Fino ad un anno fa si parlava della liquidità internazionale nel poker online con disincanto, ironia e un pizzico di delusione: sembrava l'ennesimo progetto rimasto sulla carta nonostante l'avesse previsto una legge. Ed invece entro l'estate, a sentire le dichiarazioni ufficiali di Arjel, ADM (Monopoli italiani) e DGOJ, dovrebbe essere sottoscritto un accordo storico. Ed ora la storia potrebbe ripetersi con i circoli.
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Poker live: le speranze non sono morte
Considerando i precedenti è meglio non dare per morto il progetto del poker live, nonostante sia quasi del tutto inesistente la volontà del Governo e delle istituzioni di dare impulso a questo progetto (per ragioni soprattutto demagogiche legate al vecchio poker e alla forte opposizione dell'opinione pubblica). Ma è lecito attendere una svolta. Vi spieghiamo perché.
Le parole in esclusiva per Assopoker del sottosegretario all'Economia (con delega ai giochi) Pier Paolo Baretta sono chiare: gli sforzi nel gambling dell'Esecutivo Gentiloni sono tutti concentrati nell'accordo potenziale (ma non scontato) tra Stato e Regioni sul posizionamento e disciplina delle sale slot e agenzie di scommesse nelle città italiane. I sindaci ed i governatori non ne vogliono sapere e si stanno opponendo ma alla fine dovranno raggiungere un accordo, mentre il Governo vuole salvare 5.5 miliardi di gettito annuale che deriva solo dalle slot e VLT, seppur con un taglio previsto del 30% del parco macchine.
In caso di accordo tra Stato e Regioni sulle slot, regolamentazione dei circoli inevitabile
Se si dovesse arrivare ad un accordo tra Governo ed Enti Locali sul posizionamento delle gambling rooms (slot, VLT e sale scommesse), saranno disciplinate le distanze di questi punti gioco dai luoghi sensibili, oltre ad essere fissate altre regole (orari di apertura e chiusura etc.).
In questo caso verrebbe però a crearsi una situazione a dir poco paradossale: punti di gioco non autorizzati, come i circoli, sarebbero tagliati fuori da tale quadro regolamentare e potrebbero non essere obbligati a rispettare le regole stabilite per le slot rooms.
Sotto il profilo penale difficilmente si potrebbe intervenire, per via della giurisprudenza consolidata della Cassazione. In ambito amministrativo invece il quadro si complicherebbe.
Un regolamento per evitare i paradossi
A quel punto il Governo (ma anche gli Enti Locali) sarebbero costretti a studiare un piano per regolamentare anche i poker club, onde coprire la falla venutasi a creare, considerando oltretutto che due leggi sono già in vigore e prevedono l'esistenza di circoli di texas hold'em. Che senso avrebbe costringere una sala slot a rispettare la distanza di 300 metri da una scuola quando un circolo privato potrebbe aprire accanto all'istituto?
Certo, il Sindaco potrebbe opporsi con vari escamotage ma siamo certi che, a seguito dei vari ricorsi ai TAR, l'esito sarebbe così scontato? Questo è una delle ragioni principali che spingono il Governo a dover valutare di disciplinare (dopo 8 anni) finalmente il poker live in Italia.
La Crisi dei casinò
C'è anche un'altra ragione non secondaria: in 3 casinò su 4 in Italia, il poker live in questo momento è in stand-by. Le sale da gioco italiane, oltre a vivere una grave crisi (anche finanziaria), sembrano ostaggio di logiche politiche e sindacali perverse. A Saint Vincent, Sanremo e Venezia, di fatto l'action è sospesa ai tavoli di texas hold'em. E senza dubbio, tutto ciò spinge gli appassionati a frequentare i circoli.
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