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6+ Hold'em: strategia post-flop

6+ Hold’em strategia, il gioco post-flop: ragionare sui range e sui piatti multi way

Prosegue il nostro viaggio attraverso il 6+ Hold’em, il nuovo gioco targato PokerStars disponibile anche sulla piattaforma .it. Dopo aver cominciato parlando delle regole e delle probabilità, nelle scorse settimane abbiamo analizzato la fase pre-flop, ed oggi arriviamo a quella post-flop.

Nel Texas Hold’em in generale, la fase pre-flop è abbastanza semplice, pur avendo diverse sfumature. Quando abbiamo una coppia d’assi, ad esempio, sappiamo benissimo che non folderemo mai, neppure sotto tortura. Ma al flop, su un board particolarmente pericoloso, il discorso cambia e non di poco.

Nel 6+ Hold’em, nonostante il mazzo abbia solo 36 carte invece di 52, si applicano gli stessi principi. Il gioco post-flop diventa molto più complicato e richiede ragionamenti decisamente più complessi rispetto al pre-flop, dove le equity sono piuttosto simili.

 

 

6+ Hold’em: ragionare sui range

Per parlare dei range nello Short Deck poker ci viene in aiuto Jason Somerville, noto pro player e streamer. Come ci aveva spiegato Isaac Haxton parlando delle starting hand pre-flop, anche Somerville ci consiglia di ricalibrare mentalmente i range post-flop, in particolare nei piatti heads-up.

Per esempio, Somerville suggerisce di pensare su quali flop andremmo in continuation bet da raiser del pre-flop. Nell’Hold’em, spesso punteremo su un flop J-J-2 se abbiamo aperto pre-flop ricevendo un solo call. Allo stesso modo, nello Short Deck piazzeremo una c-bet su flop J-6-6. “Questo genere di flop è ottimo in heads-up per il raiser del pre-flop”, afferma Jason.

In generale, secondo il pro player la continuation bet segue le stesse linee guida del Texas Hold’em. Semplicemente, non succede spesso perché molti piatti giocati nel 6+ Hold’em non prevedono raise pre-flop, ma tanti limp.

“Ci sono molti board simili sui quali vogliamo puntare”, aggiunge Somervile tornando sulle c-bet post-flop, mettendo però in guardia: è vero anche il contrario. Ecco perché occorre conoscere i range dei nostri avversari: “Su flop 7-6-6 giocato da UTG e bottone, sarà molto più probabile che sia il bottone ad avere un 7 o un 6: occorre capire quali tipi di board aiutano noi e quali i range dei nostri avversari.

Fortunatamente, secondo Somerville nello Short Deck è più facile attribuire i range rispetto al Texas, per il semplice motivo che nel mazzo ci sono meno carte.

Ma le cose si complicano nei piatti multi-way…

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6+ Hold’em:  Piatti multi-way, che fare?

Come abbiamo visto parlando del gioco pre-flop, spesso è giusto fare limp nello Short Deck. Da un punto di vista matematico, il primo giocatore ad agire ottiene odds di 8 a 1: un prezzo decisamente allettante in un gioco dove sono tante le mani giocabili.

Perciò, i piatti heads-up sono relativamente rari nel 6+ Hold’em: “Visto che sono così tanti i giocatori che arrivano al flop nello short deck, il ventaglio di decisioni è più difficile da risolvere rispetto al No Limit Hold’em, sostiene Somerville.

Che poi utilizza un esempio pratico: “Nell’Hold’em, il bottone rilancia, il big blind chiama: noi veterani del gioco riusciamo a stabilire i range. Ma nello Short Deck, capita che ci siano quattro limper su flop J-8-6: chi dei quattro limper ha il range più forte qui? Non è necessariamente così chiaro.

Questo crea molte situazioni complesse post-flop, tanto che Somerville ritiene il 6+ Hold’em molto più complesso ed interessante di quanto si possa pensare ad una prima occhiata.

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