Riprendiamo il discorso sulle value bet ai tavoli micro stakes presente all’interno della guida al cash game scritta dall’utente MonkE del forum americano di TwoPlusTwo.
"Facciamo un altro esempio: rilanciate da middle position con a j e trovate il call dal cutoff. Sul flop arrivano q 7 3 : in questo caso dovreste probabilmente puntare con tutto il vostro pre-flop raising-range (diciamo AK-AT, tutte le coppie, i suited broadway e KQo+). Questa però non è una value bet, perché anche se verrete callati da mani peggiori (ricordate che siamo ai micro e possono chiamare ATC), di queste non ce ne saranno abbastanza nel range di villain.
Difficilmente avrà qualche draw con cui seguire, mentre ci sono parecchie coppie nel suo range con cui farà call (e che ci battono) e anche diversi Ax con cui ci sta davanti (AK, AQ, A7, A3). Il turn è comunque un j : conviene puntare? Ai micro stackes probabilmente no.
A questo punto non c’è valore che possiamo estrarre bettando. Ok, qualcuno potrebbe chiamare con TT-88 o anche coppie inferiori e la vostra idea potrebbe essere tipo: “Ho la seconda coppia col top kicker. Non ha una Q in mano quindi punto”. Bene, se la pensate spesso in questo modo allora avete scoperto perché non battete i micro stakes. In questo caso non si tratta di una value bet perchè non verrà mai callata da mani peggiori della vostra. Un puntata farà infatti foldare tutto quello che sta dietro alla vostra second pair.
Ai micro stakes conviene raramente bluffare. Potete continuare a puntare almeno fino a quando nel range di villain ci siano abbastanza mani peggiori della vostra. Potete anche valuebettare 3 street con AT su un board 10-high fino a quando l’altro non ritiene che la sua mano peggiore sia vincente. Anche perché ai micro l’avversario spesso darà il segnale di poter battere la top pair con top kicker rilanciando al turn.
Tornando alla mano di esempio, noi facciamo check e l’altro segue. Sul river scende un 5 : potremmo valuebettare adesso? La risposta è affermativa. Callando flop, ma checkando dietro al turn, l’avversario ci fa sapere che ha showdown value ma che non è forte abastanza da puntare lui stesso per valore. Probabilmente ha qualcosa tipo una coppia media, A7 o simili, oppure air. Non puntando sul turn, noi abbiamo invece comunicato a villain che non abbiamo una Q. Poiché in queste condizioni dovremmo bluffare piuttosto spesso, l’oppo dovrebbe chiamarci con un range piuttosto wide: KJ, JT, TT-88 e forse A7.
Ok, a volte avrà il set, doppia coppia, AQ o una scala ad incastro con 64, e sicuramente folderà il suo progetto a fiori e tutti i backdoor draw come A5, ma io ritengo che si possa valuebettare perché l’altro è capace di chiamare con abbastanza mani peggiori da rendere profittabile una nostra puntata.
Dobbiamo per forza fare una value bet in questa situazione? No! Se non siamo completamente sicuri delle nostra capacità di lettura dell’avversario allora non dobbiamo farlo obbligatoriamente. Qui si tratta di una thin value bet, ma ricordate che ai micro ci saranno molte altre occasioni per farne una di tutt’altra consistenza."
Per saperne di più:
Strategia cash game: come battere i micro stakes - prima parte