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Justin Bonomo, il cyborg tra poliamore e solitudine: “Se alla mia partner piace un altro…”

Il grande pubblico ha imparato a conoscerlo per via dell’ultima, sfolgorante annata da 25 milioni di dollari vinti live. Noi addetti ai lavori e tutti gli appassionati di vecchia data conoscono invece Justin Bonomo da svariati anni e ne hanno seguito le varie vicissitudini. Per chi lo segue da tanto, comunque, la differenza tra il Justin ragazzino che si faceva bannare da PokerStars per multiaccount e quello di oggi, supercampione realizzato e capace di dire la sua su diversi argomenti, è incalcolabile.

Justin Bonomo, chiamatelo “BONOLOGIC”

PokerGO lo ha messo al centro di un episodio della sua serie “Stories from the felt”. Un episodio intitolato “Bonologic”, lo stesso nickname che appare da qualche tempo sul profilo Twitter di Justin. Contrariamente a quanto si possa pensare non è il nuovo nickname di Bonomo su qualche poker room, ma un vero e proprio soprannome affibbiatogli dagli amici. “Sì gli amici mi chiamano così per via del mio lato “cyborg”, per questa capacità di riuscire a mettere da parte le emozioni ed prendere le decisioni al 100% secondo logica.”

Il suo segreto? Zero emozioni (al tavolo)

Naturalmente si tratta di una qualità eccezionale, per un poker player, e Justin lo conferma. “Ho impiegato circa 7 anni da professionista, per accorgermi che in realtà il poker ce l’ho dentro, nell’anima. Quando sono al tavolo riesco a non far trapelare alcuna emozione, probabilmente non ci riuscirei neanche se volessi. La gente è abituata a esprimersi molto con il linguaggio del corpo, io invece se dico una cosa la penso. Forse è questo che disorienta gli altri e mi rende così impenetrabile”.

Zero emozioni al tavolo, a parte subito dopo un river che ci mette 10 milioni in tasca…

Il passato in “Magic: The Gathering”

Nello speciale a lui dedicato, Bonomo parla anche degli anni passati a giocare a Magic. Un ricordo non propriamente felice, insomma. “A 14 anni ero molto forte a “Magic: The Gathering” , dove mi confrontavo con i miei coetanei ma anche con ragazzi decisamente più grandi.” Tuttavia Justin non ha un gran ricordo di quel periodo: “A posteriori era un mondo in cui ero circondato da modelli sbagliati. Per molti di loro era figo prendersi gioco dei più deboli, o passare il tempo a mostrarsi più bravi degli altri. Credo sia un modo orribile di vivere la propria vita”.

Il bello (e il brutto) dell’essere un top pro

Ma quanto sarà bello, essere un supercampione di poker come Justin Bonomo? Anche qui Zeejustin è super-sincero: “Se guardo alla mia vita non posso non riconoscere che molte delle cose belle le devo al poker. Però, pensandoci bene, anche diverse cose brutte sono legate al poker.” Un esempio per tutti? La solitudine: “Quando fai questa vita, che ti porta a stare lontano da casa almeno 8 mesi l’anno, diventa difficilissimo costruire delle relazioni. Il più delle volte ti ritrovi a dire cose del tipo “Ciao, la prossima settimana parto. Ci vediamo tra un mese e mezzo.”

Justin con la compagna Jazz

Il poliamore e Tinder

Il “superlogical level” di cui si parlava prima, e che ha aiutato Justin a raggiungere l’apice della sua carriera pokeristica, si esprime però anche in altri ambiti della vita. Ad esempio, in quello relazionale.

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Forse pochi di voi sanno che Justin Bonomo è un convinto poliamorista. Nel video appare con Jazz, la sua partner ma con cui non ha un rapporto esclusivo: entrambi hanno anche altri partner. Bonomo la spiega ancora una volta con la capacità di mettere da parte le emozioni e decidere secondo logica: Se io sto bene in una relazione e la mia partner è attratta da qualcun altro, mi chiedo perché dovrei prendermela dal momento che anche io sono attratto da altre persone”.

Un punto di vista particolare come particolare è stato l’approccio con Jazz, la sua (principale?) partner. I due si sono conosciuti su Tinder, dove Justin aveva come immagine del profilo una foto insieme alla madre, scattata davanti al mucchio di soldi vinto nel Super High Roller Bowl dello scorso maggio. Carino, con un sacco di soldi e forse anche un po’ mammone: come si faceva a resistergli?

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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