Se c'è una cosa che molti di giocatori di poker detestano, e siamo certi ce ne sia più d'una, è qualcuno che impiega troppo tempo nel prendere le proprie decisioni al tavolo: durante le WSOP chi partecipa ai tornei se ne è lamentato spesso, arrivando a chiedere l'introduzione di uno shot clock.
Ma cosa sarebbe più opportuno fare quando una situazione simile accade ad un tavolo di cash game dal vivo? Al riguardo le opinioni non sono sempre concordanti, anche fra gli stessi professionisti.
Ne hanno discusso proprio oggi Alec Torelli e Dario "[Dario]" Diofebi, che in questo periodo si trovano a Las Vegas. Il giocatore romano ha assistito al Bellagio ad una situazione particolare, nella quale un giocatore con il nuts - che aveva rilanciato in all-in al river - ha chiamato il tempo dopo due minuti su un secondo giocatore, che nell'occasione aveva il second nuts.

Al resto del tavolo questo è sembrato normale, ma secondo Dario trattandosi di cash game - dove evidentemente al contrario dei tornei non c'è il problema dell'incremento dei bui - un atteggiamento simile è piuttosto scortese, specie in una situazione che effettivamente richiede delle riflessioni. Inoltre, è il ragionamento dell'italiano, molti giocatori possono innervosirsi se gli viene chiamato il tempo, e l'ultima cosa che vorreste è che il 64enne infastidito del Wyoming prenda il suo stack e vada a regalarlo altrove.
Di parere diverso invece Torelli, che frequentando spesso partite dove i giocatori occasionali sono quelli che decidono chi possa sedersi assieme a loro e chi invece no, sembra avere un approccio differente: "Se il clock viene chiamato dopo due minuti significa che in realtà si hanno circa quattro minuti per decidere, e non credo ne servano mai più di due".
Nonostante lui dica di chiamare il tempo agli avversari "una volta all'anno", consapevole di prendersi lui per primo abbastanza tempo per decidere, crede che anche nel cash game decisioni rapide siano preferibili: "Se ci fosse uno shot clock di un minuto tutti si divertirebbero di più, ed un minuto intero per ogni decisione presa è comunque molto lungo - argomenta - io cerco di giocare sempre nella maniera più veloce possibile, perché altrimenti le persone si annoiano e quindi sono meno propense a gamblare".
Per questo motivo, dal suo punto di vista un professionista avrebbe tutto l'interesse non tanto a chiamare il tempo ad altri, ma a non dare ragioni agli altri per farlo, compiendo quindi decisioni rapide per quanto possibile.
L'esempio quindi sopra riportato rappresenta probabilmente un'eccezione a questa regola: in ogni caso, è interessante notare come uno stesso scenario possa essere "interpretato" in maniera differente, anche da chi delle carte ha deciso di farne qualcosa di più che un semplice gioco.