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Alessio Isaia: “Sarà un anno caldo, mi sento tranquillo e in fiducia!”

Il Fabbro martella di nuovo. Dopo una pausa di qualche anno, con sporadiche trasferte per tornei live, da qualche mese Alessio Isaia è tornato alla ribalta con bei risultati centrati pressoché in ogni dove.

Ad agosto e novembre lo abbiamo tifato alle Merit Series di Cipro, a dicembre ha fatto un rapido passaggio all’EPT Praga, i giorni scorsi, poi, il boom dal nulla dall’altra parte dell’oceano, con due vittorie al Lucky Hearts Poker Open di Miami, cui l’altroieri è seguito un ulteriore secondo posto da 35 mila dollari.

Oggi, quindi, AssoPoker si sposta virtualmente in Florida: questa settimana prendiamo un caffè con Alessio Isaia.

Una trasferta continua

Ciao Ale, sei sempre in giro, ma si può sapere dove vivi oggi?

In realtà non ho un vero posto in cui vivo! Sono un continuo vagabondo, mi stufo di rimanere nello stesso posto. In Italia sto qualche mese d’estate però odio il freddo e quindi di solito in inverno mi muovo.

Pianifichi le trasferte al dettaglio o segui l’ispirazione?

Più o meno credo di seguire l’istinto. Da una parte mi piace andare in posti nuovi e sperimentare nuove location, dall’altra parte se trovo un posto in cui sto bene mi piace tornare.

Ti muovi in compagnia o in solitaria?

Di solito mi muovo in solitaria però essendo in giro da parecchio trovo sempre qualche compagno di viaggio ai casinò. In generale però mi piace essere indipendente e non dover stare appresso ad altre persone.

Di solito quando vai in trasferta giochi anche cash game e altro?

Cash game dipende, se è una trasferta in cui ho in programma di fare tornei preferisco fare solo quelli perché se si mischia è un po’ casinò. Ai giochi da casinò ho già dato in abbondanza nel corso della mia vita, dopo parecchi anni ho compreso che è meglio lasciar perdere perché sono soldi buttati.

Foto di rito dopo la vittoria a Miami
La vittoria a Miami

I successi a Miami

E veniamo alla trasferta di Miami in cui hai trovato questa bella doppietta…

C’ero stato l’anno scorso due volte a giocare il WPT e mi era piaciuto, bei tornei e un posto carino e divertente. Visto che a Natale ero a Sint Maarten, che è una delle tappe fisse in cui vado a giocare cash game, e a primavera voglio fare un giro in Sudamerica, mi sono detto che potevo approfittarne del buco per fare anche questo torneo.

Come sono andati i tornei vinti?

Sono partito bene e sono arrivato bene. Ho giocato in fiducia e sono stato fortunato, che sono tutte le cose che servono per vincere i tornei, diciamo.

Qualche mano in particolare da raccontare?

Non ne ricordo. Ho sempre avuto stack, quindi ho cercato di mettere pressione, sia in bolla dove ho fatto tante chips, sia al tavolo finale giocando sugli altri stack. Spingere le situazioni al limite a volte va bene altre male. Stavolta la strategia ha portato i suoi frutti.

Le location preferite

A novembre a Cipro ci eri andato vicino.

Sono stato tre volte a Cipro, mi piace molto perché è un connubio perfetto, ci sono bei tornei e poi il mare con una bella temperatura. Si sta bene, anche questa estate ci voglio tornare. Avendo viaggiato tanto nel corso degli anni, oggi preferisco andare nei posti dove già so che sto bene.

Quali sono le tue location preferite?

Come già avrai capito per scegliere le location non guardo solo palinsesti e tornei, valuto altri fattori come quanto mi piace e quanto si sta bene. Miami e Cipro sono due posti che mi piacciono molto, sicuramente ci tornerò.

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Posti che invece non ti piacciono?

Rozvadov ad esempio, cosa ci vado a fare? E la stessa Las Vegas francamente non è che mi entusiasmi molto. Però non so, quest’anno se in quei giorni sarò in forma e in fiducia un pensiero ad andare per il Main Event WSOP lo faccio.

Il rapporto col poker oggi

Quanto senti il richiamo del braccialetto?

Mah, guarda, di braccialetti, titoli e classifiche mi è sempre importato poco, oggi proprio niente. Gioco perché mi piace giocare, mi diverto e guadagno. Vincere un braccialetto o l’EPT mi farebbe piacere a livello personale più che per il titolo in sé.

Il tuo rapporto con il poker quindi oggi è diverso da un tempo?

Ho passato un periodo in cui avevo poca voglia di giocare, per anni ho fatto pochi tornei. Nell’ultimo anno mi sento molto bene a livello psicofisico e mi è tornata la voglia, infatti ho fatto diverse trasferte. Anche nel 2023 penso di giocare di più.

Continui a seguire il poker italiano?

Per un bel periodo sono stato lontano dalla scena live quindi non sono molto in contatto con le nuove generazioni. Le mie conoscenze sono più old school, diciamo, ma vedo che ci sono tanti ragazzi in gamba che girano tanto e ottengono anche bei risultati. Qualcosa di buono c’è.

Di che nazionalità sono i giocatori più pazzi che hai incrociato?

Un tempo erano gli scandinavi, adesso invece sono i sudamericani soprattutto. A marzo voglio andare a Rio De Janeiro a giocare il Latin American Poker Tour un po’ perché non sono mai stato a giocare in Brasile e mi sembra una idea stuzzicante, un po’ perché sono curioso di vedere cosa succede in mezzo a questi animali.

Ma alla PCA ti vedremo?

A dirla tutta ancora non lo so, sto decidendo se partire. Di sicuro però quest’anno voglio fare un po’ più di tornei perché sto in fiducia, mi sento bello tranquillo sereno e rilassato, dopo anni di letargo e tante peripezie mi sento pronto a tornare a combattere. Questo 2023 potrebbe essere un anno di diverse apparizioni e speriamo anche con bei risultati. Spero di avere la fortuna che ho avuto qui a Miami in questi piccoli tornei in uno più grosso.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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