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I 10 errori più comuni dei giocatori dei tornei MTT

Non è la prima volta che parliamo degli errori che possono commettere i giocatori di poker dei tornei MTT meno esperti, ma visto il successo degli articoli precedenti vi proponiamo il punto di vista di Pete ‘Carroters’ Clarke, noto coach che ha scritto questo pezzo per PokerStarsschool.com.

Ma bando alle ciance e veniamo ai 10 errori più comuni dei giocatori di MTT.

 

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L’irrequietezza

Secondo Clarke, questo è il motivo principale per il quale tanti giocatori di MTT potenzialmente forti non arrivano da nessuna parte. Grindare i tornei multitavolo significa avere la resilienza di uno scarafaggio e la pazienza di un monaco. “È come bussare a centinaia di porte finché qualcuno finalmente apre”.

Vista la varianza tipica degli MTT, difficile aspettarsi spesso grossi piazzamenti a premio, soprattutto nei tornei dai grossi field: la reazione naturale è un malessere generale che porta spesso i giocatori meno esperti a forzare le giocate per cercare di ottenere stack enormi, col risultato di uscire dal torneo inutilmente.

Il burnout

I tornei MTT possono essere lunghi e stancanti: per non perdere energie e lucidità occorre consumare spesso snack salutari, bere tanta acqua e soprattutto mantenere l’ispirazione! Il giocatore ispirato ha sempre tante energie perché non smette mai di amare il gioco, apprezzando i benefici che la vita da giocatore di successo può garantirgli. In buona sostanza, finché c’è uno scopo, è più facile evitare la sindrome da burnout.

Gli spew da early game

Spesso i giocatori da MTT si annoiano nelle fasi iniziali dei tornei, dato che di action ce n’è poca e poco significativa. Questo può portare ad eccessi di disattenzione ed esuberanza. Di solito un approccio tight è il più corretto, visto che all’inizio le chip valgono poco (il vecchio detto del “una chip persa vale più di una guadagnata”), mentre sopravvivere è fondamentale.

Nel prosieguo del torneo, con l’aumentare dei bui, avere uno stack di 40 big blind quando un grande buio vale 10 volte il suo valore monetario è molto più importante che tentare di salire a 200 blind a inizio torneo – rischiando però l’eliminazione.

La paura di non andare a premio

Alzi la mano chi all’inizio non ha provato genuino terrore all’approssimarsi della zona bolla. Il cervello si attacca al buy-in investito, ed è normale, ma naturalmente i giocatori di successo sanno guardare al lungo periodo, dove l’obiettivo è quello di ottenere grossi piazzamenti a premio, e non andare semplicemente in the money più spesso possibile. Quando si avvicina la bolla, per questo motivo i giocatori tendono ad essere più chiusi: sfruttate tale tendenza a vostro vantaggio aggredendo!

Scarsa gestione del rischio

A volte nei tornei MTT capita di trovarsi ad affrontare un rischio profittevole in termini assoluti, ma che in realtà è un errore in termini relativi – perché magari sarebbe bastato aspettare uno spot migliore. Se bisogna correre un rischio, meglio prendersi rischi enormi ma potenzialmente molto lucrativi rispetto a rischi dal valore atteso solo leggermente positivo.

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Non rubare i bui abbastanza spesso nelle fasi avanzate

Ok, siamo arrivati deep in un MTT vincendo un sacco di piatti grossi, perciò i piatti più piccoli possono sembrare insignificanti. Ma con l’aumentare dei bui, presto ci ritroveremo di nuovo sotto pressione e dovremo correre dei rischi inutili (vedi sopra) per rimanere aggrappati al torneo. Esiste un modo per ridurre il rischio di trovarsi in tali circostanze: corroborare spesso il proprio stack vincendo piatti piccoli.

Rubare i bui in posizione è un ottimo modo per farlo, specialmente quando di small e big blind capitano stack medi, quindi non ancora abbastanza short da mandare la vasca, ma sufficientemente per non chiamare e giocare post-flop con una discreta libertà.

Non controrilanciare abbastanza nelle fasi avanzate

Se all’aumentare dei bui lo steal diventa fondamentale, significa che i range si allargano e di conseguenza deve allargarsi anche il range di 3-bet, specialmente quando siamo in posizione. Gli spot migliori sono quelli in cui la dimensione dello stack effettivo ci garantisce margine di manovra.

Pessima gestione del bankroll

A volte ottenere un piazzamento a premio molto grosso può minare l’equilibrio di un giocatore e fargli pensare di essere diventato improvvisamente un fenomeno. Ma nei tornei MTT la varianza la fa da padrone: servono sia abilità, sia un po’ di fortuna. Nel lungo periodo, capiterà di giocare anche centinaia di tornei senza vincere un premio sostanzioso. E per passare questi momenti tempestosi, occorre un bankroll adeguato. Quanto? Clarke consiglia almeno 200 buy-in.

Mancanza di osservazione

Di solito, il primo tavolo a cui ci sediamo nei tornei MTT è quello a cui rimarremo seduti a lungo. Ecco perché è fondamentale inquadrare gli avversari il prima possibile. Un buon modo per non perdersi è quello di prendere appunti.

Pessima gestione del tempo

Un errore comune tra i giocatori di tornei MTT meno esperti è iniziare i tornei nei momenti sbagliati. Se giochiamo a poker la sera e lavoriamo di giorno, non ha molto senso giocare fino alle 4 del mattino. Rischieremo fortemente di giocare già stanchi, minando la qualità del nostro gioco. Meglio ritagliarsi del tempo per giocare quando lo si può fare nelle migliori condizioni psicofisiche.

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