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Poker online americano salvo, arriva la sentenza federale: "Wire act solo per le scommesse"

La recente revisione del Dipartimento di Giustizia statunitense del "Wire Act" (la legge federale del 1961 che limitava le scommesse telematiche-telefoniche) era una spada di Damocle che pendeva sulla testa del mercato legale del poker americano online. Un giudice federale però ha disatteso - pochi giorni fa - questa "raccomandazione" ed interpretazione del vecchio atto normativo. E l'industria del poker online può tirare un grosso sospiro di sollievo.

E' stata senza dubbio una mossa lobbistica di Sheldon Adelson, molto influente a Washington. Ci sono negli USA forti sospetti che abbia condizionato l'ex ministro di giustizia Jeff Session (ultra conservatore) nell'indurlo a re-interpretare il Wire Act: il dubbio viene sollevato dai principali quotidiani statunitensi.

Adelson non ha mai nascosto il suo obiettivo di voler revisionare la vecchia legge (finanziando la lobby anti-online per decine di milioni di dollari).

Sotto l'amministrazione Obama, nel 2011, a seguito del Black Friday, il Dipartimento di Giustizia (DOJ) diede un'interpretazione aderente a quella che fu la ratio legis del 1961: il Wire Act fu approvato (e voluto) dai fratelli Kennedy (che indussero il Congresso a votarlo) per fare in modo che la mafia non controllasse il mercato delle scommesse sportive. Si vietavano - con questo atto federale -  le scommesse telefoniche (che venivano gestite dal Nevada in tutto il paese).

Nei primi mesi del 2019, il Dipartimento di Giustizia ha pubblicato una raccomandazione che, di fatto, dava un'interpretazione estensiva a tutti i business inter-statali legati al gioco online, mettendo in forte pericolo il nuovo mercato che vede un pool condiviso nel poker online tra Nevada, Delaware e New Jersey, più tutte le lotterie "federali" e i DFS (Daily Fantasy Sports).

Lo scorso lunedì, un giudice federale, ha disatteso questa interpretazione estensiva "consigliata" dal DOJ. Si è pronunciato a seguito di un'istanza presentata proprio da una lotteria statale, la New Hampshire Lottery contro il Governo federale di Donald Trump. Il giudice ha dato ragione alla lotteria, disattendendo su tutta la linea, le raccomandazioni del DOJ.

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Il giudice federale Paul Barbadoro ha motivato la sua sentenza: "l'interpretazione letterale non è sufficiente per stabilire se la legge vada applicata solo al gioco d'azzardo sportivo (le scommesse, ndr), ma un'attenta lettura contestuale del Wire At nel suo insieme, rivela che l'interpretazione più ristrittiva (solo al betting e non agli altri giochi, ndr) del 2011, sia da considerarsi una migliore lettura. La storia legislativa dell'Atto, conferma questa conclusione".

Le motivazioni del giudice Barbadoro sembrano lineari e logiche: il Wire Act mirava solo a stroncare il business delle scommesse sportive che venivano raccolte per telefono nel lontano 1961. Ed è evidente che i giudici federali siano consapevoli come si è arrivati alle conclusioni nel 2011 ed anche nel 2018 con la raccomandazione caldeggiata da Jeff Session e Sheldon Adelson. Un'interpretazione più lobbistica e politica che non ha nulla a che vedere con la ratio del 1961.

In ogni caso, il mercato del poker online inter-statale americano sembra salvo, il progetto della condivisa andrà avanti.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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