AMMS ha pubblicato i dati sul gioco online per l’anno solare 2012: la spesa complessiva nei giochi a distanza è stata sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente: 749 milioni di euro, con un aumento di 14,5 milioni, ovvero del’1,9%, grazie soprattutto al poker cash game e ai casinò che hanno registrato un aumento della spesa annuale del 17,1%.
Si è registrato un crollo (vedi tabella in alto con in rosso la spesa nel 2011 e in verde nel 2012) per quanto riguarda i poker tournaments (Mtt e sit and go) con una contrazione del 37,6% (11 milioni in media mensile). Per AAMS è "in parte dovuta alla concorrenza dei nuovi giochi nel luglio del 2011 ed in parte a causa del calo generalizzato che si sta verificando nel gioco del poker anche nei mercati esteri".
Per il cash game, nel 2012 la spesa è in aumento del 63,6%, ma il confronto con il 2011 è incompleto poiché questa categoria di giochi è stata introdotta, come detto, solo a luglio 2011. Negli ultimi mesi del 2012 la spesa è calata mediamente di oltre il 30%, "a causa - commentano i tecnici di Piazza Mastai - di due motivi concorrenti: la diminuzione generalizzata della spesa in giochi in Italia, e in poker in Europa, e la fine dell’“effetto novità” dell’agosto 2011, quando i giocatori provarono in massa il poker “cash” appena introdotto". In basso la tabella con la spesa nel dettaglio mese per mese, in base alle stime elaborate da AAMS:
Dati complessivi comunque positivi per il poker online italiano, soprattutto se lo confrontiamo con gli altri giochi: la spesa per i Gratta e Vinci su internet è diminuita del 41,4% (4,6 milioni). Nelle scommesse sportive invece è calata del 20,1% rispetto all’anno precedente, a causa di un payout, nel 2012, particolarmente alto (86,5%). Nel 2012, a parità di somme messe in gioco rispetto al 2011, gli scommettitori hanno vinto in maniera molto più consistente. A settembre il payout ha addirittura superato il 100%, ovvero le somme vinte sono state maggiori rispetto a quelle giocate. Stessa musica per il Bingo online (-22%).
Ottimo il trend per i casinò online: la spesa annuale è cresciuta di quasi il 200%, ma anche in questo caso il confronto non è corretto poiché tali giochi non erano presenti nei primi 6 mesi del 2011. Di particolare interesse è il dato di dicembre, superiore di oltre il 40% rispetto al mese precedente, a causa dell’introduzione, il 3 dicembre, delle slot machines online. Si tratta di giochi già largamente praticati dagli italiani sui siti non autorizzati prima della loro regolamentazione, e per i quali si sta evidentemente verificando un sensibile rientro verso il circuito legale e controllato.
In generale, i Monopoli evidenziano l’orientamento delle preferenze del pubblico sulle due categorie più popolari (giochi di abilità/poker/casinò e scommesse sportive), che insieme rappresentano, nel 2012, ben il 90,0% della spesa in giochi a distanza (aggiungendo il bingo si arriva al 95,7%) e che meglio si prestano alla fruizione “on-line”. Per le restanti categorie, continua a prevalere invece l’abitudine alla fruizione “fisica”.
Per AAMS la gestione del gioco a distanza negli ultimi anni è stata ottimale e presenta un bilancio senza dubbio positivo anche grazie ad una politica fiscale intelligente ed equilibrata: “La regolamentazione delle nuove categorie di giochi a distanza nel luglio 2011 (c.d. “poker cash” e “casinò”) e nel dicembre 2012 (“slot machines”), ha fatto sì che, in un periodo storico di diminuzione generalizzata per tutti i giochi con vincita in denaro nel nostro paese (–4,6% nei primi 10 mesi del 2012, a fronte di un calo dei consumi delle famiglie, nello stesso periodo, del 2,2%), il comparto del gioco online abbia conseguito un lieve aumento. Il recupero di gioco dal settore illegale (praticato sui siti sprovvisti di qualsiasi licenza o autorizzati in altre giurisdizioni ma non nel nostro paese) ha dunque più che compensato la contrazione complessiva".
"Il consistente recupero di gioco irregolare è stato reso possibile grazie alla differenziazione del modello di imposizione fiscale sui giochi a distanza, tale da renderlo compatibile con le caratteristiche tecniche dei diversi giochi. In particolare, con il decreto legge n. 39 del 2009, è stata introdotta, per la prima volta nell’ordinamento italiano, l’imposta del 20 per cento sulla raccolta netta (raccolta meno vincite), sui giochi “poker cash” e “casinò”, mentre è rimasta invariata l’imposta del 3 per cento sulla raccolta per i giochi di abilità. Il modello di tassazione adottato è l’unico che permette l’offerta di versioni “legali” di questi giochi che abbiano payout concorrenziali con quelli non regolamentati. Un diverso modello comporterebbe necessariamente l’abbassamento dei payout e, conseguentemente, una sorta di “fuga dei capitali” dei giocatori verso i siti non autorizzati, anche se legittimi in altre giurisdizioni”.
"La positiva esperienza italiana nella complessa attività di regolamentazione dei giochi online, e in particolare l’adozione di diversi e nuovi criteri di tassazione, rappresentano un modello a cui diverse altre giurisdizioni europee si sono ispirate o si stanno ispirando, sia per quanto riguarda l’apertura dei rispettivi mercati, sia per la revisione delle regole esistenti. Inoltre il sistema italiano di regolamentazione rappresenta un caso oggetto di attento studio da parte del gruppo di esperti che la Commissione Europea ha recentemente istituito, in seguito alla pubblicazione del “Libro verde sul gioco d’azzardo on-line”, allo scopo di preparare i possibili futuri interventi comunitari in questo settore”.