Raramente un nickname è stato più adatto a un player, ed a un coach. Alessio Traverso alias "The Hurricane" (l'uragano) è uno dei coach emergenti di Pokermagia, oltre ad essere esempio vivente di come grinta e perseveranza possano essere elementi che, uniti al talento, formano il DNA di un giocatore vincente.
Chi scrive può fregiarsi di essere stato un po' il “talent scout” di Alessio, conosciuto nella primavera del 2009 in un torneo organizzato da SnaiPoker a Santa Margherita Ligure, che poi naturalmente vinse in scioltezza.
25 anni con mamma savonese e padre genovese, Alessio si trovava proprio a Genova durante la recente alluvione. Una esperienza tremenda che ci facciamo subito raccontare:
AP: Ciao Alessio e benvenuto in Assopoker. Quindi due settimane fa eri nell'occhio del ciclone?
Alessio: Sì, ero in centro per fare un paio di commissioni insieme alla mia ragazza prima di partire per Nova Gorica (alle ISOP, ndr). Eravamo in macchina e ovviamente pioveva, ma mai potevo immaginare quello che stava per succedere. A un certo punto vediamo tutti che iniziano a correre, il traffico che si intensifica e lì mi accorgo di quanto era alta l'acqua - almeno due palmi - e scorgo una fiat 500 che praticamente già galleggiava.
Così un vigile ci invita a deviare, ma l'altra strada che andiamo a prendere era completamente allagata. Così insieme ad altre auto prendiamo una strada in controsenso, nel panico generale. Per fortuna arriviamo in Corso Torino che per come è costruita era allagata ai lati ma praticabile in mezzo. Così siamo riusciti ad uscire dalla città, ma sotto shock per avere visto uno spettacolo irreale ed agghiacciante, come vivere in prima persona un film di quelli catastrofisti.
AP: Cerchiamo di dimenticare, anche se non è certo semplice, e concentriamoci sul poker. Noi ci conoscemmo a quel torneo di Santa Margherita Ligure che poi vincesti. Ma che Alessio era quello, rispetto a quello di oggi?
Alessio: Ero un mezzo fishazzo (ride), ma certo avevo già delle conoscenze discrete in mtt. Il poker lo avevo scoperto da circa 6 mesi ed era la prima volta che mi appassionavo a un gioco di carte, se escludiamo i campionati di bridge con la scuola.
AP: Quando hai iniziato a pensare di poter vivere di poker?
Alessio: Tutto è iniziato circa 2 anni fa, quando iniziai a giocare cash e compresi che per fare il salto di qualità dovevo mettermi sotto e studiare con costanza. Allora lavoravo come consulente in un'azienda edile di Savona, poi grazie ai guadagni crescenti ottenuti col poker decisi di fare il grande passo.
AP: Oggi sei uno dei coach emergenti di Pokermagia. Come sei entrato nel team?
Alessio: A maggio scorso, durante un live incontrai Scienziato, con il quale ci conoscevamo già ed abbiamo scoperto di avere parecchia history online. Tra una chiacchiera e l'altra mi invita ad approfondire Pokermagia. Così prima faccio un po' di coaching con Somfranz – che è stato illuminante e mi ha permesso di capire veramente cosa posso dare a questo gioco. Poi, a partire da luglio, sono diventato coach a mia volta.
AP: Di cosa ti occupi precisamente?
Alessio: In generale faccio coaching a diversi ragazzi tra il NL50 e il NL100, divisi tra il personalizzato e il free coaching.
AP: Mi spieghi come funziona questo free coaching? Perchè è difficile pensare di accedere a un know how d'eccellenza senza spendere un euro.
Alessio: Beh, il funzionamento è abbastanza semplice. Chi viene selezionato per il free coaching gioca con soldi propri diventando nostro affiliato, e ogni tot mani ha diritto a una lezione, venendo seguito sempre dal proprio coach che quindi ne conosce le esigenze. E' chiaro che se un ragazzo ha bisogno di fare ghosting o leak finding la lezione è privata, mentre quando si tratta di lezioni teoriche si possono fare piccoli gruppi di 3 o 4 ragazzi che condividono un determinato argomento da approfondire. Per qualsiasi info comunque c'è la mail coaching@pokermagia.com
AP: Quali sono le problematiche più frequenti che ti trovi a dover affrontare con i ragazzi coachati?
Alessio: Più che altro i 3-bettati e i 4-bettati, perchè in linea generale un giocatore ancora poco esperto tende ad avere paura a giocare i pot grossi. Nella loro testa rimangono più impressi, anche a distanza di tempo, poiché sono situazioni in cui in genere è più facile perdere uno stack. Al di là della necessità di non farsi influenzare dal valore in sé del denaro perso in un pot, che è un dato scontato da acquisire per un giocatore, c'è un altro aspetto su cui mi soffermo per correggere questo difetto.
AP: Ovvero?
Alessio: Quello che si fa fatica a capire è che la differenza per un regular la fanno i pot medi e medio-piccoli. Questo perchè nei pot grossi, specialmente nel 6-max ai loro livelli dove non ci sono avversari fanta-aggressivi, la maggior parte delle volte abbiamo a che fare con dei cooler o giù di lì. Invece sono altri fattori a rendere la nostra skill un elemento rilevante: le volte in cui bettano e l'altro folda, quelle in cui bettano due streets e l'altro folda o magari quando tengono la linea bet-bet-bet e l'altro chiama da dietro...
Sono queste le situazioni su cui focalizzarsi per massimizzarne il valore, mentre istintivamente molti ragazzi tendono a rimanere scottati dal fatto che per 3 volte di fila un avversario setta sui loro 3-bettati, essendo quindi inclini magari a foldare una overpair in una situazione reg vs reg che invece richiederebbe una linea ben più decisa.
AP: Che ritmi tieni, tra coaching e grinding? E qual'è l'aspetto di Alessio-player a cui stai più attento?
Alessio: Come gioco non ho dei ritmi standard, perchè tendo a giocare quando mi sento veramente bene, lucido e pronto mentalmente. Per me è importante avere voglia di giocare, perchè in sessione a volte è la cattiveria con cui aggredisci un pot a risultare fattore decisivo. Specialmente in contesti deep stack (sopra i 100x) e contro regulars questo è un elemento di enorme importanza.
Certo, ci sono partite in cui puoi vincere bene anche se non sei al 100%, ma per un grinder è fondamentale essere sempre lì, presenti a sé stessi, non smettere di porsi domande anche apparentemente banali (Perchè sto tenendo questa linea e non un'altra, etc).
AP: La tua main room è Betapoker, del circuito People's. Dimmi due motivi per cui hai fatto questa scelta.
Alessio: Sicuramente per il field fanta-basso rispetto alle altre .it in generale, e il traffico davvero molto alto a tutti i livelli e praticamente a tutte le ore del giorno. Queste sono due ragioni che rendono molto profittevole grindare su questo network.
AP: Che rapporto hai con il tilt e quanto è importante saper limitare l'ego nel poker?
Alessio: I primi tempi quando leveluppavo c'erano giorni in cui potevo perdere anche 9-10 stack un giorno, riprenderne 13 il giorno dopo e riperderne 7 il giorno dopo ancora. Quello che ti salva è sempre arrivare ad avere coscienza e consapevolezza dei propri mezzi. Scollarsi dal risultato singolo e metterlo in relazione esclusivamente con le dinamiche che lo hanno prodotto. Se di 8 piatti grossi che ho perso in una data sessione sette sono dei cooler e uno è abbastanza borderline allora vuol dire che non potevi fare molto altro per cambiare quella tendenza.
Avere sempre piena consapevolezza di sè, e avere qualcuno a cui chiedere un parere (colleghi o coach) è fondamentale. Anche saper mettere l'ego da parte ha un valore inestimabile. In questo senso, uno dei consigli che do più spesso ai coachati è di non guardare mai l'andamento della sessione mentre si gioca: la decisione che stai prendendo non deve essere mai influenzata dal fatto che stai sopra di 12 stack o sotto di 15, e men che meno devi prendere una decisione sentendoti Dio in terra.