Vai al contenuto
Global Poker League: Tristan Wade

Global Poker League, è polemica: "Non firmate quel contratto". La risposta di Dreyfus

A dieci giorni dal primo Draft, arriva la prima grana per la Global Poker League. Il noto professional poker player Tristan Wade ha sollevato più di un dubbio sul contratto che la GPL ha fatto firmare ai player che si sono dichiarati eleggibili. Sia Daniel Negreanu sia Alex Dreyfus, il creatore della Global Poker League, hanno però minimizzato la questione.

Ma partiamo dal principio. Qualche giorno fa, Tristan Wade si è letteralmente scatenato su Twitter, evidenziando in una lunghissima serie di tweet quelli che secondo lui sono alcuni punti del contratto della Global Poker League che dovrebbero indurre un giocatore a non firmarlo.

Wade ha definito il contratto della Global Poker League "enormemente sbilanciato da un lato", quello della GPL appunto, consigliando a chiunque lo abbia già firmato di "contattare un avvocato e rivedere le 22 pagine insieme a lui". Ma vediamo insieme quali sono i dubbi sollevati da Wade.

Global Poker League, un contratto sbilanciato?

  • La GPL ha il diritto di usare l'immagine, la voce, la firma e "qualsiasi altra caratteristica distintiva" dei giocatori e può terminare il contratto, della durata di 2 anni, praticamente per qualsiasi motivo - mentre il giocatore non può.
  • La Global Poker League impedisce ai giocatori di promuovere qualsiasi iniziativa (anche di natura personale) che non sia partner della GPL.
  • Capitolo Ace Selection: la Global Poker League può, in qualsiasi momento, decidere di includere un qualsiasi individuo in un torneo, anche dopo il Draft. "Bello, spingiamo sul Draft, scegliamo capitano e città, diciamo che possono partecipare i Top 1000 del GPI… e poi c'è la Ace Selection?!", scrive Wade.
  • "Fai un contratto di due anni con la GPL, poi la GPL viene venduta e il tuo contratto passa a qualcun altro: uno scenario inquietante", fa notare Tristan.
  • La Global Poker League richiede di modificare tutti i propri account sui social media in modo da promuovere la GPL.
  • "Il tempo dedicato a qualsiasi attività diversa da un torneo o una partita della GPL (viaggi, meeting, ecc) non viene rimborsato". In pratica i $100 all'ora che guadagneranno i giocatori si riferiscono solo alle attività di gioco. "Si aspettano dalle 30 alle 60 ore di gioco pagate", afferma Wade, "ma probabilmente i giocatori saranno impegnati in totale dalle 300 alle 600 ore".
  • In caso di accordi commerciali, la GPL si tiene il 70%: ai team va il 20% (il resto del 10% a tutte le persone coinvolte nella GPL) ma degli introiti netti: "Mi chiedo a quanto ammonteranno i costi operativi della Global Poker League", afferma Wade.
  • I giocatori possono usufruire di queste commissioni solo fino a quando rimangono sotto contratto con la Global Poker League.

* Potete leggere il contratto cliccando qui.

La risposta di Daniel Negreanu…

Tristan Wade ha sollevato un bel polverone, scaturendo le pronte risposte di Daniel Negreanu, che con Phil Hellmuth (e Kara Scott) presenterà il Draft, e naturalmente della mente che ha ideato la GPL, Alex Dreyfus.

Il Kid Poker ha scritto un lungo post sul suo sito personale in cui in realtà non smentisce molte delle perplessità di Wade, affermando però che nessun giocatore è stato obbligato a firmare il contratto e che firmare o meno dipende molto anche dal tipo di giocatore.

"È chiaro che non puoi dire a uno come Phil Hellmuth di firmare un contratto di esclusiva per un paio d'anni, perché uno come lui di sicuro avrà tanti altri accordi commerciali ai quali non vorrà rinunciare", scrive il canadese. "Ma se sei un giocatore che magari ha cominciato da poco, o che finora non ha avuto molto interesse a creare un proprio brand, allora perché no? Alla fine la Global Poker League è come un freeroll, dato che i giocatori non pagano per giocare".

Alex Dreyfus
Alex Dreyfus

… e quella di Alex Dreyfus

A stretto giro è arrivata anche la replica del papà della GPL, l'imprenditore francese Alex Dreyfus, che in un'intervista a CalvinAyre.com ha dichiarato: "Abbiamo un contratto per i 12 manager: qualcuno ha voluto cambiare qualcosa, allora ci siamo seduti con gli avvocati e abbiamo cercato di trovare un accordo.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

C'era questo giocatore famoso legato a diversi business che voleva cambiare qualcosa: noi volevamo che non ci fossimo conflitti, e abbiamo cambiato. Un altro giocatore che fa parte dell'industria dell'intrattenimento voleva una clausola che gli permettesse di lasciare la GPL nel caso gli fosse offerto un ruolo in un film, e l'abbiamo aggiunta.

Non siamo il diavolo: stiamo spendendo 5 milioni di dollari per creare una piattaforma che promuova i giocatori e il poker. Ci sono giocatori che non vogliono farne parte, altri che non ci supportano, altri ancora a cui non frega nulla di ciò che facciamo. Ed è giusto così.

Dei 203 giocatori che abbiamo registrato, solo 5-7 di loro avevano delle necessità individuali. Gli altri non devono firmare per forza, se non sono d'accordo con il contratto. Nessuno di quelli che vuole partecipare si è rifiutato di firmarlo. Il contratto è una protezione per il giocatore e per la compagnia".

Sul discorso degli sponsor, Dreyfus non si nasconde: "La verità è che agli sponsor non frega nulla del poker, perché ora la piattaforma non è abbastanza forte da garantirgli l'esposizione mediatica necessaria. Ho letto tweet di gente che dice che non è accettabile che la Global Poker League faccia così tanti soldi dalle sponsorizzazioni: ragazzi, ma di che sponsorizzazioni stiamo parlando? Non ci sono soldi in arrivo nel poker. Stiamo costruendo qualcosa che potrebbe, in futuro, attirare soldi".

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI