La recente presa di posizione della Corte di Cassazione sul dissequestro di un circolo di Palermo sembra aver aperto il settore del poker live a nuovi equilibri, seppur transitori, in attesa del bando di gara che assegnerà le licenze per le rooms targate AAMS.
In queste ore, in tutta la Penisola, dalla Campania all’Emilia, si sono intensificati i controlli da parte della Guardia di Finanza nei circoli privati. L’attenzione delle autorità però sembra volta più al contrasto dalla raccolta di gioco non autorizzato per l’online.
Le fiamme gialle nelle ultime 48 ore hanno scoperto in un locale di Sorrento diversi pc collegati ad una room online estera non autorizzata dai Monopoli di Stato. Stesso bilancio in provincia di Reggio Emilia, in un club di Scandiano, dove sono stati scoperti 12 computer che erano ‘vincolati’ ad un sito di poker online straniero, senza concessione AAMS, più altre 3 postazioni libere per la navigazione (per i militari non vi era la licenza necessaria). Inoltre sono stati rinvenuti diversi tavoli per il texas hold’em, predisposti con fiches e carte, ma su quest’ultimo punto la giurisprudenza, come abbiamo visto, ha sposato un orientamento sempre più favorevole ai circoli.
Il locale e 15 pc sono stati posti sotto sequestro dai militari per attività illecita nella raccolta del gioco non autorizzata. Denunciato il titolare per esercizio di gioco d’azzardo. Le autorità di pubblica sicurezza hanno concentrato le loro attività di indagine e controllo nel contrasto della raccolta del gioco illecito, non autorizzato da piazza Mastai.
Oramai sono molti i circoli della penisola collegati a siti di gambling online: la polizia e le fiamme gialle stanno verificando la legittimità dei collegamenti (se orientati o meno verso piattaforme con concessione AAMS).
Su un caso simile si è recentemente espresso il Tar della Puglia (sezione di Lecce). I giudici hanno riconosciuto come valido il provvedimento di un Questore che aveva revocato ad un esercizio pubblico la licenza di internet point, in quanto i computer all’interno del locale erano vincolati ad un bookmaker estero. Le persone all’interno del locale, secondo il Tar pugliese, non potevano quindi navigare liberamente e le postazioni avevano la medesima funzione dei totem per le scommesse. Per la Questura l’esercizio operava come un centro betting non autorizzato.
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