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Manette a Macao: smantellato giro di prostituzione, 100 arresti

[imagebanner gruppo=gazzabet] Giro di vite deciso da parte delle autorità di Macao, che ha smantellato un vasto giro di prostituzione ed arrestato uno degli uomini più influenti della regione, Alan Ho, nipote di quel Stanley Ho che nella cittadina cinese è a capo della SJM Holding, proprietaria fra le altre cose del Grand Lisboa e di quasi 20 casinò.

Un pezzo da novanta insomma, così come oltre novanta sono le prostitute asiatiche che - secondo quanto riportato dal South China Morning Post - avrebbe generato un giro di affari annuale pari ad oltre 40 milioni di euro. Coinvolti nell'organizzazione ci sarebbero anche cinque dipendenti di un hotel (il cui nome non è stato diffuso dalle autorità) che a partire dal 2013 avrebbero controllato circa 100 stanze d'albergo.

Lo stesso South China Morning Post, citando fonti di stampa locali non meglio precisate, spiega che l'albergo in questione sarebbe proprio l'Hotel Lisboa, di cui Alan Ho è uno degli Executive Director.

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La notizia ha avuto ampio risalto, non soltanto sui media locali, sia per la portata dell'operazione - una delle più massicce da quando si sono cominciate a costruire case da gioco nell'ex colonia portoghese - sia per la rilevanza dei personaggi coinvolti, dal momento che la famiglia Ho di fatto ha contribuito in modo decisivo a rendere Macao quella capitale del gioco mondiale che oggi conosciamo.

Secondo i dettagli emersi, i clienti sarebbero stati soprattutto locali che prendevano accordi con le ragazze online, per poi presentarsi a Macao. Per poter far parte dell'organizzazione, queste ultime avrebbero dovuto versare una cifra annuale equivalente a circa 20.000 €, più una "tassa" di circa 1.000 € mensili per poter aver accesso alle stanze.

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Questo garantiva loro anche "carta bianca", sempre secondo le accuse, nel cercare di adescare clienti in albergo, con i profitti che a quel punto rimanevano interamente a loro.

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L'inchiesta sarebbe partita a seguito di una "soffiata" pervenuta alla polizia lo scorso aprile, e secondo molti analisti si tratta di un'operazione che si inserisce nel quadro di un contrasto più deciso a corruzione e illegalità voluto dal governo centrale cinese.

Proprio questo "cambio di rotta" avrebbe spinto più di qualche giocatore high roller orientale a cercare di dare "meno nell'occhio": uno dei motivi, secondo i bene informati, che avrebbe contribuito al calo degli utili registrato per la prima volta a Macao nel corso dello scorso anno.

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