Il final table del WSOP Main Event 2015 verrà ricordato per il dominio assoluto di Joe McKeehen, per l'ansia mai placata di vedere quel maledetto double up da parte di Federico Butteroni ma anche per le diseguali performance dei due player più anziani presenti al tavolo.
Si già è detto di Neil Blumenfield, che nonostante l'epilogo è risultato il giocatore più sorprendente e creativo, e di certo quello che ha contribuito più di ogni altro a dare brio a uno spettacolo a volte un po' noioso, con giocate fuori dagli schemi e grande personalità. Non si può dire altrettanto di Pierre Neuville, il più anziano player mai apparso tra i November Nine ma certo non il più sprovveduto. Proprio in ragione di quanto il belga aveva mostrato negli ultimi anni di questa sua "seconda vita" da poker pro, da lui ci si aspettava nettamente di più.
Invece Pierre ha offerto una prestazione sotto le attese e molto, troppo chiusa. In questo senso, Neuville ha rubato la palma di giocatore più nitty tra i November Nine all'italiano, che ha però dalla sua ben altre attenuanti, in virtù di una situazione di partenza molto diversa: 6,2 milioni per Federico (15bb), ben 21 milioni per il 72enne belga (più di 50bb).
Anzi, in giro si sono già sentite critiche nei confronti dell'azzurro che però, vista la situazione di stack e in attesa di vedere quali siano state le armi che ha avuto a disposizione nelle 35 mani giocate, non possono che essere bollate come ingenerose.
Neuville invece è stato discutibile in almeno due spot. Li analizziamo entrambi insieme al coach di Pokermagia MTT Simone "spera91" Speranza.
Spot #1. Siamo alla quarta mano di giornata. Pierre Neuville apre da utg a 850.000 (ricordiamo il livello 200.000/400.000 con ante 50.000) con 10 10 e uno stack globale di 20.925.000. Dopo fold generale tocca a Neil Blumenfield sullo small blind, che ha già 3-bettato la mano precedente contro Stern e decide di farlo ancora: Neil mette sul piatto 2.500.000, tenendone dietro ancora circa 20,8 milioni. Soprattutto, lo fa avendo in mano a a !!!
La parola torna a Neuville, che tanka un paio di minuti in cui fissa intensamente il rivale all'altro capo del tavolo, e infine decide di foldare!

Simone "spera91" Speranza qui è abbastanza netto: "Flatto davvero sempre qui. Sull'approccio post flop dipende molto da che percezione ho del 3-betting range di Blumenfield (se mi sta 3bettando polarizzato o lineare). In entrambi i casi comunque la mia mano lavora bene, inoltre giocherò il colpo IP con stack effettivo 52x. Il fold qui non ha davvero alcuna ragione, a meno di rare killer-read live che nessuno può essere in grado di giudicare."
Ma anche in presenza di una lettura incredibile, non rimane conveniente il flat call? In fin dei conti, con 50 bigs dietro effettivi ci potrebbero essere interessanti implied odds, oppure no?
Simone non ha dubbi: "Certo. Paradossalmente, anche se qui sapessimo che ha AA in mano ci sarebbero le condizioni per chiamare preflop". Tuttavia, Pierre è stato di avviso differente.
Spot #2 . Questa seconda situazione riguarda direttamente Federico Butteroni, in quello che a conti fatti è stato l'unico pot vinto dall'azzurro nella nottata di lunedì e proprio grazie a Neuville, anche qui invero un po' troppo passivo.
Siamo alla 21esima mano ed è già scattato il level up: 250.000/500.000 con ante 50.000. Dopo all fold, Federico coglie uno dei rarissimi un-opened per pushare diretto da cutoff i suoi q 9 per 3,2 milioni, ovvero poco più di 6 big blinds.
Dopo il fold di Blumenfield e Stern tocca a Neuville, che sul big blind riceve a 7 . Tutti pensavamo che sarebbe arrivato lo showdown, ipotesi che non sarebbe stata affatto male per il nostro, di fronte a qualcosa di molto simile ad un coinflip. Invece, tra la sorpresa generale, Neuville riesce a trovare nuovamente il tasto fold!
"Già qualora Butteroni avesse avuto 8bb sarebbe stato da chiamare se lo stimassimo, diciamo, su un top 30%. Quando pusha 6x è call davvero sempre qui, il fold non esiste", è il laconico commento del coach di Pokermagia.
Invece fold è stato. In seguito, la già non brillantissima serata di Pierre Neuville si è trasformata in dramma, prima quando si è trovato a pagare in pieno il full house di Blumenfield rimanendo short, e infine perdendo la mano della sopravvivenza con un colore runner runner da parte del futuro vincitore. Ma la disfatta era figlia di una condotta davvero troppo conservativa, le cui premesse erano state già poste dai due discutibili laydown che abbiamo raccontato oggi.