Mentre l'attenzione di tutti è puntata sui tornei, a Montecarlo si continua a giocare cash game high stakes: Alec Torelli è nella mischia, nonostante i bui siano €2.000/€4.000 con straddle, ed il buy-in minimo sia di 400.000 €.
E' stato proprio lui a raccontare dell'azione che prosegue a fari spenti, complice la presenza non soltanto di alcuni dei nomi più pesanti del cash game internazionale - pensiamo ad Isaac Haxton, Daniel Cates e Sam Trickett - ma anche dei giocatori di Macao e di altri ricchissimi player amatoriali, che compensano una minor tecnica con un'aggressività che non conosce timori.
Alec, che è piuttosto attivo nel raccontare alcuni spot interessanti che gli sono capitati di osservare a Montecarlo, nel suo ultimo video racconta di una grossa mano che ha vinto contro un avversario sconosciuto, ma che verosimilmente non fa parte della stretta cerchia di V.I.P. sopracitati.
"Si tratta di un avversario molto loose preflop ed estremamente aggressivo, che postflop è in grado di bluffare nel caso in cui avverta debolezza - premette lo statunitense - in questa mano lui apre da UTG, io decido di 3-bettare a 35.000 € con AQ offsuited, convinto che non foldi nulla del range che apre".

Alec in azione nella partita di cash game televisiva (photo courtesy Neil Stoddart)
Il suo avversario infatti flatta, ed il flop è K Q 6 rainbow: il giocatore UTG checka, ed Alec decide di fare altrettanto. "La mia intenzione in questo caso è quella di sottorappresentare la mia mano, perché so che nel caso in cui punti e lui non abbia niente per il tipo di giocatore che è folderà davvero spesso". L'idea, quindi, è quella di usare la sua stessa aggressività contro di lui.
Il turn è il j , che apre un flushdraw: il giocatore UTG punta così 50.000 €, ed Alec chiama. Il river è un 8 che non chiude il flushdraw, ed il nostro avversario punta forte, mettendo nel piatto 175.000 €: "Qui batto solo un bluff, ma in questa situazione ho deciso di prendere la mia decisione basandomi non tanto sulla matematica, ma su altri elementi". Che sono questi.
Il primo, è il timing del suo avversario, che decide di puntare al river in maniera piuttosto veloce. Il secondo, invece, è l'entità della sua puntata: "Ho pensato che se in quella situazione avesse avuto una mano legittima con cui puntare per valore, probabilmente ci avrebbe pensato più a lungo, e credo anche che lo avrebbe fatto con una size minore. Io infatti sto rappresentando un range piuttosto debole, quindi è difficile che possa chiamare in questa situazione, quando fa una puntata di quel tipo".
Torelli si convince insomma che il suo avversario stia bluffando, magari con un busted draw: "Può avere in mano un dieci, o anche un flushdraw nuts visto che io non ho l'asso di fiori. Per questo, alla fine, ho deciso di chiamare". Ed il suo avversario mucka.