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Vanessa Selbst e PokerStars invadono il Giappone

[imagebanner=pokerstars] Il Giappone, per ovvie ragioni, è un mercato che fa gola ad un operatore come PokerStars e non solo. Tuttavia, le leggi di quel Paese impediscono lo svolgimento di tornei con buy-in e premi in denaro: per questo è nato il Japan Open Poker Tour.

Nato nel 2011, per partecipare a questo torneo è possibile soltanto qualificarsi attraverso PokerStars, che ha un suo dominio nazionale ed opera regolarmente nel Paese del Sol Levante: non a caso, uno dei suoi nuovi giocatori sponsorizzati è proprio giapponese. E visto che di premi in denaro non se ne può neppure parlare, ecco che i migliori classificati vincono pacchetti per tornei dal vivo che si tengono in Oriente, come ad esempio la Macau Poker Cup o l'Asian Pacific Poker Tour.

In particolare, i tornei online di qualificazione prevedono tre step, a cui si può accedere sia pagando direttamente il buy-in che provenendo dai satelliti "inferiori": nel caso in cui ci si qualifichi finalmente ad un torneo del Japan Open Poker Tour, non è possibile in alcun modo "cashouttare" la propria qualificazione, né cederla a qualcuno.

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Il fatto che la poker room abbia deciso di inviare come proprio testimonial nel Main Event un personaggio "di spicco" come Vanessa Selbst - che si è detta assolutamente entusiasta della sua prima visita a Tokyo - fa capire quanto tenga ad una manifestazione di questo tipo, che certo non offre grandi spunti in termini di prizepool o poker giocato ma è terreno fertile per cercare di aumentare la popolarità del poker online.

Il mercato a quelle latitudini ha peculiarità tutte sue, e far diventare un gioco come il No Limit Hold'em diffuso è un'impresa tutt'altro che semplice: in ogni caso, è anche grazie ad iniziative del genere che si cerca di raggiungere un obiettivo indubbiamente ambizioso ma che val la pena di essere inseguito.

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