Dicembre è sempre tempo di bilanci per i giocatori di poker, figuriamoci per i regular high stakes, dove i milioni volano da una parte all’altra con una facilità disarmante.
Dovrà fare due conti (forse tre) anche Phil Ivey: il re del cash game mondiale sembra oramai aver perso lo scettro di numero uno nell'online.
Su Full Tilt e PokerStars, Ivey ha perso nel 2015 la bellezza di 3,7 milioni di dollari. Per un giocatore come lui un anno negativo (seppur il passivo sia spaventoso) può far parte del “gioco”, rientrare nella varianza. Il problema è che l’ex stella della red room perde negli high stakes online dal 2012 ed ogni anno è sempre peggio.
BILANCIO DISASTROSO POST BLACK FRIDAY
Post Black Friday ha bruciato su Full Tilt, con il nick Polarizing, 6,3 milioni di dollari mentre su PokerStars (nick RaiseOnce) quasi 2,5 milioni (giocando molto meno). Numeri sintomatici di un male. Il campione inizia ad essere importante ed attendibile con 343.105 mani.
Negli ultimi mesi del 2012, ha perso sulla red room 252.000$. Il 2013 è stato l'anno della verità per il nuovo Polarizing che ha sfidato il field post Black Friday: oltre 76.000 mani macinate negli High Stakes e passivo pesante di 2,44 milioni.
Stessa storia nel 2014: 2,37 milioni gettati al vento su Full Tilt, nonostante un campione più ampio del 25%: 102.365 heads.
Nel 2015, RaiseOnce ha spinto ancora di più, giocando 126.000 mani su PokerStars.com ma perdendo 2,48 milioni. In proporzione ai tavoli di Tilt ha fatto peggio: solo 32.737 hands ma con un passivo di 1,25 milioni di dollari.
Il bilancio totale in questi 3 anni e mezzo è di 8.798.483 bigliettoni verdi consegnati nelle tasche degli avversari a fronte di oltre 343.100 mani registrate da HighStakesDB. Con questi numeri forse è meglio porsi qualche domanda.
"IVEY NON GIOCA PIU' IN CASA"
Di sicuro, Phil Ivey non può essere considerato online ancora tra i giocatori più forti, ma neanche nella top 20.
Ma dove è finito quel campione che tra il 2007 e il 2010 aveva vinto oltre 19 milioni di dollari su Full Tilt, in particolare ai tavoli di Pot Limit Omaha?
C’è chi maligna che prima Ivey giocasse in casa: aveva un top deal ed era uno degli azionisti di Full Tilt. Sappiamo benissimo che sulla red room c’era l’abitudine tra i dipendenti e proprietari di accedere a dati riservati e history sugli avversari (ma nel regolamento degli high stakes era vietato usare qualsiasi tipo di statistica).
Inoltre, dallo scandalo dei debiti (denunciato da Tapie), era emerso che lo stesso Ivey non rischiava sempre soldi suoi e non era il solo top player della red room ad accedere ad una strada privilegiata per giocare a credito.
Ma queste tesi lasciamole a chi ama i complotti, non avremo mai un riscontro concreto, seppur molti dipendenti (durante l’inchiesta del DoJ sulla gestione Ferguson-Lederer) hanno denunciato l’uso indiscriminato del data-base da parte di tutti coloro che gravitavano nel pianeta di Full Tilt (Isildur1 era stato il primo ad accorgersene con dichiarazioni al veleno contro i coach di CardRunners) e che non esitavano ad usarlo contro gli avversari.
Ma ci sono tanti giocatori (tipo Gus Hansen) che in quel periodo erano in una posizione privilegiata come Ivey, ma perdevano lo stesso. E questo semplice esempio può far cadere tutte le tesi su eventuali complotti.
Inoltre ci sono giocatori, come Antonius, che vincevano allora e non hanno perso l'abitudine ora, pur non avendo più i privilegi di un tempo.
In conclusione, si può dire che il contesto in cui si trovava Ivey prima era senza dubbio favorevole ma non era la ragione delle sue strepitose vincite.

GLI SPECIALISTI INDIGESTI
La verità è che nel poker online, come in qualsiasi altra competizione, se non ti aggiorni è difficile rimanere tra i top. L'età e gli stimoli possono avere il loro peso soprattutto online, dove tutto va ad una velocità supersonica. Il talento (e lui ne possiede parecchio) non basta.
Per gli esperti, Phil Ivey non può più permettersi di dichiarare guerra al mondo in tutte le discipline (non a caso è in rosso in tutte le varianti). Gli specialisti lo attendono al varco e gli spezzano le ali di continuo (il passivo più pesante è negli 8-Games). Questa può essere senza dubbio una chiave di lettura tecnica credibile.
Nel poker di oggi, pensare di poter avere un edge in tutte le discipline può essere molto pericoloso ed è utopistico anche per i migliori. Il livello tecnico medio si è alzato, figuriamoci negli high stakes.
La varianza ha senza dubbio peggiorato il bilancio. Ivey sta vivendo un downswing pazzesco da 3 anni e mezzo, ma se il 2016 non farà girare il vento, forse anche per il buon Phil è arrivato il momento di attaccare il mouse al chiodo e dedicarsi solo al live, dove ha ottenuto negli ultimi anni importanti risultati.
Questa è solo una prima analisi superficiale, il capitolo non è chiuso, sull’ex re degli high stakes non abbiamo finito di parlare, nei prossimi giorni usciremo con una sorpresa e numeri inediti che testimoniano il suo flop.
Il flop di Ivey - fine prima parte - continua