[imagebanner gruppo=pokerstars] Mike McDonald ha deciso di “darsi in pasto” a Reddit nelle scorse ore, rispondendo a numerose domande degli utenti che hanno naturalmente riguardato il mondo del poker, ma non solo.
Il canadese ha così avuto modo di ripercorrere la sua carriera, quando non ancora maggiorenne ha cominciato ad interessarsi al gioco, ottenendo subito successo ma non senza pagarne il prezzo: “Dai 15 ai 19 anni mi sono completamente dedicato al poker, trascurando lo sport, perdendo contatto con molti amici, senza uscire il fine settimana o avere una ragazza – racconta – in seguito ho deciso di fare uno sforzo per concentrarmi su quello che mi piaceva fare, sfruttando la libertà che il poker mi concedeva”.
L’adolescenza di Mike insomma era quella di un “nerd” molto bravo in matematica e senza troppa attitudine per queli che sono gli “aspetti sociali”. Naturalmente col tempo le cose sono molto cambiate, ed in meglio, ma al riguardo ha ancora ricordi curiosi, come questo: “A 17 anni ero un miliardario vergine, e la ragazza più bella del mondo per me era Hayden Panettiere – un’attrice statunitense sua coetanea, nella foto – e lessi in un’intervista che il suo sogno era andare in un albergo sott’acqua alle Fiji, che costava 15.000 dollari a notte. Ricordo che pensai fra me e me, si può fare“.
Da allora è passato parecchio tempo, con McDonald che a 25 anni è di fatto economicamente “già a posto”, uno dei motivi per cui a suo dire non sa bene a cosa si dedicherà nel prossimo futuro, a parte evidentemente il poker: con molti investimenti nel mercato immobiliare e non solo, “timex” ammette che quando non gioca tornei dal vivo non grinda poi molto a parte nel fine settimana, dedicando diverso tempo a “Prismata” e chiaramente a famiglia, amici e la sua ragazza.
Di storie da gambler da raccontare non ne ha poi troppe, almeno per quanto lo riguarda, ma naturalmente quando frequenti con costanza certi circuiti la normalità rimane in ogni caso fuori dalla porta: “In Australia, quando vinsi circa 3 milioni di dollari, dovevo in tutto due milioni a chi aveva investito su di me, ed avevo ogni cosa annotata a lapis sul foglio della lavanderia dell’albergo. Alla PCA avevo invece il 95% di me stesso”.
Ed a proposito di quote, Mike svela un paio di interessanti retroscena: “C’è un ragazzo tedesco che ha più o meno la mia età, ed è autore di gran parte dello staking nei tornei high roller – dice senza svelarne l’identità – di solito nei tornei da 100.000 dollari ho circa il 20% di me stesso, ma finisco comunque con lo spendere più di 100.000 dollari perché compro le quote di un’altra decina di player”.
Appassionato di arrampicata, tanto da pensare magari in futuro di aprire una palestra, “timex” ammette che vincere un importante torneo non è proprio così come la gente si immagina, almeno per lui: “Più che una soddisfazione, si tratta quasi di un sollievo – spiega – mi piace molto quando accade, ma è diverso da quello che la gente si immagina. Credo che tra i migliori dieci momenti della mia vita non ci sia la vincita di un torneo importante“. Ed anche questo, in fondo, qualcosa lo dice.