Patrik Antonius, per sua stessa ammissione, ormai viaggia molto poco se si tratta semplicemente di un torneo di poker: il finlandese ha fatto un'eccezione per l'Aussie Millions, ribadendo in ogni caso che la sua priorità rimangono le partite di cash game high stakes.
Il problema è che, a differenza di quanto accadeva in passato, prendervi posto non è affatto una cosa semplice, non soltanto per lui: "Le partite più importanti oggigiorno sono tutte private, e questa non è necessariamente una buona notizia per me - ha ammesso a PokerNews.com - questo ormai è vero un po' ovunque, certi giocatori semplicemente non sono graditi e quindi senza le giuste conoscenze diventa difficile".
In fondo non si tratta di una novità, visto che ormai da tempo si mormorava che Antonius fosse fra i professionisti "sgraditi" in quel genere di contesti, il che in fondo spiega perché player come Alec Torelli abbiano sempre sottolineato l'importanza di mantenere un certo tipo di relazioni: lo statunitense per riuscirci ha anche imparato un po' di cinese basilare, scelta che può apparire curiosa ma non è certo casuale.
Così, a Patrik Antonius, non rimane che sperare in una rinascita di trasmissioni televisive come High Stakes Poker, dove lui sarebbe quasi certamente invitato: "Mi piacerebbe che si trovassero degli sponsor per mettere nuovamente in piedi quel genere di partite - ha ammesso - ci sono molte facce nuove, anche fra chi non è un professionista, che potrebbero partecipare. In fondo, è vero che le partite si sono un po' inaridite, ma meno di quanto si creda".
Al momento va detto che quello caldeggiato da Antonius è uno scenario che appare irrealistico, almeno fino a quando il poker online non comincerà ad ingranare la quarta negli Stati Uniti: a quel punto la necessità di promuovere il gioco e gli interessi in ballo renderebbero gli investimenti necessari molto più giustificati, ma appunto, difficile immaginare se e quando possa davvero accadere.