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L'addio ad Archie Karas, il gambler più temuto di Las Vegas: la sua incredibile storia

Se siete appassionati di poker e avete avuto a cuore negli anni passati le scorribande live dei tornei internazionali più battuti, vi potrà essere capitato di imbattervi sulle cronache delle vittorie e dei piazzamenti di una delle leggende del poker, Archie Karas.

Noi stessi di Assopoker ne abbiamo parlato in lungo e in largo, utilizzando anche alcuni passaggi di una bella intervista che fu pubblicata sui social qualche anno fa, in cui parlò senza remore della propria situazione di salute

Considerato uno dei gambler più temuti dai Casino di Las Vegas e dai suoi avversari al tavolo da poker, Archie Karas si è spento negli scorsi giorni all'età di 73 anni.

Archie Karas, se ne va lo spauracchio dei gambler

Il vero nome del giocatore dalle origini greche è Anargyros Karabourniotis, ma per tutti negli Stati Uniti è sempre stato Archie Karas, anche se prese da subito il soprannome di "The Run", con il quale si costruì una carriera di giocatore d'azzardo fin dal 1992, quando approdò a Las Vegas in condizioni, chiamiamole così, particolari.

E' lui stesso ad aver sempre asserito che in quegli anni è stato uno dei maggiori gambler della storia e che nessuno come lui ha speso nei Casino così tanti soldi.

Sempre lui stesso disse di essere arrivato a Las Vegas con 50 dollari in tasca e, insieme ad un prestito di 10.000 dollari, riuscì a trasformare tale esigua cifra in un colossale patrimonio di 50 milioni di dollari.

Un collage di foto courtesy Pokernews

L'erede di Nick the Greek

Archie Karas, come detto, ha origini greche ed è nato ad Antypata, una sorta di villaggio municipale della Terra degli Dei, facente capo al comprensorio dell'isola di Cephalonia, il primo novembre del 1950.

I primi anni di vita di Anargyros, furono caratterizzati da una situazione che definire difficile è un eufemismo, vista la condizione di estrema povertà in cui versava la sua famiglia, povertà combattuta con tutta una serie di espedienti imparati fin da bambino piccolo.

Uno di questi, rimasto nel cuore di colui che in seguito diventò "Archie", faceva capo al gioco delle biglie nei cortili delle case popolari della sua isola d'origine, utilizzato come piccola forma di riscatto e, soprattutto, per combattere la fame, frequente nemico da sconfiggere in tutte le sue forme e con mezzi di qualsivoglia forma e maniera.

L'adolescenza di Karas non fu facile, tanto che ad un certo punto decise di abbandonare il tetto all'interno del quale vide per la prima volta la luce, per via di uno screzio con il padre Nickolas che si risolse con una badilata che mancò di poco il piccolo Archie.

Papà Nick morì pochi anni dopo e Archie non ebbe più occasione per vederlo vivo dopo quella lite.

Da quel momento Karas si costruì una vita propria, saltando a più non posso da una nave all'altra con la mansione di cameriere delle navi stesse, con guadagni infimi che non superavano i 100 dollari mensili, fino a quando una di quelle navi ormeggiò a Portland, dove Karas decise di rimanere.

Los Angeles e poi Las Vegas

Non rimase moltissimo nella città portuale dell'Oregon, trasferendosi presto a Los Angeles dove trovò immediatamente lavoro sempre come cameriere, ma questa volta in un ristorante della terraferma.

La parte della storia che interessa a noi che siamo un portale di poker, fa capo alla sistemazione di quel ristorante, che sorgeva a pochi passi da una sala da biliardo e a una di poker.

Karas e Negreanu courtesy Pokernews

A biliardo Archie Karas capì di poter mettere in difficoltà più di uno dei frequentatori della sala, che facevano a gara per sfidare il campione della stecca venuto da lontano e scoprì ben presto che i soldi guadagnati nella partite di palla a nove, diventavano multipli di quelli guadagnati a faticare in ristorante, ma la sua vita cominciò a prendere una piega diversa quando si rese conto che, una volta finita la "clientela" da affrontare nei biliardi, decise di sedersi alle partite di poker nei club della città.

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A Los Angeles diventò da povero in canna a milionario in breve tempo, ma è lui stesso a raccontare che il suo bankroll rasentò lo zero in più di un'occasione, per poi risalire ai massimi livelli nel giro di poco tempo.

In uno di questi "down", Karas rimase con poco più di 50 dollari in tasca e decise di trasferirsi a Las Vegas, invece di tornare a fare il cameriere e la scelta fu decisamente felice.

La partita Limit Razz che gli cambiò la vita

Appena arrivato a Las Vegas, Karas conobbe un altro giocatore di poker che decise di prestargli 10.000 dollari, dai quali il greco ripartì fin da subito, anche grazie ad una partita di Limit Razz $200/$400, che in una sola serata gli fruttò 30.000 dollari, due terzi dei quali vennero restituiti al suo benefattore che incassò la restituzione del prestito più la quota di accordo per quella partita.

Ma Karas non era certo uno che si accontentava e cominciò ad alzare le poste delle sue partite, non tanto di poker, quanto di biliardo, gioco nel quale eccelleva e metteva in difficoltà tutti come era successo a Los Angeles, tanto che arrivò a giocare partite con poste che toccavano i 50.000 dollari a match.

Con un bankroll tornato ad essere congruo, si risedette ai tavoli da poker e, anche grazie ad un suo storico avversario di cui Karas non è mai stato disposto a rivelare il nome per una forma di rispetto, si sedette alle partite più alte di Las Vegas, sfidando, tra gli altri, gente del calibro di Stu Ungar e Chip Reese, anch'essi battuti più e più volte nel corso di sessioni in cui si taccavano anche bui da $20.000.

Fu il periodo di massimo fulgore per il gambler greco, che guadagnò cifre altissime nei suoi primi sei mesi di Las Vegas, anche perché erano in pochi a sostenere quel tipo di puntate.

E' sempre difficile parlare di cifre, ma ad un certo punto la magia svanì e in pochi giorni Karas riuscì a perdere una cifra che lui stesso ha quantificato in 30 milioni di dollari, passando dai dadi al baccarat, a partite infuocate contro Johnny Chan.

L'arresto di Archie Karas e i problemi con i Casinò

Nel 2013, il 24 settembre, Karas fu arrestato per essere stato notato dalle telecamere di un Casino di San Diego a segnare le carte al tavolo di Black Jack e successivamente condannato a tre anni di libertà vigilata per uso di mezzi fraudolenti, frutto con scasso e truffa.

Successivamente fu bannato da tutti i Casino del Nevada e di lui si ebbero notizie sempre meno confortanti, non ultima quella del suo aneurisma cerebrale che lo costrinse a passare l'ultima parte della sua vita in condizioni precarie di salute.

Che riposi in pace.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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