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Quando al WSOP Main Event 2010 Cheong disse addio al bracciale contro Duhamel giocandosi tutto in una sola mano

Un fantastico final table

A distanza di 10 anni, dal main event WSOP 2010, per tutti quel tavolo finale rimane il più bello e spettacolare di sempre. Una quantità di emozioni senza precedenti, un field fra i “November Nine” di altissima qualità e una serie di colpi di scena unici nel suo genere. Per noi italiani è stato come il primo amore. Nessun azzurro prima di allora aveva raggiunto l’ultimo atto del campionato del mondo e nel luglio del 2010 ci pensa un mai domo Filippo Candio a mettere fine al digiuno.

Filippo Candio

Quattro mesi di attesa: fra sogni e speranze italiche sulla strada che conduce al più ambito dei bracciali. Filippo domina la scena a modo suo, raddoppia e poi raddoppia ancora, scaldando cuori e abbattendo le paure. Poi ad un passo dal podio, senza grandi rimpianti esce al quarto posto per una prestazione da incorniciare. Poco prima di lui si era arreso in quinta piazza un mostro sacro del poker, come Michael Mizrachi. Nemmeno “The Grinder” riesce ad evitare l’eliminazione.

Il triello e la mano della svolta

Nel main event WSOP 2010 le cose appaiono abbastanza chiare a tre left. Joseph Cheong comanda nel count con 95 milioni di pezzi e sulle sue tracce c’è quel mastino di Jonathan Duhamel a quota 85 milioni. Per la prima volta il canadese è stato deposto dalla prima casella nel count e si trova a rincorrere. Ma sarà una rincorsa molto rapida. Infine a completare il terzetto, c’è John Racener con 25 milioni circa. Quest’ultimo è indicato da tutti come possibile terzo classificato: sia per lo stack esiguo rapportato agli altri due avversari e sia per delle “Skill” che almeno sulla carta non sembrano reggere il confronto.

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Joseph Cheong

Ma c’è un ma in questa copione, all’apparenza già scritto e invece destinato a subire una profonda rivoluzione. Siamo esattamente alla mano #213 (per chi ama la cabala un numero che dice molto) e nel livello 600.000-1.200.000 ante 200.000. Racener da bottone passa e da small blind Cheong apre le danze a 2.9 milioni con a 7 . Duhamel da grande buio spilla q q e opta per una 3bet a 6.750.000. Joseph non è certo uno che si fa intimorire e piazza la 4bet a 14.250.000. Per tutta risposta il canadese alza il tiro a 22.750.000.

Lo scontro

Nel teatro dei sogni del Rio cala un silenzio irreale e il tavolo finale del main event WSOP 2010 assume contorni da brivido. Tutti in trepida attesa per capire dove possono arrivare due giocatori così. Qualunque altro player al posto di Cheong avrebbe da tempo foldato la sua mano. Ma l’americano sa che può ancora osare e soprattutto mettere il rivale nelle condizioni di passare la sua di mano. Così va in 6bet allin per 95 milioni e dall’altra parte Jonathan decide che è arrivato il momento di giocarsi il colpo della vita.

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Jonathan Duhamel (courtesy of fabphotos – Pokerfirma)

Tutti si alzano in piedi e restano a bocca aperta allo showdown. Da una parte una coppia e dall’altra quella che per molti è stata una delle più incredibile spewate di sempre. Il board 9 3 2 6 8 non ammette appelli. Jonathan Duhamel mette a segno un pazzesco double up che lo lancia virtualmente alla conquista del mondiale con 180 milioni di pezzi, mentre Joseph Cheong crolla a 10 milioni e vede già scorrere i titoli di coda, passando dalla stelle alla polvere.

Fra i due litiganti, quello che se la ride è il terzo incomodo. John Racener da maggior indiziato all’eliminazione si ritrova al secondo posto nel count e più volte le telecamere lo immortalano incredulo durante la mano. Un regalo così, nemmeno a Natale. E sarà proprio John ad accedere al day 10 per il duello finale con Duhamel. Il canadese non farà sconti mettendo le mani bracciale e sulla prima moneta da 8.944.310 dollari, mentre Racener si assicura 5 milioni e mezzo. Cheong rimasto con gli spiccioli dopo lo scontro, uscirà qualche mano dopo. Con molti rimpianti e un assegno da 4.130.000 dollari a rendere meno amara l’eliminazione al terzo posto.

Nel mondo del giornalismo sportivo da quando avevo 16 anni, ho all'attivo quasi 800 radiocronache di eventi sportivi e quasi 10 mila articoli sportivi. Da 15 anni nel mondo del poker, del betting e del gaming. Cavallo di battaglia: "Amici Miei".
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