Vai al contenuto

Gioco e tasse: i grossi equivoci del ‘Sole 24 Ore’

In Italia vi è la cattiva abitudine di voler sempre "spremere" i pochi settori dell'economia che ancora riescono a mantenere accettabili livelli di crescita, nonostante l'elevata pressione fiscale. Non è un caso che nel 2012 un milione di posti di lavoro siano andati in fumo. E molto spesso le responsabilità non sono esclusive dei politici, ma anche l'opinione pubblica – in taluni casi -  spara 'sentenze' con logiche tecniche molto deboli.

gioco-fisco-bilancio

Procediamo per gradi: il "Sole" lancia sul web il sondaggio su come finanziare la ripresa della scuola pubblica in Italia. "Lo abbiamo chiesto - si legge sulla versione online del quotidiano - ai nostri lettori online, con un sondaggio in cui abbiamo chiesto da dove reperire le risorse necessarie per rilanciare gli investimenti in cultura. Escluso a priori il taglio dei costi della politica (troppo facile....) l'attenzione dei navigatori di questo sito si è concentrata in particolare sull'aumento delle tasse su lotterie e giochi d'azzardo. Oltre un terzo dei votanti, circa il 38,7% ha suggerito un prelievo di risorse da questa fonte. Un business che, evidentemente, non incontra il favore del grande pubblico: ogni anno vengono "giocati" circa 80 miliardi di euro, denaro sottratto a migliori e più importanti obiettivi di vita".

Non comprendiamo perché si continui a tenere sotto traccia un tema che nel nostro paese dovrebbe essere di stretta attualità e prioritario: i tagli della politica. Meglio sbattere in prima pagina il mostro (il gioco)? 

A nostro avviso, il giornalista del "Sole" si lascia andare ad un commento che si presta ad interpretazioni errate sotto il profilo tecnico: "ogni anno vengono 'giocati' circa 80 miliardi di euro, denaro sottratto ai migliori e più importanti obiettivi di vita". Su questo punto ci sono due grossi equivoci:

1) si fa una confusione terribile tra fatturato (denaro giocato) e spesa reale (denaro giocato meno vincite). Gli italiani hanno sì scommesso 84 miliardi, ma ne hanno spesi (e quindi sottratti "ai più importanti obiettivi di vita") 17 e la spesa complessiva è diminuita del 3% (fonte Monopoli). Lo Stato si è garantito un flusso in entrata pari a 8 miliardi. Alla filiera rischiano di rimanere le briciole.

2) Attenzione ad un altro particolare: se i giochi offerti sul mercato sono poco attrattivi per i giocatori (le nuove ed eventuali tasse abbasserebbero il payout), non è detto che gli italiani destinino i soldi spesi nel circuito del gioco legale in altri settori dell’economia. Con ogni probabilità, una buona percentuale di questi 17 miliardi rischia di disperdersi tra gli operatori non autorizzati (stranieri o che operano senza concessione AAMS). Bisogna partire dal presupposto che i giocatori high roller (che sono quelli che muovono una percentuale molto alta dei volumi) continueranno a giocare e lo faranno usando canali a loro più convenienti. 

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Con la tassazione attuale i margini del settore si restringono ulteriormente (altro che 80 miliardi…), considerando che la pressione fiscale sfiora il 50%. Se si incrementano le tasse, vi è il rischio concreto di arrivare ad un punto di rottura, creando gravi danni per l'occupazione (quanti posti di lavoro verrebbero dispersi?) e soprattutto l'Erario (nel 2012 il gettito fiscale è già calato di un miliardo...). L’aumento delle imposte graverebbe soprattutto sui giocatori (meno vincite e più costi), con la possibilità di un crollo della domanda. 

Nell'online, ad esempio, bisogna tenere conto della concorrenza delle piattaforme estere: per quanto riguarda il poker cash game, i casinò online e il betting exchange, l’aliquota fiscale in Italia è pari al 20% calcolata sugli utili lordi (nel poker il rake). Le piattaforme maltesi (che rappresentano il 25% del gioco mondiale su internet) sono tassate al 5% sugli utili, in Gran Bretagna il 15%. In conclusione, sopra la soglia del 20% si rischia di favorire gli operatori stranieri.

Questo per far capire come sia difficile per le aziende italiane riuscire a mantenere gli equilibri di mercato. Nel caso di aumento ulteriore della tassazione si creerebbe un danno enorme. Con il trend di questi anni, l’Erario ha già perso nel 2012 un miliardo dai giochi. Non è più tutto oro quel che luccica e dopo 15 anni al top, il gettito è calato così come la spesa (-3%), a causa soprattutto della crisi economica. 

I giochi tradizionali sono in rapida flessione: il SuperEnalotto (con l’aiuto del Win For Life e dell’Eurojackpot) ha raccolto 1,7 miliardi di euro quando due anni fa aveva toccato quota 3,5 (fonte Repubblica).  Il Lotto ha mostrato un conto salato al fisco: i giocatori l’anno scorso hanno vinto oltre le più rosee aspettative e lo Stato Italiano ci ha rimesso (-8,6%). Bisogna quindi prestare massima attenzione nel rispettare gli equilibri di mercato, se vogliamo che il gioco si mantenga sempre nella legalità e sia una risorsa per lo Stato (scuole e cultura comprese). 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI