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Dario Minieri

Intervista esclusiva: Dario Minieri e il momento in cui è ri-scoccata la scintilla per il poker

In questi giorni lo abbiamo visto alle ISOP di Nova Gorica, ma nelle prossime settimane dovremmo rivedere Dario Minieri sempre più spesso “where he belongs”, nel posto che più gli appartiene: un tavolo da poker, possibilmente da torneo.

Chiunque abbia iniziato a giocare a poker dal 2006 in avanti ha avuto in lui una fonte di ispirazione, un modello di giocatore d’assalto di quelli che piace tremendamente guardare ma che è altrettanto tremendamente difficile imitare. Negli ultimi anni si erano un po’ perse le sue tracce, ma ora Darietto è tornato e stavolta sembra lo abbia fatto per rimanere, e tornare a scrivere una storia d’amore – quella con il poker – che si era solamente interrotta.

Il Magic, l’Heads Up, gli hater, il futuro: intervista a Dario Minieri

Lo abbiamo sentito per una chiacchierata, parlando ovviamente del passato ma anche del presente e del futuro.

Partiamo dal presente, ovvero dal rivederti al tavolo e soprattutto sorridente. Cosa ti ha fatto riaccendere la scintilla?

Qualche mese fa, per puro caso sono andato con un amico in una sala a Latina, a giocare un torneo. E lì è ri-scoccata la scintilla. Mi è anche tornata la voglia di usare i social network e faccio delle dirette su Twitch.

Quanto conta per te divertirsi giocando a poker?

Che per me divertirmi è sempre stato fondamentale. Ogni volta che gioco devo divertirmi e rendo al meglio. Se perdi il piacere di giocare, cala anche la qualità che esprimi. Ma era così già a Magic, quando marcivi dentro avevi regolarmente i peggiori risultati, già allora era fondamentale non negativizzarsi.

Ecco, era da tanto che volevo chiederti del Magic, gioco che ti fece avvicinare al poker. Che poi non ho mai capito come e perché sia arrivato il passaggio di massa dall’uno all’altro gioco.

Eravamo in tanti, noi del gruppo romano, tra me, Pier Fabretti, Mauro Stivoli, Stefano Fiore e altri ancora. Un po’ tutti scoprimmo il poker perché David Williams, che era un campione di MTG, arrivò secondo al Main WSOP.

Si parla tanto dell’effetto-Moneymaker, ma anche quel risultato di DW ha influenzato moltissimo i destini del poker, vedendo quanta gente forte ha fatto avvicinare al giochino. Il Magic è stato utile anche per giocare a poker, per esempio per i livelli di pensiero?

Sì, ma non per i livelli di pensiero. Come il poker, anche il Magic è un gioco con un mazzo di carte che si mischiano. Lì servono più che altro abilità e rapidità nel calcolo delle probabilità degli scenari che si potrebbero venire a creare.

Dario Minieri alle WSOP 2007

Parliamo ora di una foto, che è l’iconica come poche. Una foto che ha contribuito a creare il mito di Dario Minieri su scala mondiale, essendo stato ultra-chipleader al Main Event WSOP e terrore di tutti i tavoli. Che ricordi hai di quei giorni? Al tempo eravate davvero in pochi a praticare un gioco aggressivo?

In realtà, quando penso a Las Vegas, ho solo bei ricordi. Il braccialetto per esempio, ma anche quei giorni lì furono belli. Comunque non è vero che al tempo non ci fossero tanti giocatori aggressivi. C’erano, così come c’era gente che giocava bene postflop. Più semplicemente, visto che molti tendevano a foldare troppo, una strategia aggressiva era spesso la più conveniente.

COMPARAZIONE BONUS DI BENVENUTO

Che poi gli americani ti conoscevano dall’online, perché al tempo giocavi tantissimi heads up ai massimi livelli.

Per me l’heads up rimane una grandissima scuola di poker, che mi è servita moltissimo al tempo, perché quando giocavi Sit HU tutto ciò su chi dovevi focalizzarti era capire lo stile del tuo avversario e trovare il modo per batterlo. L’heads up è essenziale per aiutarti a dare la giusta interpretazione a ogni momento. Anche per quello sono convinto che sia ancora molto utile per tutte le discipline del poker, anche per i tornei in cui al tavolo ci sono molti giocatori, proprio perché ti abitua all’interpretazione dell’avversario.

E oggi, che poker hai ritrovato?

Il gioco si è evoluto, c’è tanta gente più preparata, ci sono molti strumenti in più per studiare il gioco e si vede molta gente assai più preparata sul valore della propria mano.

E il poker, che Dario Minieri ritrova?

Io sono il Dario di sempre.

Sei sempre stato popolarissimo e con tantissima gente che ti ama, ma anche con un piccolo ma costante manipolo di hater. Che rapporti hai con questa cosa?

Alla fine ognuno dice e pensa ciò che ritiene più giusto. Io cerco di non pensare mai a questo, di non dare alcun peso a certe cose e di focalizzarmi solo sul mio modo di ragionare.

Torniamo al Dario di oggi. Hai giocato IPO a Sanremo e ISOP Nova Gorica. Che programmi hai per il prossimo futuro?

Sono diventato testimonial di una room che opera sul mercato estero. Grazie a ciò, sarò sicuramente al Battle Of Malta a giugno, e sto valutando se andare a Las Vegas, a giocare il WSOP Main Event.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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