Un'altra stangata in arrivo per il settore del gioco: la Commissione Industria del Senato ha approvato un emendamento del Decreto Legge sulla "Crescita". Il provvedimento - in base ad informazioni raccolte da Jamma – innalza ulteriormente il livello di tassazione nel gambling pubblico, per finanziare la promozione dell'offerta online di opere dell'ingegno, attraverso la modifica del PREU (prelievo erariale unico): “al fine di assicurare maggiori entrate in misura non inferiore a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015”.
I 15 milioni (minimi) previsti in tre anni andranno a finanziare un fondo speciale per il credito di imposta per le innovazioni dell'online. L'emendamento è stato firmato dai senatori Vita, De Sena, Vimercati, Armato, Fioroni, Garraffa, Latorre e Sangalli.
Sarà compito del Ministero dell'Economia e delle Finanze, di concerto con AAMS, individuare le fonti per la copertura del fondo attraverso decreti dirigenziali.
In Italia di tagli alla spesa se ne sente parlare sempre meno mentre è sempre stretta attualità l'introduzione di nuove tasse ed imposte e si innalza ulteriormente la pressione fiscale in un settore oramai al limite: nel 2012, per la prima volta, il gambling italiano presenterà un calo del gettito erariale rispetto all'anno precedente ma evidentemente si vuole continuare a spremere un mercato già "spremuto".
E si continuano ad ignorare volontariamente spazi preziosi (vedi per esempio il poker live) sempre più in mano all'offerta illegale, quando l'Erario poteva ricavare utili risorse: il Ministero dell'Economia aveva previsto nel 2012 entrate per 90 milioni, nel primo anno di attività della rete gestita da AAMS, ma sappiamo tutti che il bando di gara è stato posticipato per la terza volta.
Il dubbio è se vi sia la volontà politica di voler compromettere gli equilibri di uno dei pochi settori ancora floridi nel nostro paese e strategici per il fisco, considerando che l'eccessiva tassazione ha già levato l'ossigeno a molte aziende italiane con pesanti ricadute economiche e sociali.
In Spagna, pur di creare nuova occupazione e favorire il turismo, la Comunità regionale di Madrid ha approvato forti tagli nel gambling: le società di settore pagheranno il 10% sui ricavi invece della precedente sistema che prevedeva aliquote variabili dal 22% al 45%. In questo modo sarà favorito lo sviluppo di EuroVegas, con la creazione di 240mila posti di lavoro. Le ricadute sociali saranno minime, considerando che a frequentare i sei nuovi casinò saranno soprattutto turisti in cerca di divertimento. E il fisco spagnolo ci guadagnerà: per i prossimi 13 anni è previsto un fatturato di 30 miliardi di euro. Un esempio su come fronteggiare la crisi.
In Italia invece suona una musica diversa e fanno pensare alcune statistiche: nell’ultimo anno ben 40.000 imprese sane (dati Cerved Group) hanno chiuso volontariamente i battenti e sono state messe in liquidazione, nonostante il bilancio in attivo, spaventate dall’elevata pressione fiscale (e contributiva) e dalle prospettive del Sistema Italia che non prevede tagli alla spesa ma solo l’introduzione di nuove imposte.