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Poker live: un altro circolo dissequestrato a Tortona

poker-live-sentenzaEsclusiva Assopoker - Un altro provvedimento giudiziario a favore dei circoli di texas hold’em: il Tribunale del Riesame di Alessandria ha disposto l’annullamento del sequestro della sala da biliardo “Il Diamante”, a seguito del ricorso presentato dall’Avvocato Riccardo Di Rella del foro di Genova. La Procura ha però impugnato il provvedimento e deciso di ricorrere in Cassazione. 

Procediamo con ordine: il 4 gennaio, alle tre del mattino, i carabinieri di Tortona ed Alessandria fanno irruzione nel locale e sorprendono 50 persone (tutte identificate e segnalate all’autorità giudiziaria) a giocare un torneo di poker texas hold’em. Denunciati i gestori dell’esercizio; viene anche sequestrato il locale e l’incasso della serata (circa 3.000 euro).

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L’Avvocato Di Rella presenta ricorso al Tribunale del Riesame di Alessandria: le sue argomentazioni oramai sono note e sostengono che i tornei freezout di texas hold’em senza rebuy non costituiscono reato di gioco d’azzardo. Manca l’alea (uno degli elementi costitutivi della fattispecie): i giocatori quando si iscrivono al torneo sanno già quanto eventualmente perdono (entità buy-in) e vincono (in base al montepremi). Il legale ligure cita anche le recenti sentenze favorevoli della Cassazione.

Il Tribunale del Riesame accoglie la linea difensiva dell’Avvocato Di Rella e provvede a dissequestrare il circolo. Lo stesso legale spiega quali sono state le motivazioni in esclusiva per Assopoker: “è stato annullato il sequestro, ma il Riesame si è spinto oltre perché ha motivato il provvedimento sostenendo che non sussiste il reato. Non è che ci sono dei vizi di forma del sequestro, non esiste proprio il reato per i giudici di Alessandria che naturalmente hanno seguito la linea della Cassazione”.

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Il pubblico ministero però ha deciso di ricorrere alla suprema Corte: “Si – conferma Di Rella –, ha deciso di ricorrere: sostiene che il texas hold’em in versione torneo non sia gioco d’azzardo, ma per lui non ci sono le prove che in quel momento si stava giocando senza rebuy. Naturalmente condivido la prima argomentazione, considerando che accoglie la tesi prevalente. Però non sono d’accordo sulla fondatezza del ricorso perché l’onere della prova non spetta certo all’accusato bensì alla pubblica accusa. Pertanto depositerò in Cassazione una memoria per ribadire il principio di presunzione d’innocenza”.

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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