Una donna di Napoli è indagata da sette Procure della Repubblica per frode informatica operata su una piattaforma di gioco online. In particolare ha attirato l’attenzione dei procuratori di Perugia, Napoli, Nola, Benevento, Bari, Lecce e Padova.
Il suo nome è finito nel registro degli indagati per aver rubato l’identità a varie persone ignare di partecipare a giochi online e ad alcune sessioni a poker. Erano involontariamente complici di multi accounting, ma non solo. La donna usava anche i loro metodi di pagamento (ricaricava e scaricava alcune carte di debito).
Lo schema era finalizzato alla truffa e al riciclaggio di denaro ai tavoli attraverso la tecnica del chip dumping.
Il chip dumping
Per chi non fosse esperto di poker, il chip dumping è un metodo attraverso il quale due o più giocatori (che sono d’accordo) si passano volontariamente le chips per varie scopi, uno dei principali è proprio per riciclare denaro ai tavoli di cash game. La tecnica illegale è applicata anche per favorire un player durante un torneo o un sit and go, ma meno frequente rispetto al cash game.
Esempio: il giocatore A cerca di perdere volontariamente a favore del giocatore B. Naturalmente A e B sono d’accordo e l’obiettivo è quello di passare denaro (cash game) o chips (in caso di torneo) a B.
La donna indagata controllava gli account di vari giocatori presenti allo stesso tavolo e pilotava le sessioni a proprio vantaggio, vincendo soldi formalmente da altre persone.
Ci sono pochi dubbi infatti che l’autrice di questo schema fraudolento controllasse direttamente gli altri account. Su piattaforme però evolute diventa difficile giocare con il medesimo ID (anche con la copertura di una VPN) allo stesso tavolo.
La denuncia che ha dato il via all’indagine
Ma procediamo con ordine. Le indagini sono partite quando a gennaio, una donna di Cannara, in Umbria, si è accorta che la sua carta di debito aveva registrato movimenti anomali. Qualcuno si era impadronito delle sue coordinate bancarie e ricaricava il denaro su un account di gioco a suo nome (ma la donna non ne era consapevole). La Signora umbra è stata vittima di pishing (furto informatico di identità).
Le accuse gravi contestate dalle Procure
I carabinieri della stazione di Cannara avevano raccolto l’esposto e, al termine delle indagini, hanno denunciato una donna residente nella provincia di Napoli. Le accuse sono gravi: è ritenuta responsabile dei reati di sostituzione di persona, frode informatica, utilizzo fraudolento di mezzi di pagamento diverso dal contante e riciclaggio, nell’ambito di un giro di scommesse sportive on-line con sessioni di gioco pilotate.
L’ufficio antifrodi della società di gioco online ha collaborato alle indagini e scoperto che oltre ai soldi e l’identità rubata alla denunciante, altri 5 profili di gioco erano stati creati alle spalle di persone del tutto ignare.
Con l’uso di questi 6 account falsi, la truffa si completava ai tavoli attraverso chip dumping e tutto il denaro confluiva su un unico conto gioco, intestato alla donna residente nel Napoletano che, a sua volta, attraverso voucher ottenuti con le vincite online riusciva a riscuotere il denaro in contanti presso l’agenzia di scommesse. Il guadagno della truffa è stato di circa 25mila euro.
Gli account interessati sono stati tutti sospesi e le persone coinvolte hanno formalizzato denunce per furto di identità.