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Maria Konnikova Courtesy Katerina Lukina & Pokernews Homepage

Fai la vittima a poker? Crei profezie che si avverano a tuo svantaggio

Fare al vittima a poker. Girando e rigirando sul web alla ricerca di passaggi carini e soprattutto interessanti, che mi possano dare una mano ad accendere quella lampadina nel cervello che illumina argomenti trattati in maniera intelligente e non banale, la mia attenzione è stata attirata da alcuni suggerimenti che Maria Konnikova, ha elargito a larga mano in uno dei suoi bestseller, “The Biggest Bluff“.

Autrice polivalente

Abbiamo parlato della scrittrice russa in più occasioni, dall’uscita delle sue opere, al rapporto con il suo mentore Erik Seidel, passando per i suoi articoli prodotti per il prestigioso New York Times.

Il libro in questione, però, è quello che più si è avvicinato alla disciplina che ci interessa maggiormente, anche se l’opera tratta di argomenti altri che solcano una sorta di parallelo tra poker e real life.

Alcuni di questi accostamenti, sembrano usciti di proposito dai pensieri della Konnikova.

Sbarazzarsi del proprio ego

La gara a chi ce l’ha più lungo sembrerebbe proprio l’esempio ideale in una competizione che si tiene attorno al tavolo da poker.

Va da sé che soprattutto ultimamente, in un periodo in cui i range tradizionali sono stati ormai bannati per sempre, la gara ad essere il maschio alfa al tavolo, sembra uno degli aspetti più affascinanti e allo stesso tempo distruttivi. Esattamente come nella vita reale.

Il troppo amore verso il proprio ego, in questo gioco porta all’autodistruzione, in quanto offusca la capacità di prendere le giuste decisioni e nel lungo periodo ci avvicinerà alla completa perdita del nostro bankroll.

Esattamente come nella vita reale, il nostro stesso ego ci schiaccerà e la cosa più difficile sarà quella di tornare indietro nel tempo per ripartire da zero. Il buon giocatore ha la capacità di attendere il proprio momento e carpirne il massimo valore in termini di dividendi.

Eliminare la mitologia attorno alla quale siamo spesso portati a legare i nostri avversari che sembrano invincibili, è il primo passo verso la consapevolezza di poterli battere semplicemente “giocando meglio di loro”.

È lo stesso Jared Tendler, altro allenatore della Konnikova, a spiegarlo: “Tutti sono stati fortunati ad un certo punto. Ma proprio in quel momento sono vulnerabili, hanno ancora dei punti deboli. Siamo tutti prima umani, poi giocatori”

Evita di essere una vittima a poker

Essere una vittima a poker, significa scavarsi una fossa da soli, ancora prima di perdere delle cifre importanti, o, nel breve periodo, di essere eliminati da un torneo.

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Nel momento in cui diamo la colpa alla sfortuna, è come se, dice lo stesso Seidel: “scaricassimo la spazzatura sul prato del vicino, ma non risolvessimo il nostro problema”.

Questo meccanismo si trasforma spesso in una nuova ancor più dannosa dinamica, quella che ci porta a non voler vedere le involuzioni e, soprattutto, i leak dei quali, al contrario, dovremmo liberarci al più presto.

Questo succede anche nel torneo o nella sessione di cash game che stiamo affrontando nell’immediato: ci circuisce, annebbia la nostra capacità di prendere le decisioni migliori e, soprattutto, ci porta lontanissimo dal giocare il nostro migliore A-Game.

Alla luce di tutto ciò che avete letto fin qui, chiudiamo proprio una citazione di Maria Konnikova, “Quando ti piace fare la vittima a poker, non apri gli occhi alle possibilità intorno a te e le tue opportunità si restringono in modo naturale, quindi crei una profezia che si autoavvera, nel poker come nella vita”.

Homepage: Maria Konnikova Courtesy Katerina Lukina & Pokernews Homepage

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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