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Grossi, grassi e ricchi: tutti amano i tornei high roller

Sam Trickett, tra gli onnipresenti dei tornei high rollerNegli ultimi anni, i tornei di poker high roller e super high roller hanno conosciuto un'espansione repentina, crescendo tanto nel numero che nel buy-in e creando un vortice di eccesso che sembra mettere tutti d'accordo.

In passato il torneo più ricco era il Main Event WSOP da 10.000 dollari di buy-in, ma quella che negli anni Settanta era a ragion veduta una piccola fortuna, nel 2013 in un mondo come quello del poker rischia di apparire davvero poca cosa. Ma perché si è arrivati a questo, da dove nasce questa escalation?

Volendo avanzare un' ipotesi, non si può non guardare ad un'altra crescita, avvenuta in precedenza e che appare in qualche modo correlata: quella delle partite di cash game high stakes. Se in passato tavoli superiori al $50/$100 erano impensabili, almeno nel poker online, negli anni seguenti le partite sono cresciute esponenzialmente. Del resto, con l'avvento di Macao anche le partite dal vivo sono arrivate a livelli da far impallidire addirittura Las Vegas.

Questo ha fatto sì che molti giocatori tra i più noti ed apprezzati - pensiamo a Phil Ivey, Patrik Antonius, Tom Dwan e più recentemente a Viktor Blom o Sam Trickett - non potessero essere attratti da tornei che duravano giorni, mettendo in palio solo per il vincitore cifre importanti e lasciando "briciole" a tutti gli altri.

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Jason Mercier: ad un bel torneo non dice mai di noConsiderando che i tornei dal vivo sono prima di tutto un veicolo promozionale delle poker room, riportare questi V.I.P. nel circuito era importante, e così non restava che una cosa da fare: alzare la posta, riducendo per conseguenza il numero dei partecipanti in modo drastico.

Una tendenza che non poteva essere malvista dai professionisti di punta dei tornei, per i quali solo il tavolo finale sembra un obiettivo appetibile, e così i buy-in sono aumentati in modo vertiginoso: 25.000, 50.000, 100.000, 250.000 dollari e poi ancora più su, a toccare l'apice col torneo più chiacchierato della scorsa estate, il Big One for One Drop da un milione di dollari di buy-in.

Così adesso sembra che ogni grande appuntamento non possa farne a meno, e chissà se di questo passo il sogno di ogni giocatore amatoriale - trovarsi seduto a fianco di grandi campioni nel proprio torneo - non sia sempre più destinato a rimanere tale.

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