Se arrivate a Macao con la speranza di sedervi ad uno dei tavoli di cash game più ambiti, avete soltanto due strade: essere presentati da uno dei giocatori che già vi partecipano abitualmente oppure essere introdotti da Winfred Yu, la mente del Poker King Club.
E' qui che all'interno dello StarWorld Hotel si gioca pesante, e se questo oggi è possibile è anche grazie a lui. Yu è originario di Honk Kong, ma si è trasferito in Canada con la propria famiglia quando aveva 14 anni. Qui si è laureato a Toronto, ed è quindi entrato a contatto con il Texas Hold'em già nel 1995, dirigendo una sala da poker proprio in quella città.
Forte di questa esperienza e volendo continuare a lavorare nell'industria del gioco, sbarcherà a Macao e troverà a dargli manforte uomini allora sconosciuti ai più, ma che ormai chi segue le vicende della partita più chiacchierata degli ultimi anni non può non aver sentito nominare: stiamo parlando di Paul Phua, Richard Young e Tom Hall.

Winfred Yu, sulla destra, premia il vincitore del Macao Poker Championship 2010
Yu però non ama stare semplicemente dietro le quinte: quando la partita di Macao stava appena nascendo si trovava regolarmente seduto ai tavoli, e di tanto in tanto lo si trova anche iscritto in alcuni dei più ricchi tornei internazionali. Lo scorso anno, ad esempio, fu terzo nel torneo da 10.000 $ delle WSOP Australian Pacific, ed anche nei tornei che si sono tenuti negli anni a Macao ha ottenuto più di un piazzamento di rilievo.
Al pari di Tom Hall - una delle fonti più autorevoli fra coloro che raccontano con regolarità cosa succede in Asia - anche lui ha quindi qualche esperienza da raccontare: "A quei livelli, molto spesso non importa più chi sia il giocatore migliore, ma chi abbia o no il coraggio per mettere tutte le fiches nel piatto - dichiarava già nel 2010 - per molti di quegli uomini d'affari perdere oltre un milione di dollari non significa nulla, sono capaci di partire da Pechino o Shangai carichi di soldi solo perché sanno che a Macao è arrivato Phil Ivey, e vogliono sfidarlo. Non penso esistano professionisti che possano permettersi di perdere quelle cifre ed alzarsi dal tavolo con il sorriso".
Da quelle parti, ormai si è capito, bisogna essere pronti a prendere anche sonore batoste con la giusta dose di leggerezza, esercizio assolutamente impossibile per dei comuni mortali ma al tempo stesso indispensabile per essere visto con favore dai propri avversari, a prescindere dal fatto che possano slowrollarti in modo epico o chiederti di mostrare le carte dopo un grosso fold: regole non scritte che a certe latitudini diventano legge.