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Ministero Economia: "la Digital Tax si applicherà anche nel gioco online"

Il sottosegretario al Ministero dell'Economia Enrico Zanetti ha confermato (come vi avevamo anticipato due giorni fa) che la Digital Tax (se dovesse essere approvata) sarà applicata anche al settore del gioco online: “è del tutto evidente che sia così. Le norme (in merito alla nuova proposta del Governo Renzi, ndr) hanno per oggetto tutto il mondo del web. Quindi è chiaro che ciascuna impresa - dichiara il sottosegretario ad Agimeg - che abbia un’attività continuativa e significativa sul nostro territorio dovrà essere assoggettata alle stesse regole fiscali delle aziende basate in Italia. Ci tengo a dire che non si tratta di una nuova tassa, ma di un’operazione anti-elusiva, destinata a far sì che per i soggetti che svolgono attività digitale vengano applicate norme che già ci sono”.

Ricordiamo che al momento, la Digital Tax è solo un progetto di legge, seppur appoggiato dal Governo Renzi.

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Enrico Zanetti, sottosegretario del Ministero dell'Economia

Zanetti poi chiarisce: " seguendo una logica anti-elusiva, in questo caso si tassano i redditi derivanti dall’attività d’impresa”.

Come ha sottolineato Renzi, però questa manovra anti-elusiva verrà applicata solo se le compagnie gestiranno un business in Italia per 5 milioni di euro in sei mesi. In quel caso, le società - per il fisco - avranno una stabile organizzazione in Italia.

In sintesi, se la Gran Bretagna ha applicato il nuovo criterio sul "punto di consumo", il Ministero dell'Economia creerà il nuovo concetto di "stabilimento virtuale" o "organizzazione stabile virtuale" per tassare le compagnie estere, attive però sul mercato nazionale. Unione Europea permettendo.

Pertanto le aziende che hanno rapporti commerciali stabili con clienti italiani su internet, saranno trattate fiscalmente come se fossero basate in Italia.

Quella del Governo Renzi è però solo una spinta per mettere pressione all'Europa, ai fini di regolamentare il settore dell'online e tassare colossi come Google, Apple, Facebook ed altre realtà che, attraverso lo stratagemma del "panino fiscale" eludono i vari sistemi fiscali europei.

A pagarne le conseguenze sono però le società di e-gaming che controllano volumi importanti e già pagano le tasse nei vari paesi. Le conseguenze della Digital Tax e del concetto di stabilimento virtuale potrebbe colpire il mondo del gioco online europeo su un doppio piano.

RETI DOT COM

Da una parte potrebbero essere trattate come "organizzazioni stabili" in Italia, società che operano dall'estero con licenze rilasciate da Gibilterra, Malta, Austria e Gran Bretagna. In questo caso si risolverebbe il contezioso storico e decennale con il Governo italiano delle società di betting dot com.

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CONCESSIONARI CON SEDE ALL'ESTERO

Dall'altra potrebbe arrivare una stangata extra per i concessionari che hanno sede all'estero. In questo caso, come ha affermato Zanetti, "seguendo una logica anti-elusiva, si tassano i redditi derivanti dall’attività d’impresa”.

E questo punto è già materia di contenzioso con PokerStars: l'Agenzia delle Entrate italiane ha contestato alla prima room mondiale, un'evasione di 300 milioni di euro, per quanto riguarda gli ultimi 4 esercizi.

PokerStars, che ha sede a Malta, si è difesa uscendo allo scoperto con Eric Hollreiser, responsabile comunicazione del gruppo Amaya: "abbiamo operato nel rispetto delle normative fiscali locali vigenti e pagato 120 milioni per il periodo interessato dal controllo. Come molte altre società di e-commerce, a livello globale, contestiamo con forza la posizione delle autorità fiscali in materia di stabilimento locale".

Per il futuro (la legge se verrà approvata varrà naturalmente non per le condotte e posizioni passate) però la Digital Tax potrebbe porre fine a potenziali contenziosi e introdurre il concetto di "stabilimento virtuale" che, di fatto, complicherebbe non poco i piani per i concessionari "esteri" e metterebbe in seria difficoltà anche chi opera offshore con licenza straniera.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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