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Hit & Run e simili: quando una sessione va/non va abbandonata

È corretto utilizzare l’Hit & Run e quanto è importante sapere dire “Basta!” durante una sessione di gioco, così come non saperlo dire?

Più di un giocatore pensa che “quittare“, ossia concludere il proprio impegno durante una sessione di poker che magari non sta durando nemmeno da tante ore, sia addirittura umiliante, qualcosa di cui vergognarsi, la cosa più sbagliata del mondo.

Diversi sono i casi in cui è necessario abbandonare, o imperativo rimanere seduti.

Saper dire basta

I motivi per interrompere una sessione di gioco sono molteplici e se la maggior parte di questi sono riconducibili al tilt, ciò non significa che sia l’unica motivazione per chiudere la giornata.

Una situazione poco comoda, come il disturbo sonoro intorno a voi, piuttosto che una notizia che vi ha particolarmente scosso mentre stavate giocando, oppure ancora quel malessere che vi ha consigliato di staccare per una serata.

Tutte situazioni che dovrebbero portarci a evitare di giocare, visto che, queste ed altre, sono tutte condizioni che non ci permetterebbero di produrre il nostro A-Game, il nostro gioco migliore.

Prepararsi a tutto per Las Vegas

L’adagio “fallisci nella preparazione, preparati a fallire” è vero per tanti scenari della vita ed è particolarmente vero quando si tratta di andare a Las Vegas per un viaggio di poker atteso, magari, per una vita.

A breve cominceranno le World Series Of Poker nel cuore del Nevada e Assopoker seguirà la kermesse statunitense in tutto il suo percorso.

Premi che cambiano la vita attendono coloro che diventeranno campioni del mondo oltre ad assicurarsi un ambito braccialetto WSOP, che molti giocatori di poker vedono come il massimo riconoscimento di questo gioco. la preparazione in vista di un avvenimento così importante, deve essere minuzioso e certosino, in caso contrario, vi dovrete affidare solo alla fortuna.

Prepararsi in maniera adeguata significa farlo sotto tanti punti di vista, partendo da quello tecnico, passando per quello mentale, fino ad arrivare a quello prettamente fisico.

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Quittare no, perché

Se siete giocatori di cash game e state organizzando un viaggio a Las Vegas per incontrare il più variegato ombelico del mondo pokeristico che una nazione può offrire, l’idea di alzarvi dal tavolo subito dopo aver vinto qualche piattino che vi ha permesso di accumulare un discreto profit, vi deve abbandonare.

Non c’è ragione per quittare un tavolo profittevole e fino a quando state vincendo, non muovetevi dal vostro posto. Se non per ragioni particolari che vi vieteranno di operare diversamente, non vi è ragione per abbandonare la compagnia, inoltre non è mai molto carino uscire dalla disputa dopo aver vinto uno o pochi piatti.

Quittare sì, perché

Ci sono una serie di valide ragioni per abbandonare una partita di poker. Alcuni dei più comuni sono la stanchezza, il tilt, il gioco diventa che è diventato più duro, abbiamo raggiunto il nostro stoploss (cioè terminare una sessione dopo aver perso un importo massimo predeterminato) o per altri motivi. Tuttavia, se abbandoni regolarmente dopo aver vinto un grosso piatto, allora stai usando uno “stopwin“, che tu ne sia consapevole o meno.

Uno stop-win è quando smetti di giocare dopo aver vinto un certo importo. Ad esempio, alcuni giocatori abbandoneranno il gioco se vincono un buy-in o più, o se quel piatto cancella una perdita giornaliera. Non vogliamo avere stop-win come parte del nostro piano di gioco, specialmente nei giochi con buy-in limitato, poiché limiteranno artificialmente le nostre sessioni di vincita.

Se esci ogni volta che il tuo stack diventa più profondo, non eserciterai più il tuo vantaggio di abilità con stack più profondi contro i tuoi avversari. Pertanto, la tua redditività complessiva sarà inferiore. In generale, dovresti continuare a giocare fintanto che la partita ci è amica, stai giocando bene e sei adeguatamente finanziato per il gioco, ossia il bankroll è salvaguardato.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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