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Poker Amarcord: quando Esfandiari vinse il Big One For One Drop

Quando il poker navigava nelle acqua dorate dei tempi migliori, intorno al 2011, più di un'organizzazione umanitaria si interessò al fenomeno sociale che esplose qualche anno prima grazie all'effetto Moneymaker, il giocatore statunitense che vinse il torneo di poker mai giocato fino all'anno 2003, vincendo un satellite di pochi dollari.

La situazione italiana

In Italia si sentiva la necessità di porre un collegamento solido tra poker e beneficenza, anche e soprattutto per il fatto che non erano pochi a storcere il naso verso un fenomeno che si comprendeva a malapena e si faticava ad accettare.

La tradizione della nostra nazione, infatti, prendeva a modello di riferimento le cantine fumose e i posti più loschi in cui milioni e milioni di Lire passavano di mano in mano senza il minimo controllo e, soprattutto, senza che nessuno ponesse un limite a tale scambio di denaro.

La quasi totalità degli italiani, non riusciva ad entrare nel meccanismo del torneo, rispetto al quale, prima di sederti a giocare, sapevi già a quale spesa andavi incontro e, anche se con modalità diverse quali quelle dei rebuy o dei re-entry, ancora oggi è così.

Di certo le cose cominciavano a cambiare rispetto ad anni di "Poker all'Italiana", o "a cinque carte", giocato per decenni sul nostro territorio, tradizionalmente legato al poker.

Ecco perché occorreva fare qualcosa per sensibilizzare l'opinione pubblica, anche in relazione all'entrata e alla relativa legalizzazione nel territorio nazionale delle room che avrebbero offerto di lì a breve il poker online.

L'idea del torneo monster

Nel giro di pochi anni la cosa diventò una sorta di esigenza internazionale, non tanto per lo stesso motivo che fece da molla scatenante in Italia, quanto per la ricerca di fondi di una certa entità che avrebbero dato un aiuto concreto non solo a piccole realtà che si davano da fare per situazioni difficili racchiuse all'interno di una situazione circoscritta, ma addirittura per foraggiare realtà ben più ampie come Paesi interi in difficoltà.

A mettere le basi per un torneo mostruoso e un altrettanto mostruosa somma da donare in beneficenza, ci penso la One Drop Foundation che, in collaborazione con il fondatore del Cirque du Soleil, Guy Laliberté, si mise in prima fila per certificare i proventi di tale corsa alla beneficenza .

La fondazione lavorava, e lavora ancora, per garantire, questo è uno dei suoi obiettivi maggiori, l'accesso gratuito e senza limitazioni all'acqua nei territori dove questo, ancora oggi, non è purtroppo possibile.

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L'evento del 2012

Guy Lalibertè, illuminato uomo d'affari canadese nato nel 1959, fece un lavoro straordinario per organizzare il primo torneo denominato Big One for One Drop, e, anche in virtù della sua passione per il poker, nata e cresciuta frequentando i giocatori più forti, e quindi più ricchi del pianeta, anche se non fu impresa facile convincerli per sganciare un costo di iscrizione pari a un milione di dollari.

Eh sì, perché quella cifra serviva per partecipare al torneo che Lalibertè si mise in testa di organizzare contestualmente alle World Series Of poker del 2012 di Las Vegas e che richiamò alle casse del Rio un totale di 48 giocatori che se la diedero di santa ragione dal primo al 3 luglio di quell'anno.

Il torneo verrà riproposto a breve durante il WPT al Wynn di Las Vegas.

Come andò il torneo

Andarono a premio in 8, i quali si divisero un montepremi netto di 42.666.672 dollari, per una moneta luculliana al primo classificato pari a $18.346.673, cascata nelle tasche di uno dei giocatori più forti della storia di questo gioco, Antonio Esfandiari, che eliminò al secondo posto, Sam Trickett, in quell'occasione runner up per poco più di 10 milioni.

Se volete saperne di più, questo fu il resoconto curato da Assopoker.

Questo il payout di quel torneo:

POS.GIOCATOREPREMIO
1ANTONIO ESFANDIARI18.346.673 
2Sam Trickett 10.112.001
3David Einhorn4.332.000 
4Phil Hellmuth2.645.333
5Guy Lalibertè1.834.666
6Brian Rast1.621.333
7Bobby Baldwin1.408.000
8Richard Yon1.237.333 
Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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