Dopo l’attentato (mal riuscito) della ritenuta del 20% sugli accrediti provenienti dall’estero che potevano creare grossi problemi ai players e alla rooms estere con concessione italiana, un altro provvedimento molto discutibile (sotto il profilo della compatibilità della legge italiana con i principi UE) è stato abrogato dal nuovo Governo guidato da Matteo Renzi: la tanto discussa Web Tax non vedrà mai la luce (doveva entrare in vigore a luglio), secondo le ultime indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi.
Molti siti di gioco online tirano un sospiro di sollievo perché Francesco Boccia del Partito Democratico, sottosegretario nel Governo Letta e ideatore della “Google Tax”, aveva espresso a chiare lettere, l’intenzione di voler applicare l’obbligo anche agli operatori esteri dell’e-gaming (senza però fare una distinzione tra concessionari e non). L'economista bocconiano aveva messo in evidenza che la maggior parte delle piattaforme di poker erano gestite da società estere.
Il Consiglio dei Ministri ha però ritenuto la norma non compatibile con i principi europei. Il neo premier Renzi ha sempre sostenuto che il problema della tassazione delle revenues delle società del web, doveva essere discusso con gli altri paesi del Vecchio Continente. Per questo motivo è stata accantonata.
Nel frattempo sono stati nominati i nuovi sottosegretari: all'Economia andranno Enrico Morando e Luigi Casero. Non è stato confermato Alberto Giorgetti che aveva la delega sui giochi ed è stato colui che ha voluto il nuovo codice, previsto dalla Delega Fiscale.
Avevamo detto no #webtax Siamo stati di parola #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Febbraio 2014