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“Quanto vorrei per un’ora di coaching? Credo 20.000 $”

Ben Tollerene, quando si parla di Pot Limit Omaha e non solo, è notoriamente considerato uno dei migliori giocatori al mondo: lo statunitense ormai da tre anni vive a Vancouver per continuare a giocare cash game high stakes, dove per ragioni difficilmente spiegabili ha anche una foca come animale domestico.

Sfizi da nosebleeder, lui che certo non è tipo da lasciarsi andare a molte altre stravaganze: molta palestra, poche amicizie fidate, tanto poker e Dota 2 sono una lista di cose che rischiano di definire piuttosto bene il suo mondo, che è arrivato a costruire con estrema dedizione e costanza nel corso del tempo.

A differenza di altri giocatori infatti, “Ben86” non è arrivato a giocare i più alti livelli del cash game in un lampo, ma investendo molto tempo e denaro nel coaching e sacrificando anche molto per quanto riguarda la sua vita sociale, lui che in ogni caso si è sempre definito un tipo un po’ solitario.

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Ho sempre pensato che il coaching sia pagato troppo poco – ha raccontato a Joe Ingram nel suo podcast – quando giocavo il PL400 e intendevo arrivare al PL1000 il prima possibile, guardavo la lobby di PokerStars per farmi un’idea su chi fossero i regular migliori, li contattavo su TwoPlusTwo per chiedere quanto volessero per coacharmi e mi rispondevano 400 dollari l’ora, che da parte mia era una specie di furto”.

Essendo buon amico di Phil Galfond, quest’ultimo spesso ha cercato di coinvolgerlo in Run It Once per fargli preparare qualche video di strategia, ma Ben ha sempre rifiutato: “Se qualcuno mi chiedesse di coacharlo per il Pot Limit Omaha heads-up avendo accesso davvero a tutto quello che so, e si trattasse di un giocatore già abile penso che gli chiederei 20.000 dollari l’ora, ma comunque non è qualcosa che sia interessato a fare”.

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Può sembrare una cifra assurda, e naturalmente è pazzesca, ma per Tollerene avrebbe comunque un senso: “Mi stupirei se ci fosse qualcuno disposto a pagare una cifra del genere, ma se fosse una persona intelligente che si presenti con una serie di domande puntuali credo sarebbe in grado di rivelarsi un buon investimento”.

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Invoker è il personaggio che Ben Tollerene usa quando gioca a Dota 2

Tollerene parla poi del suo rapporto con gli high stakes e col denaro, comprese le sfide contro “Isildur1” con cui giocò circa 40.000 mani in heads-up un paio di anni fa: “Giocare il PL2000 per me non vale la pena, ed inoltre non trovo sia una buona idea giocare un livello con scarse motivazioni, mentre tutti sono motivati e con la bava alla bocca. Lo stesso PL5000 lo considero una sorta di grinding, e dopo aver giocato in heads-up con Viktor Blom al $500/$1000 non riesco più a sentirmi motivato a giocarlo”.

Giocare a certi livelli comporta certo dei rischi, anche perché nessuno è propriamente rollato per prendervi posto, neppure lui, ma da questo punto di vista “Ben86” sembra andarci coi piedi di piombo: “In certe partite ho degli amici che mi comprano delle quote, sono piuttosto soddisfatto di come ho saputo gestire il mio bankroll, visto anche che sono arrivato ad un punto dove perdere due milioni di dollari mi farebbe molto più male dei benefici che avrei guadagnando altri due milioni“.

E quando puoi mettere la parola “altri” di fronte a “due milioni” significa che troppo male non ti è andata.

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