Vai al contenuto
Poker tasse Spagna

In Spagna il poker diventa uno sport professionistico: tasse al 19% sulle vincite anche per gli stranieri, ma c’è il divieto di doppia imposizione!

Il poker come uno sport professionistico in Spagna, che gran notizia ma…“sembra troppo bello per essere vero”, ”dov’è l’inganno?”, E’ quello che hanno pensato migliaia di giocatori. Negli ultimi anni la figura del poker player è stata bistrattata da molti governi europei e non solo, improvvisamente viene riconosciuta con la medesima dignità degli sportivi? In realtà anche in Spagna il trappolone è servito su un piattino bello caldo per via di un regolamento dell’Agenzia delle Entrate iberica di marzo che è venuto però alla luce nelle ultime settimane.

La Spagna riconosce il poker come uno sport professionistico: escamotage fiscale

Il Ministero delle Finanze ha annunciato che qualsiasi attività redditizia derivante dal gioco del poker verrà tassata, visto che sarà considerato come uno sport professionistico. Stessa sorte per biliardo, scacchi e tutti i giochi di carte.

Il regolamento dell’Agenzia delle Entrate spagnola (sotto l’egida del Ministero delle Finanze) fa riferimento al concetto di “sportivo” che comprende sia le attività che comportano uno sforzo fisico (atleti, giocatori di calcio e basket, golf, piloti etc) che sforzo mentale (scacchi, poker etc).

Non viene fatta quindi una distinzione ad hoc sul concetto di professionista in senso stretto. I pro dovrebbero essere coloro che vivono grazie alle entrate del poker. Invece con questo cavillo, vengono tassati tutti, anche chi vince solo una volta.

Il problema è che le autorità spagnole, con molta arroganza, sono andate oltre: vogliono tassare anche gli stranieri, ovvero coloro che sono residenti in altri paesi europei. E tutto ciò non lo possono fare, c’è una bella sentenza della Corte di Giustizia europea (precedente Blanco-Fabbretti) che ribadisce il Principio del Divieto di Doppia imposizione (vedremo in seguito di cosa si tratta).

Molto caustico il commento di Barny Boatman fondatore di Hendon Mob su Twitter:
“Se incassi in Spagna perderai un bel po’ di soldi. Il lato positivo: congratulazioni, ora sei uno sportivo professionista altamente qualificato e puoi sentirti davvero bene con te stesso. Essere considerati professionisti renderà più difficile diventarlo. Addio poker spagnolo”.

Una bella mazzata sia per i giocatori iberici che per i casinò di tutta la Spagna.

Prelievo fiscale: stessi criteri usati per gli sportivi pro

Per spazzare via ogni dubbio, il Governo spagnolo ha ribadito che verranno seguiti gli stessi criteri per gli sportivi. Quindi, ragionando per analogia, saranno tassati sulle vincite tutti i giocatori, compresi gli stranieri. I residenti dell’Unione Europea che incasseranno in Spagna dovranno pagare il 19% sulle vincite lorde (come avviene negli altri sport). Chi è residente extra UE dovrà pagare addirittura un’aliquota del 24% (a grosso rischio sono gli inglesi, canadesi e statunitensi).

La Spagna, da patria del poker, potrebbe presto essere evitata da molti professionisti. Già nell’online i pro iberici si sono spostati verso Londra, cambiando residenza.

La Spagna “perseguita” già da tempo giocatori di scacchi e di poker

Il problema è che dall’approvazione di questo regolamento cambia poco o nulla, semmai tale norma è entrata in vigore per “rafforzare” (ma è palesemente in contrasto con i Principi europei) l’atto di puro arbitrio che in questi anni ha messo in atto l’agenzia fiscale spagnola. E questo atteggiamento persecutorio non riguarda solo i poker players ma tutti gli “sport” mentali. Il Grande Maestro di scacchi Paco Vallejo Pons si è visto recapitare una richiesta da mezzo milione di euro di tasse non pagate.

Il Governo però sembra essersi spinto oltre. Pons ha innescato una battaglia legale contro il Ministero del Tesoro ed alla fine l’ha vinta. I giudici gli hanno dato ragione.

A forza di mazzate nelle aule di tribunali anche il fisco spagnolo si arrenderà? L’ADE italiana ha dovuto rimediare 5 anni di sonore sconfitte giudiziarie prima di arrendersi e archiviare l’inchiesta “All in” quando la sentenza Blanco-Fabbretti è stata recepita dall’ordinamento giuridico italiano. Esistono dei Principi di diritto europeo e vanno rispettati, sia dalla Spagna che dagli altri paesi.

Non è cambiato nulla: giocatori europei perseguitati dal fisco spagnolo da anni

In realtà però quello che sta emergendo in queste settimane sulla nuova norma fiscale, l’Agenzia delle entrate spagnole già da molto tempo “perseguita” i giocatori di poker, in particolare tedeschi e gli europei.

Ne sa qualcosa il campione del Mondo, il tedesco (di origini turche) Hossein Ensan che al tavolo finale dell’EPT di Barcellona (presente anche Andrea Dato) del 2014, a 3 left fa un deal e si assicura €652.667. Le autorità fiscali spagnole hanno poi notificato a quelle tedesche di voler agire nei suoi confronti per 235.000 euro. Inevitabile il ricorso legale del giocatore. Ensan è stato uno dei pochi ad avere il coraggio di parlare di questa problematica ma è da anni che il Governo spagnolo ha messo nel mirino diversi poker players europei.

Se il poker non è azzardo allora i tornei possono essere disputati fuori dai casinò?

I giocatori e gli organizzatori spagnoli hanno colto la palla al balzo e hanno posto un serio interrogativo: se il poker è considerato uno sport, non essendo più azzardo, può essere giocato anche fuori da luoghi autorizzati come i casin?. Questa norma potrebbe, in effetti, rivelarsi una grossa falla per rendere legali i circoli privati.

Le autorità fiscali spagnole non si sono volute esprimere, ma è chiaro che il nuovo regolamento favorisce interpretazioni favorevoli all’organizzazione di tornei da parte di dilettanti e non dei consueti organizzatori che lavorano solo nei casinò. Se i tornei hanno scopo prevalente ricreativo e rispettano tutte le altre leggi, essendo manifestazioni sportive, potrebbero essere ospitate anche in location lontane dalle sale da gioco.

C’è però il fatto che la lobby dei casinò in terra iberica è molto forte, è molto probabile che si arriverà a un altro scontro legale e faranno di tutto per sbarrare le porte ai circoli.

Il nuovo regolamento viola il Principio di Divieto di doppia imposizione

L’agenzia delle entrate spagnola ha fatto sapere che tutti saranno tassati, a prescindere dalla residenza fiscale (e su questo punto siamo di fronte ad un vero abominio giuridico visto che stiamo parlando comunque di entrate, di vincite che vanno a contribuire alla formazione di un reddito).

Per il Governo, l’unico criterio e presupposto per l’applicazione della tassa che se l’evento viene disputato in Spagna, la vincita verrà tassata al 19%, a prescindere dalla residenza, esperienza, dall’abilità e dalla professionalità del giocatore.

Questa norma rischia di essere non compatibile con il diritto e i principi dei Trattati dell’Unione Europea.

In particolare lede il Principio di Doppia imposizione. Vi spieghiamo perché: i giocatori di poker sono già tassati alla fonte. Dal momento che si iscrivono a un torneo pagano una rake al casinò e/o agli organizzatori e quella rake è tassata. Quindi i poker players subiscono un prelievo al momento dell’iscrizione. Tale tassa è compatibile con un secondo prelievo che viene applicato sulle vincite senza alcun tipo di distinzione? Secondo la Sentenza Blanco-Fabbretti della Corte di Giustizia Europea non è compatibile con i principi Europei, come ribadito nella medesima decisione dagli stessi giudici della CGEU.

Inoltre stiamo parlando di giocatori anche non residenti fiscali in Spagna. Saranno tenuti a una eventuale dichiarazione con il loro fisco di origine, non di certo con quello spagnolo. Nei casinò iberici già pagano una tassa sull’iscrizione al torneo.

Poker, tasse e vincite: in Italia come funziona?

A seguito della storica decisione della Corte di Giustizia proprio nei ricorsi presentati da Blanco e Fabbretti, il Governo si è adeguato e rispetta i principi europei, rispetto alla Spagna. Oggi per il fisco italiano, se un poker player vince una grossa somma in un casinò all’interno dello Spazio economico europeo, la vincita non può essere tassata perché il giocatore è già stato tassato alla fonte dal casinò (che agisce da sostituto d’imposta) europeo. Come vi abbiamo spiegato poc’anzi, il player paga la rake al momento dell’iscrizione e tale commissione del casinò è oggetto di prelievo. La sentenza della CGUE è stata recepita oramai da molti anni da una legge ordinaria dello stato italiano dal Parlamento su impulso del Governo Renzi.

Quindi, la norma approvata a marzo dal fisco spagnolo rischia di essere oggetto di ricorsi alla Corte di Giustizia Europea.

Poker online: vincite esenti da tassazione, i migliori siti legali

In Italia lo stesso criterio è utilizzato per il poker online: i giocatori sono già tassati alla fonte visto che pagano i buy-in comprensivo di rake (che viene tassata al 25%). Le poker rooms agiscono da sostituto d’imposta.

Su Assopoker è possibile trovare una guida comparativa e informativa sui migliori siti di poker italiani nel 2023, autorizzati dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Qui sotto puoi trovare una comparazione dei bonus benvenuto poker.

Comparazione bonus poker di benvenuto
Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.