Di Dario Sammartino siamo tornati a parlare di recente, quando abbiamo chiesto al campione napoletano alcuni dettagli sul suo viaggio a Las Vegas insieme a Fedez e al suo gruppo. Però avevamo anche altro in sospeso, con il "mad genius" del poker italiano. Nella fattispecie, il progetto di un film sulla sua vita. Vediamo allora come si sono evolute le cose.
Come è andato il progetto su Dario Sammartino al Premio Solinas
Nell'agosto scorso vi avevamo svelato del progetto di Alessandro Garofalo, in arte "Nero Nelson", a quattro mani con Dario Sammartino. Il soggetto di un potenziale film riguardante il nostro giocatore più rappresentativo a livello internazionale insieme a Mustapha Kanit, in concorso per il più importante premio del panorama cinematografico italiano, per quanto riguarda la scrittura. Lo scorso 12 dicembre c'è stata la proclamazione del vincitore, che è stato "Due Amici" di Giulia Cosentino e Pierfrancesco Li Donni. A sorpresa, però, c'è stata una menzione speciale, che è andata proprio a "Il Migliore", il progetto di Alessandro Nelson Garofalo su Dario Sammartino.
La motivazione da parte della giuria è eloquente: "Per la capacità di costruire con leggerezza e passione una success story ambientata nel mondo del poker, affrancata dalla ludopatia e collegata alla criminalità."
Un’esperienza unica, esaltante
Con estrema curiosità, siamo andati allora da Nero Nelson per conoscere sia le emozioni provate nelle ultime settimane, che l'evoluzione del progetto. "Si è trattata di una esperienza unica, che è difficile da descrivere a parole. Quando la direttrice del premio mi ha detto “hai vinto”, non stavo nella pelle dalla felicità, anche perché per me si tratta della prima esperienza di scrittura per il cinema”, racconta Nero Nelson.
Riusciamo poi ad avere altri dettagli di questa esperienza. “Tutto è partito con l’invio di un soggetto di 20 pagine. Eravamo in 500, e già quella di arrivare tra i 9 finalisti era una grande soddisfazione. Poi però è arrivato lo step successivo, che è la parte più incredibile. Noi 9 finalisti siamo stati portati in Sardegna, dove poi si sarebbe tenuta la parte finale del Premio Solinas, e siamo stati trattati un po’ come se fossimo il futuro del cinema italiano.”
Una sorta di workshop, ambientato in un’atmosfera molto stimolante e intellettuale. “Si creavano dei gruppi, dei circoletti di persone che parlavano di un determinato progetto. Per me è stato incredibile, perché sono abituato a una dimensione intima della scrittura e invece mi ritrovavo in mezzo a persone, tutte molto competenti, che parlavano incessantemente del tuo lavoro, dandoti dei consigli su come migliorare un aspetto, o su che direzione far prendere a un personaggio eccetera.
Quello che mi è rimasto è un enorme arricchimento, sia mio a livello personale che del progetto, perché nel tempo è andato migliorando anche grazie a imbeccate e sollecitazioni arrivate dagli esperti. Vorrei ringraziare tantissime persone per quanto vissuto a La Maddalena, dalle direttrici del premio Anna Maria Granatiello e Francesca Solinas ad Antonietta De Lillo, Luca Cabiolu, Paola Randi, Fabio Paladini, tutti preziosissimi per vicinanza e consigli. E poi come dimenticare Federico Pontiggia, critico molto esigente che però poi ha scritto di suo pugno la motivazione che hai già letto. Sono soddisfazioni indicibili.”
Cosa succederà adesso
E il progetto, a che punto è? “Abbiamo ricevuto diversi contatti da parte di diverse società di produzione, che si sono dette interessate al progetto. Un progetto che avrà diversi sviluppi: film, eventualmente anche una serie tv, ma prima di tutto potrebbe arrivare anche un libro. Ma di più, per adesso, non posso dire”.
Nei primi mesi del 2023 ne sapremo sicuramente di più.