E’ uscito pochi giorni fa “La strategia nelle fasi finali: il libro sull’ICM” degli autori Dara O’Kearney e Barry Carter. A occuparsi della traduzione italiana è stata Giada Fang, che in passato aveva già curato “Il Mental Game del poker” e “PKO Poker Strategy”.
Il libro è già disponibile per l’acquisto su Amazon. Ecco un estratto che ripercorre la storia dello Independent Chip Model.
In questo Articolo:
La formula Malmuth-Harville
Prima di diventare l’Independent Chip Model, l’ICM ha iniziato la sua vita sotto il nome di “Formula Malmuth-Harville” nel 1987. Si trattava di un modello matematico sviluppato da Mason Malmuth per i deal al tavolo finale, ed era basato sul precedente modello di predizioni per le corse dei cavalli del 1973 di David Harville. Molto semplicemente era un modello utilizzato per determinare quanto fosse probabile che un giocatore terminasse il torneo in una certa posizione. Il giocatore con il maggior numero di chips avrebbe finito primo la maggior parte delle volte, e le possibilità di arrivare primo corrispondevano alla percentuale delle chips che aveva rispetto a quelle totali – ad esempio, con il 25% delle chips in gioco aveva il 25% di possibilità di arrivare primo.
Dopo di che i calcoli diventano molto più complessi, perché la probabilità che lo stesso giocatore ha di arrivare secondo dipende dalle probabilità degli altri giocatori di arrivare primi, terzi, quarti, ecc. Le potenziali combinazioni di piazzamenti finali per gli altri giocatori erano di ordine paragonabile al numero di particelle di polvere presenti nell’universo, ma per fortuna sono disponibili diversi calcolatori ICM che possono calcolare quale sia un deal corretto al tavolo finale usando la formula Malmuth-Harville (tra cui quello gratuito di www.icmpoker.com).
La prima volta del nome
Non ci volle molto perché l’ICM cominciasse ad influenzare anche il modo di giocare. Il termine Independent Chip Model iniziò ad apparire online nel 2007 sui forum di poker, e fu allora che i giocatori iniziarono a comprendere che l’equity che si rischia in un torneo non ha un rapporto di 1:1 come nel cash game, con la conseguenza che tutti capirono che era giusto foldare più mani, giocare un range più stretto e massimizzare la fold equity.
L’ICM è il pane quotidiano dei Sit&Go, ed i primi ad utilizzare i software di calcolo basati su questo modello furono proprio i giocatori di questa specialità. Data la complessità dell’ICM, i S&G da un solo tavolo furono il modo migliore per comprendere questa nuova strategia del poker. Forse era troppo complicata per essere utilizzata in grossi tornei, ma una partita con 9 giocatori era l’ideale per comprenderla ed allenarsi.

L’applicazione nei sit’n’go
Chi ha iniziato la carriera giocando S&G, quando erano un format online molto popolare, ha potuto imparare le lezioni dell’ICM per portarle nei tornei. Anche io ho iniziato giocando S&G per poi concentrare la mia attenzione sui tornei satellite, dove l’ICM è più pressante che in qualsiasi altro formato. Nei satelliti esistono situazioni in cui è profittevole shovare il 100% del range perché l’avversario dovrà foldare il 100% delle volte, compresa una coppia di Assi. I satelliti sono un formato estremo, ma i concetti che abbiamo spiegato nel nostro libro “Poker Satellite Strategy” si applicano anche nei tornei normali, e molti giocatori che lo hanno letto ne hanno tratto beneficio.
Diverso tempo dopo il boom del poker, i S&G hanno perso popolarità e i giocatori non hanno più avuto modo di praticare costantemente l’ICM. C’è un’intera generazione di giocatori che ha iniziato direttamente dai tornei, senza mai approfondire il concetto di ICM. Giocavano come se si trattasse di situazioni in ChipEV, e la cosa funzionava bene soltanto quando la fortuna girava dalla loro. Anziché capire che in bolla dovevano giocare più chiusi ignoravano l’ICM. Tanto che c’è stato un periodo in cui i giocatori che studiavano l’ICM venivano derisi e considerati scarsi. Una critica molto in voga mossa all’ICM recitava che era “meglio giocare per vincere”. Tutti all’epoca pensavano che con l’ICM si raggiungessero tanti piccoli piazzamenti a premio, ma mai quelli più importanti. Entro la fine del libro sfateremo questo mito e dimostreremo come la conoscenza dell’ICM porti a vincere di più e più spesso.
Il ritorno di fiamma
Negli ultimi 3 anni l’ICM è tornato in voga. I giocatori hanno iniziato a capire che le giocate aggressive anti-ICM stavano costando loro soldi. Hanno visto che alcuni dei migliori giocatori al mondo sono quelli che hanno fatto gavetta in discipline altamente influenzate dall’ICM come i satelliti e i vecchi STEP S&G. Hanno iniziato a vedere quanto fosse diverso il gioco nei Super High Roller, dove la maggior parte dei partecipanti ha una conoscenza approfondita dell’ICM. Infine, alcuni dei migliori solver in circolazione come DTO, MonkerSolver e PIOSolver hanno aggiunto l’ICM ai loro calcoli.
Secondo me, da professionista, è incredibile che per oltre un decennio molti dei miei colleghi abbiano giocato con una conoscenza minima, o addirittura inesistente, dell’ICM. Molti dei miei studenti sono venuti da me senza nemmeno sapere cosa fosse, e qualche volta mi è capitato di essere contattato per una breve infarinatura di ICM da qualcuno che aveva raggiunto il final day di un torneo. Un numero incredibilmente alto di giocatori fortissimi commette errori ICM eclatanti con la scusa di “giocare per vincere”. I migliori giocatori che conosco, e gli unici con i quali farei scambi di quote, sono coloro che conoscono l’ICM. Senza nessuna eccezione.
Adesso è il momento giusto per uno studio approfondito dell’ICM. C’è molto materiale in giro per iniziare a farlo, ma una delle problematiche dei solver è che ti spiegano come fare senza spiegarti il perché. Ti mostrano quali mani shovare, foldare e chiamare nella speranza che sia sufficiente memorizzarle. Noi abbiamo fatto la stessa cosa, anche se su scala ridotta, con i nostri libri sui satelliti e sui PKO, ma lo abbiamo fatto perché si tratta di due nicchie ed abbiamo pensato che il modo migliore per spiegarle fosse mostrare le stesse mani, ma in formati diversi, per vedere quanto cambiano i range.