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Adrian Mateos Diaz

Adrian Mateos: "liquidità condivisa gran cosa. In Spagna problema tasse per i pro, livello amatori molto basso"

Il mondo del poker festeggia a seguito dell' annuncio della firma imminente sulla liquidità condivisa europea, ma tra i partner non mancano i problemi.

La Spagna e la Francia hanno un sistema fiscale molto differente ma gli eccessivi prelievi rappresentano uno ostacolo per lo sviluppo dei mercati di entrambi i paesi. Ed anche in Portogallo non si scherza (è stata preannunciata una protesta formale da parte di migliaia di grinders) anche se l'unione dei fields dovrebbe attirare molti giocatori amatori (per via di montepremi più alti e maggiori investimenti nel settore), ma i professionisti sono costretti (specialmente in Spagna) a lasciare il paese di origine. Cerchiamo però di conoscere meglio la situazione iberica.

Adrian Mateos e la sua residenza londinese

Adrian Mateos è in questo momento uno dei giocatori high roller più forti del pianeta ma il 22enne campione vive a Londra e per tutti i professionisti iberici è impossibile grindare dalla Spagna. La liquidità condivisa, almeno per i pro, non dovrebbe cambiare molto gli equilibri.

 

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"Il poker in Spagna - afferma Adrian - ha avuto dei grossi problemi. Ci sono regolamenti che permettevano fino ad ora di giocare solo contro altre persone residenti all'interno del paese. Questo è un male perché limita il numero dei giocatori e gli stakes, impedendo alle persone di migliorare. Inoltre devi pagare tasse molto elevate".

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Per il sistema fiscale iberico, oltre al prelievo alla fonte molto alto (25% applicato sul rake lordo), i professionisti devono anche dichiarare le vincite maturate nell'anno fiscale ed affrontare una doppia tassazione illogica.

"Liquidità internazionale progetto interessante"

Siamo però ad una svolta almeno per quanto riguarda un aspetto: "La liquidità internazionale europea, senza dubbio, è un progetto interessante. Ho sentito che i field di Francia, Spagna, Italia e Portogallo possono unirsi: ci sarà maggiore liquidità, ma ancor meglio è risolvere il problema fiscale".

"Devono cambiare sistema o i professionisti saranno costretti a spostarsi e spendere il loro denaro non nel loro paese d'origine, dove vige un sistema fiscale insostenibile per qualsiasi pro. E' un grosso problema".

"Giocatori spagnoli amatori? Livello basso..."

"L'ostacolo, ripeto, è di natura fiscale perché i giocatori - afferma a CardPlayer - devono pagare tasse troppo elevate e questo costringe i professionisti a lasciare la Spagna ed andare in altre location come la Gran Bretagna, in modo tale da pagare tasse inferiori e giocare su siti come PokerStars.com".

Per Mateos il giocatore spagnolo medio tecnicamente è scarso: "I pro iberici sono ad un buon livello, mentre quello dei giocatori amatori è molto basso. C'è un grosso divario!".

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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