Cambiano i nomi, gli attori, le città, ma ci risiamo. Stavolta è Pisa protagonista dell'ennesimo episodio di un club di poker chiuso con tanto di denunce ad organizzatori e personale per esercizio di gioco d'azzardo. Ed ennesimo "Bisca" che accampa su fieri titoloni di giornali e siti d'informazione. Dove finisca il puro svago e dove inizi il reato in teoria lo stabilisce una legge, ma la discrezionalità delle interpretazioni è talmente ampia da rendere impossibile citare tutti gli esempi in materia. Nella confusione a cui ormai abbiamo fatto il callo, cerchiamo di ricostruire cosa è successo.
Pisa: blitz della GdF in un club di poker, sigilli al locale e denunce ai proprietari
La notizia è uscita su tutti i quotidiani toscani nello scorso weekend, ma i fatti risalirebbero ai primi di febbraio. In un club di poker sito a Pisa, in località Ospedaletto, hanno fatto irruzione i militari della Guardia Di Finanza, scoprendo 26 persone intente a quello che - dalle descrizioni dei militari - sembra essere un torneo di poker con possibilità di rientro. La fattispecie è vietata dall'attuale normativa, che prevede una tolleranza in caso di eventi freezeout dal buy-in modico. Secondo quanto si legge dalle locandine sulla pagina Facebook del club, che infatti dal 1 febbraio scorso ha annunciato la sospensione delle attività "per verifiche commerciali e amministrative", si sarebbe trattato di un evento da 50€.
La somma sequestrata dai militari - 900€ in contanti - lascerebbe supporre che di questo si tratti, perché nella comunicazione della GdF si parla di "26 persone, di età compresa tra 20 e 72 anni, intenti a praticare il gioco del poker americano e in assenza di qualsiasi autorizzazione necessaria ai fini delle leggi di polizia." Ipotizzando che tra quelle persone siano compresi anche dealer e floorman, si parlerebbe di una media di 45€ a testa.
Non è possibile sapere se nel club si stesse svolgendo anche qualche partita di cash game, mentre dal comunicato della GdF emerge che vi erano presenti alcuni soggetti gravati da precedenti penali e di polizia.
Le indagini sono ancora in corso e dunque non è il caso di addentrarsi in giudizi e sentenze di qualsiasi tenore. L'esperienza, però, ci insegna che in molti casi analoghi si è poi arrivato a un nulla di fatto per i denunciati e spesso anche al dissequestro dei locali. Per dimensioni di affluenza e denaro sequestrato, anche questa vicenda pisana fa pensare a una storia di piccolo cabotaggio, ma il problema è - come sempre - quello di fondo.
Si arriverà mai a una legge specifica per i club o circoli di poker?
Un anno fa circa, in una nostra intervista, l'avvocato Nicola Pezzullo si diceva possibilista, indicando anche le possibili strade perseguibili dai proprietari dei club. L'amara realtà è tuttavia che il poker, pur potendo rappresentare in teoria una fetta interessante di elettorato, non sarà mai un'onda da cavalcare per la politica, essendo tema su cui storicamente è comodo fare del moralismo a un tanto al chilo. E i titoli utilizzati per quest'ultimo fatto di cronaca non ne sono che ulteriore conferma.