Assopoker coglie l’occasione per celebrare l’ottimo giovedì notte passato, non è stato il primo e non sarà certamente l’ultimo, da Gabriele Re, che avevamo intervistato un paio di anni fa dopo la vittoria al Battle Of Malta, oltre che averlo chiamato in causa all'indomani di alcuni spot particolari che lo hanno visto protagonista live e online.
Gabriele è il classico esempio di player che non si limita ad “applicare”, ma processa, riflette, assorbe.
Con lui, stavolta, abbiamo deciso di andare più a fondo. Niente domande da checklist, ma un confronto su ciò che significa davvero pensare da pro.
Bentornato sulle nostre frequenze, Gabriele.
Grazie per questa intervista e soprattutto per queste domande che mi portano a riflettere sul mio percorso e in base alle quali spero di poter dare qualche spunto di riflessione interessante anche per le nuove leve.
In questo Articolo:
10 Anni di carriera
Alla luce del fatto che abbiamo toccato in più occasioni le tue origini di giocatore, a bruciapelo voglio farti una domanda sul tuo percorso più recente, quello post vittoria al Battle, per intenderci, che sembrerebbe in costante crescita. In che cosa senti di essere migliorato ulteriormente, tecnicamente, mentalmente o in qualche altro aspetto che noi non possiamo vedere?
Sono quasi al Giro di Boa dei dieci anni, per quanto riguarda la mia carriera lavorativa in questo settore e sicuramente è stata una carriera ricca di soddisfazioni, ma che ha vissuto tanti cambiamenti. L'ultimo, il più recente, è la nascita di mio figlio Leonardo, che ha compiuto da poco due anni. Da quel momento è stato tutto diverso.
Se prima il lavoro era la parte predominante della mia vita, ora non lo è più, è diventata una parte sempre importante, ma non più totalizzante. Sto attraversando in questo momento un periodo in cui sono molto sereno e felice, in cui oltre alla gratificazione per il lavoro, ho tante altre cose che mi fanno stare bene durante la mia quotidianità: la mia famiglia, l’allenamento, e questo mi porta a sentirmi una persona estremamente soddisfatta e grata alla vita, e credo che inevitabilmente questa serenità possa originare dei riscontri positivi anche ai tavoli.
Il miglioramento del top grinder
Che tipo di lavoro è necessario per mettere in riga questo tipo di dinamica? L’introspezione, a prescindere dalle nozioni tecniche, che ruolo gioca nel contesto del miglioramento di un top grinder?
Credo che, anche grazie all'età e all'esperienza di vita, posso dire di aver raggiunto un livello di introspezione verso me stesso abbastanza profondo, una conoscenza di me importante e questo mi porta ad avere un'idea più chiara su come strutturare il mio grinding e il mio percorso lavorativo, per far sì che sia un qualcosa di gratificante e che non mi porti magari in livelli di stress troppo alti, ma che io riesca a godermelo al 100%.
Tant'è che nonostante io sia al decimo anno di carriera, come dicevo prima, quando mi metto al computer per fare la mia sessione serale, lo faccio spesso con il sorriso, con la motivazione e con la voglia, insomma, di confrontarmi con i miei avversari e cercare di dire la mia e di imporre il mio gioco.

Gabriele Re: tra miglioramenti e il Re che fu
C’è una teoria, un concetto tecnico, o una “verità” del poker che negli anni hai completamente ribaltato? Qualcosa in cui credevi fermamente e che oggi consideri quasi un errore concettuale.
Rispetto al Gabriele di qualche anno fa, credo di avere una visione un po' più completa del gioco e di tutte le variabili che si collegano ad esso.
In particolare mi soffermo sul fatto che, in passato, ora mi verrebbe da dire “purtroppo”, ero molto critico contro tutti i giocatori che secondo me prendevano decisioni non ottimali e, purtroppo, quando succedeva e risultavano vincenti, a volte rischiavo di essere un po' result oriented e un pochettino, come dire, amareggiato per il fatto che la decisione non corretta venisse premiata.
Il fatto è che è vero che in uno spot ci possa essere una decisione ottimale rispetto ad un'altra, ma molto spesso la differenza di valore che si può ottenere cambiando tale decisione, ad esempio utilizzando una size diversa, non è così grande come si possa pensare
Gabriele Re
La percezione della varianza secondo Gabriele Re
Ora ho sicuramente accettato molto più di tutto questo aspetto: nel nostro amato gioco la varianza ha un impatto fondamentale.
Il fatto è che è vero che in uno spot ci possa essere una decisione ottimale rispetto ad un'altra, ma molto spesso la differenza di valore che si può ottenere cambiando tale decisione, ad esempio utilizzando una size diversa, non è così grande quanto pensassi; essendo che la differenza sia così sottile il fatto che poi, il risultato, possa non tendere in maniera netta a favore della decisione ottimale, ho il dovere di considerarla una dinamica normale.
E viceversa, hai mai pensato ad un’abitudine, o un qualsivoglia concetto che un tempo evitavi come la peste, e al quale invece oggi strizzi l’occhio?
Una cosa che credo di aver migliorato in maniera importante nell'ultimo anno/anno e mezzo, è l'attività fisica quotidiana e la gestione della alimentazione.
Possono sembrare cose stupide o banali, ma io consiglio vivamente a tutti i ragazzi con i quali collaboro, ma mi sento di consigliarlo anche a tutte le persone che leggeranno questa intervista, di dare maggiore focus allo sport e a una sana alimentazione, perché la propria vita può veramente subire un grande upgrade.

Due facce della stessa medaglia
Quanti Gabriele siedono al tavolo finale: il matematico, il killer, lo psicologo, il gestore di equity... Quale di questi è dominante in te? E quali pensi tu possa migliorare?
Se penso a Gabriele che siede a un tavolo finale, penso che combattano costantemente, nelle mia testa, due lati.
Da una parte il lato emotivo un pochettino “più infantile”, che vuole vincere a tutti i costi, e dall'altro, invece, il Gabriele più cinico, matematico, che sa che la maggior parte del focus debba essere semplicemente investito sul valutare ogni situazione e cercare di prendere la decisione ottimale, con la consapevolezza che la decisione ottimale nel breve periodo non sempre corrisponde al risultato sperato, ma è tutto ciò che dipende da noi ed è tutto ciò su cui dobbiamo porre le nostre energie fisiche e mentali.
La GTO
Ti trovi d’accordo sulla definizione che l’utilizzo talebano della GTO, mette in condizione spesso di perdere tonnellate di valore in determinati spot e che, in virtù di questo, un approccio di tipo ibrido, sia più consigliabile?
Mi sento di dire che il termine G.T.O. negli anni sia stato realmente inflazionato, se così si può dire, in quanto tanti ne parlano, ma pochi la conoscono realmente.
Possono sembrare cose stupide o banali, ma io consiglio vivamente a tutti i ragazzi con i quali collaboro, ma mi sento di consigliarlo anche a tutte le persone che leggeranno questa intervista, di dare maggiore focus allo sport e a una sana alimentazione, perché la propria vita può veramente subire un grande upgrade.
Gabriele Re
Il paradosso che ho notato maggiormente è il fatto che le persone associano la G.T.O. ad una strategia che dovremmo seguire alla lettera, mentre la G.T.O. stessa insegna, sfruttandola nella maniera corretta e studiandola come si dovrebbe, che, al deviare della risposta del nostro avversario quindi, per dirla in parole povere, se il nostro avversario decide di giocare diversamente rispetto a quella che è la teoria del gioco, ciò che dobbiamo fare noi è cambiare la nostra strategia per trovarne una che contro la strategia che sta utilizzando effettivamente il nostro avversario, sia quella ottimale e quella che ci permetta di vincere più soldi nel lungo periodo.
Vien da se, che confrontarci nella maggior parte dei casi con giocatori che devieranno più o meno tanto da quello che è il gioco teorico, noi stessi dovremmo essere in continuo mutamento o in una continua deviazione, per adattarci al loro gioco e generare il massimo della EV possibile.
Le qualità per emergere
Se potessi registrare una singola sessione odierna e farla vedere al "te stesso" di cinque anni fa, che pensi direbbe di te quel Gabriele lì?
Se dovessi registrare una sessione e farla vedere al Gabriele di 5 anni fa, io credo che dal punto di vista tecnico ci sarebbero sicuramente dei piccoli miglioramenti, ma sento che la maggior parte dei progressi che ho fatto negli anni, arrivino dal punto di vista mentale, di consapevolezza e nell’aver acquisito una buona sicurezza in me stesso, lato sul quale sento di essere stato spesso carente in passato.
Tra tutte le qualità che servono per vincere oggi, ce n’è una che, secondo te, non si può insegnare?
Credo che per diventare dei giocatori vincenti, ora come ora, ci siano tutti gli strumenti possibili, ma se vogliamo trovare qualche qualità che non si può apprendere con gli strumenti di studio, essa è sicuramente l'esperienza, che ti porta poi, mentre stai giocando, ad avere una buona sensibilità sul riuscire a percepire qual è il range effettivo del tuo avversario e non solo quello che dovrebbe avere da un punto di vista teorico, e di conseguenza puoi fare i giusti adattamenti.
Inoltre ritengo che per diventare, non solo un giocatore vincente ma un ottimo giocatore in questo momento storico, sia importante avere da un lato il giusto bagaglio tecnico da poter sfruttare nelle nostre strategie di gioco, dall'altro un buon bagaglio esperienziale che ci porti, appunto, a fare i giusti adattamenti.
Focus e concentrazione
Sembri sempre molto centrato e consapevole, ma quanto spazio dai ancora all’ambizione? C’è un obiettivo, un torneo, una cifra simbolica che consideri il tuo “traguardo da raggiungere”?
Penso che l’ego e l’ambizione negli anni della mia carriera, siano state due componenti importanti, ma a volte, a mio modo di vedere, anche eccessive.
Attualmente sono due lati che ho messo molto più da parte, in primis perché ho acquisito stima in me stesso, e consapevolezza e sento molto meno il bisogno di dimostrare qualcosa a me stesso o agli altri.
Inoltre secondo me un altro punto chiave è quello di aver raggiunto una vita che in questo momento reputo completa, a 360°, piena di soddisfazioni lavorative, familiari e personali e, di conseguenza, il lavoro non è più l'unico ambito in cui desidero ottenere grandi risultati.
Per dirla in maniera semplice la consapevolezza di questa grande gratitudine in relazione a questi paradigmi della mia esistenza, il poker non ha più quella importanza che poteva avere in passato, quando la vita era solo il lavoro e, successivamente, il lavoro e il rapporto di coppia.
Ora ho tante cose che mi fanno stare bene e quindi il lavoro è semplicemente una delle componenti che mi aiutano a stare bene e non più "La cosa".