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Analisi di una mano con Vanessa Selbst: il range di villain

Pur se all’interno di questo articolo non scoprirete la mano della famosa Pro statunitense, la lezione che ne potrà scaturire sarà altrettanto interessante, poichè Vanessa Selbst darà dimostrazione del suo thinking process applicato ad uno spot del Main Event delle WSOP 2010 ragionando esclusivamente sul possibile range di mani dell’avversario.

Con bui 200/400 e ante di 50, il giocatore da cutoff apre di 1.000 mentre Vanessa, in posizione di small blind, decide di re-raisare a 3.200. L’oppo da Big Blind si adegua per il call e l’original raiser preferisce foldare.

“In situazione del genere, villain ha molto spesso una mano come AQ suited, oppure 99, TT o coppia di Jack” spiega la Selbst, che in carriera ha vinto un braccialetto alle World Series of Poker e il recente titolo al Partouche Poker Tour. “Con qualcosa di meglio di quanto detto, mi aspetto che 4-betti perché sa che mi piace re-raisare light. Lui era a conoscenza del fatto che io sapevo che l’oppo sul cutoff apriva in maniera aggressiva, per cui potevo avere anche air. Se ad esempio avevo 5-4, lui poteva tranquillamente pusharmi con AA, KK, QQ e probabilmente AK."

Sul flop arrivano 8 7 4 ed entrambi i giocatori fanno check: “Pensavo ancora che stesse pot-controllando con qualcosa come 99, TT o JJ” continua la Pro di PokerStars. “Mi aspettavo che puntasse più spesso con AQ, in modo da cercare di prendersi subito il piatto.”

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Sul turn scende un 6 e per la Selbst si tratta di una scary card per via delle quattro carte a scala: “A5 non doveva essere una grossa parte del mio range, ma comunque c’era. Ho deciso allora di puntare 5.300 e lui ha fatto call. Quella sua azione mi ha praticamente confermato che aveva una coppia compresa tra 99 e JJ perché non credevo potesse flat-callare con AQ. Poteva star slowplayando un set, ma in tal caso si sarebbe comunque fatto vivo probabilmente sul turn.”

Il river è infine il k e per Vanessa si tratta di una buona carta perché poteva sicuramente aver 3-bettato con AK. “Ho fatto 19.600 che era circa la size del pot. Quel K era ottimo per bluffare visto che lo mettevo su 99, TT o JJ: una bella puntata su uno scary board per l’invito a giocarsi un terzo del suo stack che era di circa 55.000 chips. Lui sapeva benissimo che avevo capito cos’aveva in mano, quindi l’aspettava una bella decisione.

Dopo averci pensato piuttosto a lungo, perché io potevo essere in bluff oppure potevo aver piazzato una thin value-bet, lui ha foldato. In definitiva, se avessi avuto scala avrei valuebettato allo stesso modo, e questo probabilmente l’ha pensato pure lui; ecco perché ha buttato via le carte.”

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