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Harrington on Online Cash Games: 3-bet e 4-bet (2° parte)

Nella seconda ed ultima parte della traduzione dell’estratto del libro ‘Harrington on Online Cash Games 6-max No Limit Hold’em’, gli autori Dan Harrington e Bill Robertie continuano l’analisi dell’esempio precedentemente introdotto per determinare come sia meglio rispondere alla 3-bet di un avversario.

“Il suo 3-betting range è in totale dell’8%. Poiché lo consideriamo un giocatore sensato, possiamo assumere che lo aggiusterà di conseguenza esattamente come faremmo noi. Quindi:

1) Dato che abbiamo rilanciato da middle position, il nostro raising-range sarà un po’ più stretto rispetto al PFR totale. Di conseguenza, lui utilizzerà un range di 3-bet più tight.
2) Poiché sarà OOP dopo il flop, tenderà a 3-bettare più light e a chiamare meno.
3) Non ci sono caller nel piatto ed ha soltanto un altro giocatore che deve parlare dopo di lui.
4) Lui vede che il nostro 'fold to 3-bet' è del 60%, un valore medio.

Il risultato di tutte queste considerazioni ci porta a stabilire che essenzialmente i vari aspetti si annullano tra loro, e pertanto in questa situazione la sua percentuale di 3-bet rimarrà nella sua media, quindi circa l’8%. Se anche lui utilizza gli stessi nostri criteri (prendiamo per buona questa ipotesi perché non abbiamo informazioni per considerarne altre), il suo range di 3-bet sarà qualcosa del tipo:

  • 3-bet per valore: coppie da 99 a AA, AKs e AQs, AKo e AQo (68 combinazioni)
  • 3-bet light: coppie da 22 a 55, A9s e A8s, QJs e JTs (40 combinazioni)

Le mani a metà strada tra quelle comprese nei due gruppi sono ovviamente le starting hand con cui farà semplicemente call. Contro tali range, quali saranno i nostri per le diverse possibili azioni? Innanzitutto diciamo che quando 4-bettiamo lui folderà le mani comprese nel range di 3-bet light. Per questo motivo, dobbiamo soltanto soffermarci su cosa può far bene contro il suo value range. Possiamo 4-bettare per valore le coppie da QQ ad AA (18 combinazioni – l’1,4%).

Callare è invece un po’ diverso, perché non possiamo considerare che folderà le sue mani più deboli. Come risultato di tale premessa, possiamo chiamare sicuramente più wide rispetto al caso precedente. Tenete però conto che con alcune di esse bisognerà bluffare post-flop per evitare di essere exploitati. Per callare la sua 3-bet, consideriamo: le coppie da 55 a JJ, AKs e AQs, AK offsuit (62 combinazioni – il 4,8%).

Infine, abbiamo ancora bisogno di 4-bettare light e per questo selezioniamo le mani migliori dopo quelle utilizzate per callare, ossia AJs e ATs (8 combinazioni – lo 0,7%).

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Un po’ a sorpresa, viene fuori che il totale delle nostre mani giocabili dopo il suo re-raise è quasi uguale al suo range di 3-bet! In verità, ciò ha perfettamente senso. Immaginate una partita pot-limit, con stack che sono enormi rispetto alle puntate iniziali, e che due giocatori continuino a rilanciarsi a vicenda. All’inizio, ogni raise riduce di molto il range di mani, poiché tutte le combinazioni trash vengono scartate. Ma nei rilanci successivi il numero di mani foldate diminuisce di tanto fino a che i due avverssari alla fine possono ritrovarsi a re-raisare praticamente con lo stesso range: AA e KK all’inizio, e poi solo con la coppia d’assi.

Ultima annotazione sulla 4-bet: la size di questo ulteriore re-raise può essere vincolata dallo stack rimanente. Facciamo l’ipotesi di una partita dove entrambi i giocatori nella mano abbiano a disposizione 100 BB. Diciamo che il primo rilancia di 3,5 Big Blind e l’avversario 3-betta a 12 BB. Se l’ original raiser 4-betta a 40 big blind e l’altro 5-betta all-in. Il pot diventa di 140 BB, escludendo i bui iniziali, ed al primo player restano 60 BB.

Il piatto gli offre odds di 2,3 a 1 per chiamare. Considerando le mani presenti nel suo range di 4-bet, praticamente si è committato con gran parte di esse. Meglio sarebbe fare una 4-bet più piccola, tipo 30 o 32 BB, che farebbe lo stesso passare diversi bluff e, al tempo stesso, lascerebbe ancora la possibilità di foldare se l’altro decide di pushare. Minore è lo stack iniziale e più importante diventa quest’aspetto.”

Traduzione di Emiliano “nimitz” Cocco

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