Da quando negli Stati Uniti il poker online è ricomparso a macchia di leopardo, la California è sempre stata sotto la luce dei riflettori: forte di oltre 38 milioni di abitanti e fautore del 20% dell'intero PIL negli USA, questo stato è in grado di cambiare le carte in tavola, e sembra pronto a farlo ancor prima del previsto.
A provarci è una piccola tribù che vive nella riserva di Santa Ysabel, nei pressi di San Diego: nonostante conti ormai siano in numero ridottissimo, gli indiani Iipay al pari delle altre tribù riconosciute a livello federale possono offrire gioco sul proprio territorio in base all'Indian Gaming Regulatory Act. Proprio sulla base di questa possibilità, fino all'inizio di quest' anno la tribù gestiva un casinò, poi chiuso per insolvenza.
PERCHE GLi INDIANI POSSONO? - L'IGRA stabilisce che si possano offrire solo sul territorio della riserva giochi di classe III, ovvero tutti quelli che coinvolgano il banco come ad esempio il blackjack ed anche le slot machine. Il poker ed il bingo, però, rientrano in classe II, ovvero fra quei giochi che possono essere offerti su internet, a patto che i server si trovino in territorio tribale.
La schermata di iscrizione alla poker room...
L'interpretazione su cui si basa questo genere di offerta è simile a quello per il quale Bovada opera negli Stati Uniti: la poker room in rampa di lancio si chiama Private Table, ed è già possibile registrarvisi, anche se ancora non si può depositare a soldi veri, ma pare che lo sarà presto.

Basata sul software di Win Poker Network, accetterà depositi online attraverso FinPay, un servizio di e-Payment attivo dal 2006 che fa capo a PT Finnet Indonesia, società che a sua volta fa parte del colosso Telekom Indonesia.
In California, è dal 1999 che i giochi di classe II vengono offerti da organismi tribali: è vero che al momento non esiste una regolamentazione statale al riguardo, ma gli Iipay sono convinti di essere nel giusto. "In assenza di una specifica normativa statale che impedisca questo genere di attività, ad oggi assente, il gioco online offerto da Santa Ysabel così come è stato configurato lo fa in ottemperanza sia alle leggi statali che federali".
CHI GIOCHERA' AI TAVOLI? - In attesa del lancio ufficiale, che in molti giurano sia imminente, non è ancora del tutto chiaro chi potrà giocare ed a quali condizioni. Quel che è certo è che ad oggi possono aprire un account non soltanto i residenti in California, ma anche in altri stati: nessuno può depositare per il momento, ma che succederà quando sarà possibile?
...e la lobby, al momento senza tavoli a soldi veri
Nelle condizioni di servizio si specifica infatti che è necessario avere almeno 18 anni e che l'utente "conferma di non accedere al servizio da qualsiasi giurisdizione dove il gioco online sia vietato". In un altro stralcio si legge invece che "PrivatePoker.com è stata pensata specificamente per i residenti in California ed altre giurisdizioni approvate. I residenti di alcune parti degli Stati Uniti non potranno effettuare depositi o giocare a soldi veri".
Secondo quanto riportato da Marco Valerio, giornalista italiano da anni nel settore del poker e residente in Nevada, lui ha potuto tranquillamente aprire un account. Al momento, quindi, sembrerebbe logico ipotizzare che soltanto i residenti in California potranno giocare a soldi veri, mentre residenti in altri Stati potranno giocare solo a soldi finti, almeno per adesso.
La partnership con la Kahnawake Gaming Commission - che a suo tempo aveva supportato Absolute Poker, UltimateBet e Full Tilt Poker, e che oggi consente a Bovada di operare - ha lasciato più di qualche scetticismo fra i commentatori statunitensi, che tuttavia al momento non possono che aspettare.
Potrebbe essere questioni di giorni, e forse addirittura di ore, prima che i tavoli a soldi reali siano accessibili: in ogni caso, il countdown sembra inesorabilmente avviato.