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Il poker secondo 'Confiteor': intervista con Flavio Ferrari Zumbini

Flavio 'Confiteor' Ferrari ZumbiniNell'acerbo mondo del poker italiano persino i nostri big suscitano spesso critiche ed invidie. C'è invece un personaggio che riesce a riscuotere solo consensi, ed è Flavio Ferrari Zumbini: player, imprenditore, poker-writer e infine anche commentatore televisivo per PokerItalia24.

I suoi commenti sempre piccanti sulle giocate dei mostri sacri di Poker After Dark configurano un modo nuovo di commentare il poker in tv: la spiegazione, l'approfondimento, l'analisi di una mossa piuttosto che di un'altra...tutti ingredienti che si temevano indigesti al grande pubblico. Invece si scopre che non è così, e Zumbini diventa un idolo per migliaia di spettatori assetati di "verbo" pokeristico.

Abbiamo incontrato Flavio, che è anche uno storico utente della nostra community con lo stesso nickname - Confiteor - che lo ha reso celebre online come giocatore. Ne è nata una lunga chiacchierata sul poker a 360°, che siamo certi sarà gradita a tutti voi.

Assopoker: Partiamo da una parola molto semplice, "fun": il poker è e rimane un gran bel gioco. Ma cosa ti diverte di più? fare il player, il commentatore, l'articolista o il manager?
Flavio Ferrari Zumbini: Il Poker è un gioco meraviglioso il cui apice si ottiene giocando in prima persona. E' certamente l'ambito che maggiormente mi appassiona. Ad ogni modo, è tale e tanto il divertimento che mi offre il gioco, che anche "parlare" di poker, "scrivere" di poker o "lavorare" sul prodotto poker mi entusiasma e soddisfa.

AP: Il tuo curriculum dice: due lauree (Economia e Giurisprudenza, ndr) e un percorso formativo e lavorativo d'eccellenza. Il tuo background pokeristico cosa dice?
FFZ: Pokeristicamente ho cominciato a giocare al vecchio poker tradizionale a 5 carte molto presto, già durante il liceo partecipavo ad alcune serate di gioco. La scoperta del Texas Hold'Em risale al 2003.

AP: Molti torneisti (soprattutto online ma anche live) di successo vengono da giochi di strategia come il Magic - The Gathering: wu_wizard, roothlus, David Williams fino al nostro Dario Minieri. Anche tu sei passato da questa esperienza?
FFZ: No, questa esperienza mi è totalmente estranea nè ho mai trovato la forza di imparare le regole nonostante molti dei miei amici pokeristi giochino tutt'oggi a Magic. Questa mancanza mi fa sentire "vecchio", durante l'esplosione di Magic ero già un pochino troppo grande per essere attirato da delle "figurine", nè mi sarei mai aspettato che fosse un gioco di strategia così complesso e formativo. Pensavo erroneamente che fosse un gioco per bambini.

AP: Tre anni fa circa ricordo la tua trionfale cavalcata verso la vittoria della TLB settimanale di PokerStars.com. Fosti il primo ed unico italiano a riuscire nell'impresa. Cosa ricordi di quell'esperienza? Da un punto di vista del dispendio di energie psicofisiche a cosa ti sentiresti di paragonarla?
L'avatar di 'Confiteor' sul nostro forumFFZ: Vincere la TLB è paragonabile ad una pseudo maratona pokeristica. Sono una infinità di scatti veloci che messi assieme formano un percorso davvero lungo e pieno di ostacoli. Giocai nell'arco di una settimana la bellezza di 222 tornei (curiosamente, il numero del canale di PokerItalia24 su Sky, ndr), fu una sfida tanto entusiasmante quanto faticosa. Dormii pochissimo passando lunghe, interminabili ore davanti al computer. Fortunatamente mi trovai subito in testa e questo mi diede ancora più stimoli. Fu anche importante il gusto della sfida in sè, perchè annunciai il tentativo di conquista della TLB con anticipo proprio su questo portale, scegliendo accuratamente il momento, ossia la settimana in cui il Sunday Million fu sostituito da un mega satellite per il WSOP che però non assegnava punti. Altrimenti battere il vincitore del Sunday sarebbe stata impresa quasi impossibile. Ricordo anche che numerosi utenti di Assopoker parteciparono delle mie fatiche venendomi a cercare sui tavoli e facendo il tifo!

AP: Oggi il poker sembra davvero l'unico settore (o almeno uno dei pochissimi) dell'economia a viaggiare fortissimo. Credi che l'importanza nello scacchiere economico aiuti nel processo di definitivo sdoganamento del texas hold'em in Italia? Ad esempio, credi che arriverà un riconoscimento giuridico e sociale del lavoro di poker player?
FFZ: No, non credo si possa arrivare ad un punto tale per cui la figura del Poker Player venga istituzionalizzata. E forse è meglio così, o per lo meno è giusto sia così: infatti questi tipi di riconoscimenti hanno sostanzialmente a che vedere con degli obblighi e diritti giuridici e sinceramente, per come è strutturata oggi la legge sul poker online, non si configurano oneri in capo al giocatore (tasse pagate direttamente alla fonte dai concessionari), pertanto non vedo perchè dovrebbe usufruire di diritti particolari.

AP: La storia dell'ingresso nel club degli sport olimpici: la vedi una strada praticabile o solo una favoletta strumentale per vendere meglio un prodotto? Può esistere un poker slegato dal connubio con i soldi in palio?
FFZ: E' una favoletta che (fortunatamente) non avrà un lieto fine. Il Poker a mio giudizio non è uno sport. In molti hanno provato a farlo rientrare all'interno di determinate categorie oppure hanno artificialmente piegato la definizione di sport per inglobare alcuni aspetti del poker. Io prescinderei da una valutazione formale del termine "sport" perchè troppo ambigua: ognuno di noi lo vive e sperimenta in maniera diversa, ma nella sua essenza incorpora una infinita serie di valori positivi e regole formative ed educative. Questo è il tratto comune per tutti noi a mio parere. Il Poker non ha queste caratteristiche, bisogna riconoscere che la assoluta necessità del denaro per il funzionamento del gioco lo svilisce da un punto di vista "sportivo" ed inoltre presenta un altro ostacolo del tutto insuperabile: è vietato ai minori di 18 anni!
Il legislatore da questo punto di vista è stato impeccabile: il Poker è uno skill game, ossia un gioco di abilità. L'unica chance per essere assimilati ad uno sport risiederebbe nella assoluta necessità di reperire fondi: come sappiamo molte federazioni sportive vivono dei sussidi delle federazioni maggiori. Il totocalcio oggi praticamente non esiste più, per cui il poker potrebbe essere visto in maniera positiva per reperire risorse.

Flavio  in veste di player, all'ultimo EPT Sanremo

AP: La tua esperienza di commentatore televisivo per pokeritalia24 ti ha trasformato da "esperto di una nicchia" a nuovo idolo per migliaia di nuovi appassionati. Come vivi questo nuovo ruolo?
FFZ: Vivo questo ruolo con molto piacere, è gratificante per un giocatore avere la possibilità ed il tempo per esprimere in maniera compiuta i propri pensieri relativi al gioco. Il mio scopo principale consiste proprio nel trasmettere la profondità, bellezza e difficoltà del gioco, far appassionare sempre più le persone al gioco trasmettendo loro che determinate nozioni possono essere acquisite e che dietro al successo c'è anche tanto studio, fatica ed esercizio. E' attraverso un lavoro costante di spiegazione che si trasmette davvero la componente "abilità" di un gioco che talvolta in televisione può apparire di pura fortuna.
Sono anche molto fortunato nel poter collaborare con Sigon, il quale è in grado di stimolarmi continuamente da un punto di vista tecnico ed allo stesso tempo ottimizzare i tempi trovando un giusto equilibrio tra approfondimento ed intrattenimento.

AP: Il ROI molto negativo degli italiani nell'ultima stagione EPT ha portato la questione in rilievo: cosa credi che manchi oggi ai players di casa nostra?
FFZ: Tanta umiltà e senso della misura: qui in Italia sono in troppi a sentirsi dei grandi giocatori per aver vinto un torneo. Il termine "campione" credo che sia dei più abusati da parte di tutti. Manca in molti la voglia di applicarsi davvero al gioco nei suoi lati meno affascinanti. In pochi studiano e approfondiscono con costanza, inoltre, probabilmente da noi ad accostarsi ai grandi tornei è una fascia di giocatori amatoriali, troppo impauriti e impreparati. Questo discorso vale in generale, io non amo molto parlare del risultato degli italiani a Sanremo, perchè è vero che siamo andati molto male, ma è anche vero che uno straniero che decide di partecipare all'EPT sobbarcandosi ore di viaggio e 5mila euro di buy in per un torneo che non rapprensenta per lui il "torneo della vita", sia mediamente più forte di un italiano che può essere stato affascinato dal richiamo mediatico dell'EPT italiano.

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AP: Quanti players non sponsorizzati pensi possano permettersi una intera stagione IPT, o addirittura EPT?
FFZ: Pochi se parliamo solo ed unicamente di possibilità economica, temo ancora meno se oltre alla disponibilità economica inseriamo anche le capacità necessarie per affrontare grandi tornei.

AP: Negreanu si è esposto con una sorta di "guerra santa" contro occhiali da sole e "hoodie" al tavolo da poker. Tu che ne pensi?
FFZ: Perfettamente d'accordo. Credo che lui e Durrrr abbiano preso in considerazione principalmente l'aspetto televisivo. Sinceramente, in generale non amo parlare con persone che indossano gli occhiali da sole e tale mio fastidio non è affatto dovuto all'imperscrutabilità che si vuole avere al tavolo da gioco. Nessuno di noi è al timone di una nave in pieno oceano, nei casinò poi un raggio di sole è un miraggio. In definitiva credo sia solo una moda e non una esigenza. Personalmente però ho sempre ritenuto che la moda serva a sembrare più belli, dunque gli occhiali da sole sono una moda fantastica che consiglio a chi è brutto! Ma se uno ha una bella faccia, allora che la mostrasse invece di nasconderla!

AP: Cosa ti aspetti dalla legge - più volte annunciata - per regolamentare il poker live in Italia?
FFZ: Mi aspetto purtroppo molto poco. Conosciamo l'Italia e sappiamo quali e quanti timori abbia sempre avuto il legislatore riguardo a luoghi "potenzialmente" a rischio. La teorica salvaguardia dell'ordine pubblico viene storicamente prima del diritto all'intrattenimento. Alcuni pregiudizi sono obiettivamente fondati, dall'altra parte però abbiamo migliaia di agenzie e sale scommesse, siamo invasi di slot machine, esistono le sale bingo, ogni tabaccheria si è trasformata in un piccolo centro di gioco. Mi auguro dunque che ci si orienti verso una ragionevole via di mezzo: al legislatore faccio notare come i cosiddetti circoli di poker abbiano realizzato un piccolo miracolo: a mio giudizio, le infiltrazioni e la criminalità sono sostanzialmente rimaste al margine o comunque confinate in realtà secondarie. Nella stragrande maggioranza dei casi, la gestione era in mano a persone "normali". Spero che questa mia osservazione sia motivo di riflessione al riguardo.
Mi auguro si trovi un insieme di regole in grado di normare gli aspetti fiscali della questione ed in grado di tutelare il cittadino-giocatore in modo da permettere a tutti di giocare Live. Qualora venissero aperte solo poche sale gestite direttamente dai concessionari statali, molti cittadini sarebbero territorialmente impossibilitati a giocare e sarebbe un peccato.

Flavio  con l'Italian Poker Award vinto lo scorso anno per il 'miglior articolo  tecnico'AP: Tu incarni l'uomo colto, equilibrato e con una credibilità "spendibile" ben al di fuori del poker. Se ti chiedessero di guidare una sorta di "partito dei pokeristi" per portare avanti le istanze del movimento, cosa risponderesti?
FFZ: Il poker è semplicemente un gioco, non è una idea forte, non è un valore, non è qualcosa in cui "credere", non attiene ai veri, importanti ed imprescindibili diritti di ognuno di noi. Le cause per cui combattere sono ben altre! Il Poker è una industria che fortunatamente viaggia a gonfie vele, dunque si difende ed afferma benissimo in maniera autonoma, nessun capo popolo è richiesto al riguardo. Nel mio piccolo, l'unico scopo che mi prefiggo consiste nel contrastare il pregiudizio che talvolta ancora lo circonda, un obiettivo molto meno "alto" ma tutto sommato molto più realistico.

AP: Tu sei stato tra i fondatori del progetto Nice Hand, da cui sei uscito qualche tempo fa. Cosa ti rimane di quell'esperienza?
FFZ: Una esperienza splendida, ho avuto modo di occuparmi di ogni singola questione relativa alla costruzione e gestione di una Poker Room punto it. Già dalla fine dell'anno scorso però mi sono completamente allontanato dal progetto, avendo preferito intraprendere strade diverse, ad ogni modo mi ha certamente arricchito e mi tornerà utile in molti e diversi ambiti.

AP: Purtroppo ti devo avvertire che c'è un problema: appari eccessivamente "flawless", l'uomo perfetto e inappuntabile. Se non mi elenchi almeno due difetti - libera scelta tra l'uomo e il player - questa intervista non andrà online 🙂
FFZ: Di difetti ne ho ovviamente molti, dovendo individuare i più "vistosi" direi:
- da giocatore sono decisamente troppo curioso, dovrei imparare a foldare maggiormente in molti frangenti
- da uomo, sono decisamente troppo riservato ed "intimo" nelle mie riflessioni e nella mia vita in generale.

AP: Grazie Flavio, è stata una lunga chiacchierata ma sapevo che ne sarebbe decisamente valsa la pena.
FFZ: Grazie a te ed a tutta la community di Assopoker, che da sempre mi manifesta grande affetto e stima.

Domenico "Stee Catsy" Gioffrè

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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