Continua il nostro viaggio nel Vecchio Continente alla scoperta dei sistemi di tassazione che colpiscono in via diretta (o indiretta) i poker players. L'ultima proposta giunge dalla Francia dove è in corso un’aggressiva indagine da parte dell'agenzia fiscale sui 100 migliori giocatori transalpini.
L'incertezza giuridica però è imperante e non vi è una normativa ad hoc al riguardo. In tema di fiscalità, il deputato socialista Cher Yann Galut ha proposto una nuova tassa del 15% che va a colpire le vincite superiori a 30.000 euro per tutti i giochi di sorte: Lotto, scommesse sportive, gratta e vinci (secondo la proposta di legge) anche il poker. Una misura naturalmente che priverebbe dell'ultima boccata d'ossigeno un mercato già soffocato da una tassazione poco equilibrata (solo nel cash game si applica un’aliquota del 2% sul pot).
Una tassa simile è stata istituita in Spagna e si applica ai fortunati vincitori della lotteria che incassano vincite di un certo rilievo (viene applicata un'aliquota del 20% sulla somma eccedente i 2.500 euro).
In Italia, nell'ultima manovra sulla Legge di Stabilità è stato invece bocciato un emendamento che prevedeva un'ulteriore "tassa sulla fortuna".
In Francia non vi è una normativa che obbliga i professionisti a dichiarare le vincite ma l'agenzia fiscale non è dello stesso avviso e ritiene che debbano rientrare nella base imponibile anche i redditi maturati online. Si preannuncia nei prossimi mesi una dura battaglia legale tra i giocatori e l'esoso fisco francese.
In Bulgaria invece – in queste ore – il Parlamento ha approvato una legge che istituisce un’aliquota del 15% sulla raccolta nel gioco online che sarà applicata ai nuovi concessionari. La proposta iniziale era del 7%.