E’ in rampa di lancio un nuovo progetto condotto dalla Banca d’Italia (in particolare dalla sezione Uif, Unità d’informazione finanziaria) e dai Monopoli di Stato per tracciare tutti i trasferimenti di denaro delle società di gambling con licenza estera (Malta, Austria e Gibilterra) che raccolgono gioco in Italia (in genere attraverso i centri trasmissione dati) senza concessione.
Secondo quanto riporta l’agenzia Agimeg, la Uif dovrà ricostruire tutti i movimenti bancari, al fine di poter assoggettare le compagnie straniere al regime di tassazione italiana sui giochi e sulle scommesse.
Si tratta di un’operazione complessa e che potrebbe essere oggetto di impugnazione da parte dei bookmakers esteri, seguendo il principio del divieto di doppia imposizione. La maggior parte dei bookies opera con licenze rilasciate da paesi che fanno parte dell’Unione Europea e versano già tasse nelle nazioni d’origine.
La Gran Bretagna però quest’anno (la norma entrerà in vigore nel dicembre del 2014) sembra aver rotto gli equilibri politici in ambito europeo, introducendo il nuovo criterio del “punto di consumo”. In questo modo, chiunque raccoglierà gioco nel Regno Unito, dovrà versare a Sua Maestà il 15% dei profitti calcolati sul “giocato” ed attivarsi per vedersi riconosciuta una licenza da parte della Gambling Commission di Londra.
In base alle ultime recenti stime, la rete parallela degli allibratori raccoglie scommesse per 2 miliardi di euro annui in Italia, a fronte dei 3,8 miliardi della raccolta legale.