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Stu Ungar, il bullo d'altri tempi: bluff pazzesco al final table del Main Event '97

[imagebanner gruppo="pokerstars"] Che Stu Ungar sia stato uno dei migliori giocatori di poker di sempre è fuori discussione ma la peculiarità del 5-volte campione WSOP sta nel fatto che contrariamente ad altre leggende come Doyle Brunson e Amarillo Slim, Stuey, ai suoi tempi, era uno dei pochissimi giocatori ultra aggressivi al tavolo.

Stu Ungar è infatti considerato il primo vero LAG della storia del poker: tutti i fortunati giocatori che si sono seduti al suo stesso tavolo (come Daniel Negreanu), raccontano infatti di un player super aggressivo, capace, in alcuni sessioni, di entrare in tutti i piatti giocati e di rendere la vita difficilissima, se non impossibile, a quasi tutto il tavolo. Al giorno d'oggi, con il poker online e tutti gli strumenti a disposizione per imparare a vincere, è sicuramente più facile affinare le proprie abilità e mettere in mostra bluff estremi o hero call incredibili, ma la grandezza di Stu Ungar sta proprio nel fatto che lui queste cose le faceva quando il poker era ancora un gioco di nicchia governato da omoni con i cappelli da cowboy e lo sguardo torvo.

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Stu Ungar con Doyle Brunson subito dopo averlo sconfitto nel Main Event del 1980

Lo dimostra questa mano giocata da "The Kid" al final table del Main Event WSOP del 1997, circa un anno prima della sua morte. Stu è il chipleader al tavolo ma è tallonato da Ron Stanley , secondo nel chipcount e suo avversario in questa mano. È proprio Stanley a decidere di entrare nel piatto quando tutti foldano e lui completa dallo small blind. Stu decide di fare check sul big blind.

Il flop è a 6 9 ed entrambi i giocatori bussano sul tavolo. Il turn è un 8 , sul quale si scatena la action: Ron punta 25.000 ma Stu non ci sta e dopo qualche momento sceglie di rilanciare fino a 60.000. Il suo avversario sembra essere sorpreso dalla mossa di Ungar, proprio perchè a quei tempi i rilanci, soprattutto in un piatto limpato e checkato al flop, erano frequenti quanto le 4-bet al giorno d'oggi. Questo fatto è dimostrato anche dal commento dei due telecronisti, che assegnano a "The Kid" una doppia coppia o al massimo un 9-10 valido per una top pair con progetto di scala. E a dirlo non sono due qualunque ma Gabe Kaplan e Phil Hellmuth.

Dopo averci pensato a lungo Ron sceglie di chiamare il rilancio e si giunge così sul river k , con circa 140.000 chips nel piatto. Il giocatore sullo small blind decide di fare check e la parola passa a Stu, che senza esitazioni effettua una super puntata da ben 220.000 chips, quasi il doppio del piatto e più di quanto avessero nello stack due degli altri quattro finalisti.

Mentre Ron Stanley pensa al da farsi, Hellmuth sostiene che a questo punto è quasi certo che Ungar abbia un ottimo punto (dimostrando ulteriormente quanto fosse poco probabile un bluff in uno spot del genere all'epoca), mentre Kaplan sembra capire meglio la situazione e si dimostra precursore dei tempi esponendo il concetto di polarizzazione: "Non penso che abbia doppia coppia. Avendo giocato con Stuey per anni, secondo me lui qua ha una scala oppure un progetto di scala mancato. Quindi 5-6 , 6-9 oppure J-10, Q-10".

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Dopo una lunga riflessione, Ron sceglie di passare la sua mano e a quel punto Stu Ungar gira un semplice Q-10 (come pronosticato da Kaplan), ovvero uno dei bluff più coraggiosi e belli della storia delle WSOP. Con questo piattone vinto grazie ad una aggressività ritenuta all'epoca quasi scandalosa, "The Kid" prese il vantaggio definitivo sul suo inseguitore e poche ore dopo vinse il suo terzo Main Event WSOP, trionfando per 1 milione di dollari. Quello fu anche l'ultimo risultato di uno tra i migliori giocatori di poker di sempre.

Questo il video integrale del final table, con la mano in questione che incomincia al minuto 20:00:

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