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Strategia cash game: guida ai micro stakes (3° parte)

Isildur1, esempio da non imitare ai microstakesNel terzo appuntamento con la guida sul cash game dedicata esplicitamente ai micro stakes, “sircuddles” cerca di sgombrare il campo da uno degli errori che più comunemente i principianti commettono quando si affacciano a questi livelli: quello cioè di mettere in pratica giocate troppo raffinate in relazione ai loro avversari. Generalmente, con pessimi risultati.

“Chi si avvicina per la prima volta al gioco del poker, di solito lo fa dopo averlo visto in televisione, cercando di compiere giocate estrose che semplicemente non funzionano ai micro stakes. La soluzione a questo problema è una sola: non bluffate, non slowplayate, non cercate giocate fantasiose o fuori dagli schemi. Mai”.

Il motivo per il quale l’autore è tanto netto a questo riguardo viene spiegato poco più tardi: “La ragione per cui i professionisti fanno certe giocate deriva dal fatto che si confrontano contro avversari di alto livello, ed hanno quindi la necessità di renderle difficilmente prevedibili. Ai micro stakes non ne avrete bisogno, ed anzi può rivelarsi controproducente, perché spesso i vostri avversari non si preoccuperanno minimamente di cosa cerchiate di rappresentare o cose del genere”.

L’autore mette in guardia dalle situazioni marginali a questi limiti: se contro avversari preparati e ad alti livelli è proprio il “thin value” a fare la differenza, questo non è altrettanto vero per i micro stakes, che sono livelli dove i principianti affrontano altri principianti, con capacità postflop limitate, non solo in termini di stima dei range.

All'inizio vorrete giocare poche, forti maniDi conseguenza, “sircuddles” consiglia di evitare – fin quando le proprie capacità non avranno raggiunto un livello accettabile grazie all’esperienza – situazioni marginali, il che significa tendenzialmente due cose.

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Da un lato, fare una buona selezioni delle mani giocate preflop, cercando di restringere il proprio range e di giocare il più possibile in posizione.

Dall’altro, non cadere nella tentazione di credere che un avversario del NL10 cerchi in tutti i modi di outplayarvi, sfruttando magari un flop accoppiato o situazioni di questa natura: per quanto questo non sia sempre vero, a questi limiti troverete avversari che spesso hanno esattamente ciò che rappresentano, e di questo dovrete tenere debito conto.

L’idea insomma è di limitarsi ad apprendere bene le basi ed a metterle in pratica correttamente, senza “temere” di giocare un poker troppo elementare: per ogni genere di raffinatezza, una volta approdati ai limiti superiori avrete soltanto l’imbarazzo della scelta…

Traduzione di Piero "Pierelfo" Pelosi

Leggi qui la prima parte
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