voluto conoscere le sue impressioni tecniche (e non solo), sul nuovo testo.

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Partiamo dalle sensazioni personali. E’ stata per te una soddisfazione essere responsabile per l’Italia della traduzione del regolamento?

E’ senza dubbio una grande soddisfazione e soprattutto una grande responsabilità che accolgo come un onore ed un segnale di stima. Come già accaduto due anni fa per regolamento 2013, ho lavorato a questa traduzione con il collega e amico Fabiano Stefanini che si è dimostrato essere un professionista prezioso per la redazione di questo regolamento in italiano.

Abbiamo anche avuto occasione di confrontarci su alcune divergenze di opinione riguardanti questa nuova revisione del TDA, raggiungendo poi le medesime conclusioni. Come si direbbe oltremanica, “Great minds think the same”.

Dopo aver tradotto il regolamento, quali sono le tue impressioni generali?

Le modifiche principali di questa versione, rispetto alla precedente, sono più formali che sostanziali, a parte qualche eccezione. Certo è che il nuovo regolamento punta il dito sulla responsabilità dei giocatori, rendendoli di fatto ancor più parti attive per il corretto svolgimento del gioco. Lasciare ai giocatori la responsabilità quasi totale delle loro azioni risolve gran parte delle problematiche che si possono verificare in una mano di poker.

Ci sono dei punti che non ti soddisfano al 100%?

In effetti ce ne sono due. Il primo riguarda il ritorno alla vecchia regola che riguarda i giocatori al tavolo durante la distribuzione. Nel TDA 2013 era stata modificata, introducendo il principio secondo cui il giocatore dovesse trovarsi al tavolo nel momento della distribuzione della prima carta per poter partecipare alla mano. In realtà questa regola non è mani andata giù molto ai giocatori, soprattutto d’oltreoceano, e in molti circuiti, anche di importanza rilevante, non è mai stata applicata.

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Come cambia questa regola tanto discussa?

Con la versione 2015 del regolamento la regola ritorna alla versione 2011, dando cioè la possibilità ai giocatori di essere presenti al tavolo entro la distribuzione dell’ultima carta per poter giocare la mano. Non è tanto la regola in sé a preoccuparmi, anche se formalmente sarebbe da preferire la versione del 2013. Più che altro mi preoccupa che si decida di cambiare una regola su istanze dei giocatori, che rappresentano sì una parte importantissima di questo gioco e del suo sviluppo, ma spesso non hanno il reale polso delle situazioni tecniche che si possono verificare in un torneo.

L’altra che ti lascia perplesso?

La seconda riguarda l’introduzione di un nuovo principio in materia di “showdown”, ovvero che il giocatore che chiama una puntata al river ha, cito testualmente, “l’inalienabile diritto di vedere, a richiesta, la mano del giocatore che ha fatto l’ultima azione aggressiva (“la mano per vedere la quale ha pagato”), a condizione che il giocatore che chiama abbia ancora le carte o le abbia mostrate.”

Questa regola, che ricorda i fasti del passato del poker a cinque carte, apre scenari di interminabili spiegazioni al tavolo e perdite di tempo inimmaginabili, per non parlare del lavoro dei dealer che si complica diventando cruciale nel momento del muck delle carte al river. Diciamo solo che non mi sembrava una priorità analizzare questa fattispecie.

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Christian Scalzi è direttore del WPT Europe

Quali sono le novità più importanti del regolamento?

A parte quelle già spiegate prima, come ho già detto, viene sottolineata l’importanza del comportamento dei giocatori. Viene quindi specificato come effettuare correttamente uno showdown, si spiega in maniera precisa come effettuare un call, si sottolinea nuovamente che le intenzioni dei giocatori devono essere il più chiare possibile dando poi una serie di interpretazioni formali ai movimenti e alle dichiarazioni non-standard dei giocatori.

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Si richiede con forza che i giocatori rimangano al tavolo, anche se in all-in, che facciano azione al loro turno per non dare informazioni agli altri giocatori, che non ritardino le azioni di gioco e così via. Si è sentita addirittura la necessità di specificare che le suonerie e la musica dei cellulari e lettori multimediali debba risultare non udibile agli altri giocatori. Evidentemente l’uso di apparecchiature elettroniche al tavolo è un problema internazionale.

Queste novità produrranno delle modifiche anche allo stile di gioco durante i tornei di poker live?

Sostanzialmente questo nuovo regolamento, come è normale che sia, non cambierà lo stile di gioco. Ci auguriamo tutti che possa aiutare sempre meglio ad ottenere tornei in cui il personale di sala abbia meno problemi a gestire situazioni limite. Già il fatto di unificare i regolamenti sulla strada tracciata dal TDA sarebbe di grande aiuto soprattutto ai giocatori, che spesso trovano ancora differenti interpretazioni di alcune fattispecie particolari a seconda del circuito in cui giocano.

Con Christian Scalzi, in qualità di Director of WPT Europe, parleremo in seguito dei prossimi appuntamenti del World Poker Tour.

Il regolamento TDA - prima parte

Il regolamento TDA - seconda parte

 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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